Bielorussia: sanzioni unanimi dell’Ue
Sembra uscito dalla sceneggiatura di un film: domenica di Pentecoste il volo Ryanair da Atene a Vilnius riceve una richiesta di abbandonare la sua rotta poco prima di lasciare lo spazio aereo della Bielorussia. Un jet da combattimento costringe i piloti a soddisfare la richiesta. L’aereo passeggeri deve atterrare alla capitale bielorussa, Minsk. Il motivo è un allarme bomba e la protezione da un possibile attentato del presunto obiettivo, una centrale nucleare nella regione.
Dopo l’atterraggio a Minsk, due passeggeri vengono immediatamente arrestati: il blogger bielorusso in esilio Roman Protasevich, 26 anni, e la sua fidanzata di origine russa, Sofja Sapega. Il motivo dell’arresto non ha nulla che vedere con la presunta minaccia di bombe: si tratta di dissidenti, critici del regime e accusati, come al solito, di terrorismo e quant’altro contro lo Stato. Oltre ai due arrestati, altre tre persone rimangono a Minsk, presumibilmente agenti dei servizi segreti. L’aereo con gli altri 126 passeggeri, per lo più turisti provenienti da diversi Paesi, può ripartire dopo qualche ora.
Hamas, l’organizzazione islamista palestinese che controlla la Striscia di Gaza viene accusata dal presidente bielorusso Lukashenko dell’allarme bomba. Un portavoce di Hamas ha poi affermato, com’era intuibile, di non saperne nulla.
Alexander Lukashenko, da molti ritenuto l’ultimo dittatore in Europa, governa, com’è noto, il suo Paese da 27 anni, da luglio 1994; l’opposizione bielorussa e l’Ue considerano truccati i risultati delle ultime elezioni che lo hanno riconfermato alla guida del Paese.
Sono mesi che le autorità bielorusse cercano di catturare Protasevich. Il blogger ha contribuito a creare il canale Telegram Nexta, che l’opposizione ha usato per organizzare le sue proteste nell’estate e autunno 2020. Il regime bielorusso classifica quindi Protasevich come terrorista. Rischia la pena di morte, e la sua fidanzata fino a dodici anni di prigione.
Media e politici occidentali parlano di rapimento, pirateria aerea e terrorismo di stato. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, denuncia l’azione bielorussa come attacco alla democrazia, alla libertà di espressione e alla sovranità europea.
I 27 capi di Stato e di governo dell’Ue hanno reagito all’unanimità (cosa un po’ straordinaria) applicando immediatamente nuove sanzioni contro la Bielorussia. Queste includono la chiusura dello spazio aereo e degli aeroporti dell’Ue a tutti gli aerei e le compagnie bielorusse, così come il congelamento dei loro beni e il divieto di ingresso nell’Unione di tutti i politici. L’Ue sta anche congelando un programma di investimenti di 3 miliardi di euro che era previsto per il Paese.
I funzionari dell’Ue ritengono inoltre che il dirottamento dell’aereo europeo sia stato possibile solo con una cooperazione delle forze di sicurezza russe.
Le autorità bielorusse diffondono poco dopo un video in cui Protasevich legge una dichiarazione. Sarebbe stato trattato bene, dice, e annuncia una sua confessione per aver organizzato disordini di massa.
Appare molto teso. I suoi genitori ritengono di poter individuare i segni delle torture, come i colleghi dell’opposizione avevano temuto.
Sofja Sapega, in modo simile, ammette davanti alla telecamera di essere la curatrice del programma Telegram: «Il libro nero della Bielorussia». Poiché nella trasmissione venivano esplicitamente indicati i dati personali di ufficiali e militari che hanno represso – a volte con grande crudeltà – le proteste dei manifestanti e dei membri dell’opposizione, è considerata un’estremista dalle autorità.
Per Christina Nagel, corrispondente tedesca a Mosca, il regime Lukashenko ha voluto con il dirottamento dare una dimostrazione di forza con lo scopo di intimidire e indebolire l’opposizione. Il regime vuole mostrare ai membri del movimento democratico in esilio che non possono ritenersi al sicuro da persecuzioni e vendette da nessuna parte.