Bianca come il latte, rossa come il sangue
Un film sui giovani e per i giovani, e non solo. Giacomo Campiotti, regista molto interessante che da sempre ha un feeling speciale per le giovani generazioni – si ricordi il limpido film “Mai più come prima” – ha tratto dal bestseller di Alessandro D’Avenia “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, il suo ultimo lavoro. Protagonista Filippo Schicchitano – quello di Scialla – maturato come attore e cresciuto come uomo, che recita senza infingimenti, con naturalezza e simpatia. È nei panni di Leo, studente scioperato e animo fragile, innamorato della rossa Beatrice (Gaia Weiss) e molto amico di Silvia (Aurora Ruffino), segretamente innamorata di lui.
A scuola capita un prof disinvolto, moderno e convinto del suo lavoro (Luca Argentero), che diventerà un amico di Leo. Tutto sembra partire con echi giovanilistici, quando il film vira su temi importanti, come il dolore e la ricerca di Dio, che Campiotti, certo in modo controcorrente, affronta senza timore anche se con leggerezza. Il film, che oscilla tra levità, sorriso e riflessione, ha il vantaggio di non essere mai pesante né superficiale, e può commuovere in più di un punto, perché sono la sincerità del racconto, l’agilità del ritmo, la scorrevolezza degli attori e la mano ferma e delicata del regista a suscitare emozioni mai superficiali, una volta tanto in un film sui giovani. Che sono diversi da quanto i soliti media ci vogliono far credere. Insomma, non un filmetto commerciale, ma un lavoro svelto, gentile e partecipato sul tema dolore-amore.
Fra le altre uscite, accanto al bel cartone francese “Le avventure di Zarafa, giraffa Giramondo”, al ritorno di Stallone in “Jimmy Bobo – Bullet to the head” (con una sorprendente presa in giro di sé stesso e, ovviamente, dato il genere e il personaggio, tanta azione e tanto sangue), conviene non perdere “Hitchcok” , regia di Sacha Gervasi con un cast di tutto rispetto: Scarlett Johansson, Anthony Hopkins, Helen Mirren e amici. È la storia segreta del maestro del brivido, della sua faticosa produzione di “Psycho”, fra difficoltà di vario genere e soprattutto della storia d’amore della sua vita, cioè con la moglie Alma Reville, sua grande collaboratrice. Intenso, particolare, benissimo interpretato.