Biden, il leader normale che ha riunito l’America
(Da New York) Non aveva previsto Joe Biden, che nel suo primo discorso da presidente sullo Stato dell’Unione, sarebbe stato un ex paese sovietico a deciderne temi e agenda. Davanti ai membri del Congresso, ai giudici della Corte suprema, ai generali, tutti finalmente senza maschere di protezione antiCovid, è l’Ucraina, gli ucraini, il loro presidente a suscitare una standing ovation unanime di democratici mentre Biden rendeva onore al loro coraggio, alla loro determinazione, all’impavidità che “stanno ispirando il mondo”. L’applauso che ha unito le due ali della platea è stato tributato a Oksana Markarova, l’ambasciatrice ucraina a Washington, seduta a fianco della first lady, e visibilmente commossa per questo attestato di solidarietà.
Il primo discorso sullo Stato dell’Unione che Joe Biden ha pronunciato da presidente, martedì sera, davanti al Congresso Usa, si è aperto non con tema di politica interna, come è da prassi ma con un lungo plauso all’Ucraina, al presidente Zelenskyy, a ogni ucraino, perché “la loro impavidità, il loro coraggio, la loro determinazione ispirano il mondo”. Tutti i membri del Congresso si alzano in piedi, applaudendo e rivolgendosi al palchetto della first lady, Jill, che siede visibilmente commossa al suo fianco. L’attacco di Mosca a Kiev cambia l’agenda presidenziale e anche il suo discorso che parte da oltreoceano prima di tornare in patria.
«La libertà trionferà sempre sulla tirannia», esordisce Biden, aggiungendo che «Il presidente Putin pensava di poter entrare in Ucraina e il mondo sarebbe crollato. Invece, ha incontrato un muro di forza che non avrebbe mai immaginato». Il presidente è a suo agio, il suo discorso è forte. In politica estera è temprato da decenni di esperienza e di incontri con l’Europa. Tuttavia gli Usa non combatteranno in Ucraina. Biden è irremovibile. Si entra in azione solo se verrà attaccato un alleato della Nato.
Ed è proprio parlando delle alleanze europee che Biden pronuncia per la prima volta la parola “insieme”, parola che ripetutamente userà nel suo discorso e che riuscirà a strappare applausi timidi e qualche volta convinti anche all’ala repubblicana dell’aula. “Insieme” agli alleati europei si sono decise le sanzioni e si unisce all’insieme dei paesi europei per bandire anche dai cieli Usa la presenza di aerei russi. Ancora insieme agli alleati si prenderanno di mira gli oligarchi russi e le loro ricchezze e il presidente annuncia a sorpresa che sarà creata una task force speciale nel Dipartimento di giustizia.
La parola “insieme” torna quando Biden chiede al Congresso di approvare le sue nomine alla Fed, alla Corte Suprema dove, con il sì del Congresso potrebbe sedere la prima donna afroamericana della storia. Il presidente elenca ciò che “insieme” è stato fatto come il pacchetto di aiuti all’economia in piena crisi pandemica e quello che ancora va fatto. In primis il pacchetto sulla spesa sociale, che include la negoziazione dei prezzi dei farmaci, facilitazioni per l’accesso ai college, il congedo retribuito. E poi la riforma fiscale che punta sulle corporation, contribuenti assenti, che hanno eliminato ogni forma di concorrenza e trasformato il capitalismo in sfruttamento. In lista ci sono anche la legge di protezione del voto, la riforma sul possesso delle armi e l’Equality act, a difesa della comunità LGBTQ.
Biden vanta i successi dei posti di lavoro creati, gli investimenti nei semiconduttori che renderanno gli Usa più indipendenti da Taiwan, la spinta a comprare e investire in America, una nuova strategia per contrastare la supremazia commerciale cinese, il piano sulle infrastrutture che strappa ancora una volta gli applausi repubblicani. Plausi bipartisan riceve anche la proposta di aumentare i fondi alla polizia per migliorare la formazione e la cura dei disagi psichici di un lavoro usurante. Poche righe di circostanza sono dedicate al cambiamento climatico, proprio dal presidente che si vanta di esserne l’araldo, ma è un tema spinoso che non può permettersi in mezzo alla crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina.
In aula non mancano le contestazioni, quando viene criticato il taglio delle tasse fatto da Trump, che secondo Biden ha favorito solo i ricchi, ma che in realtà per almeno due anni ha dato sollievo alle famiglie. Il piano a supporto dei veterani è un altro punto di unità dell’aula, immediatamente gelato dalla deputata repubblicana, Lauren Boebert, che gli imputa i 13 morti in Afghanistan, altro tema spinoso che Biden non cita, così come non nomina l’assalto al Campidoglio e sorvola sull’inflazione, tema che rischia di far perdere le elezioni di Midterm e dove giocare la carta dell’empatia con la classe operaia non basta.
Biden conclude con un rinnovato appello all’unità, alla difesa della libertà e alla protezione della democrazia, contro ogni totalitarismo, i suoi cavalli di battaglia e lo fa con un tono appassionato ma moderato. Nessuno show, né particolari colpi di scena, né cori da stadio, né battute ad effetto. Biden è un leader normale, che sta cambiando l’America o meglio che sta mostrando agli americani quanto l’America sia cambiata, come provano Nancy Pelosi e Kamala Harris, le due donne alle sue spalle alla guida del Paese assieme a lui.