Prima bici di Bartali al Museo della Memoria di Assisi

Da martedì 18 luglio la storica bicicletta con la quale Gino Bartali, soprannominato "Ginettaccio", arrivò secondo al Tour de France del 1949 sarà esposta al Museo di Assisi, in ricordo del suo operato. Con l’appoggio di una rete clandestina salvò centinaia di ebrei.
La bici di Gino Bartali (foto diocesi di Assisi - NOcera Umbra)

“Il nonno diceva – ha raccontato commossa Gioia Bartali, nipote del campione – che il faticare in sella fosse la cosa che più si avvicinava alla preghiera, è una grandissima opportunità per ricordare il nonno, la sua vita e la sua semplicità: ringrazio il collezionista che l’ha messa a disposizione, noi familiari infatti non abbiamo bici perché il nonno, con il suo animo gentile, le ha donate tutte ed ora sono in mano a collezionisti e ciclisti. Sono felice che ora questo cimelio possa essere esposto al Museo”.

Cerimonia di consegna della bicicletta di Gino Bartali (foto diocesi di Assisi – Nocera Umbra)

È difatti grazie a un collezionista padovano che possedeva la bici, Gianfranco Trevisan, se ora il cimelio è ammirabile nel museo. Proprio martedì 18 luglio ha avuto luogo la cerimonia di consegna in presenza della sindaca di Assisi, Stefania Proietti, dell’ideatrice e curatrice del Museo della Memoria, Marina Rosati. Ancora ha presenziato il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, la cui diocesi ha diffuso con comunicato stampa la notizia.

Erano presenti anche Trevisan e Gioia Bartali, che ha ricevuto dalla sindaca una spilla con lo stemma della città di Assisi. «Questo è un momento importante per la città, che ha trovato tanti coraggiosi compagni di viaggio in quest’opera di salvezza degli ebrei: è il caso di Bartali, ma non solo», ha dichiarato Stefania Proietti con solennità. Il vescovo, d’altro canto, ha ricordato l’esempio di san Francesco d’Assisi, che proprio in quei locali un tempo si spogliò di tutto quello che aveva. «Siamo lieti – ha detto – che tra quelli che hanno passato la porta (l’antica porta di accesso del vescovado di Assisi) ci sia stato anche Bartali e la sua opera di salvezza».

L’esposizione ospita già la cappellina di Gino Bartali, grande campione e uomo di fede. Non a caso sulla bicicletta donata è incastonata l’immagine della Madonna.

Per Rosati, «Il museo sta crescendo nell’apprezzamento dei visitatori, nelle iniziative nelle scuole, nella promozione di Assisi nel mondo. Ci mancava la bicicletta di Bartali ed ora grazie a questo collezionista e all’intercessione della nipote Gioia sarà un piacere ospitare un pezzo così importante di storia».

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