Berlusconi a un passo dalla decadenza

Al Senato la parola definitiva. La richiesta del voto palese. Il ricorso alla Corte di giustizia europea. Gli altri strascichi giudiziari per l'ex premier
Silvio Berlusconi

Con 15 “si” e 8 “no” La Giunta per le Immunità del Senato, presieduta da Dario Stefàno, ha dato il via libera alla decadenza di Silvio Berlusconi dal mandato di parlamentare. Sebbene ci siano volute sei ore di camera di consiglio la decisione era oramai nell’aria.

La legge Severino è stata applicata e la proposta di “decadenza”  sarà formalizzata all’Aula dopo che il Presidente Stefàno avrà messo a punto la relazione.

A quel punto toccherà al Senato dire la parola definitiva  con uno scrutinio che, a norma di regolamento, dovrebbe essere  segreto in quanto riguarda la “persona”, ma che PD e M5S vorrebbero palese.

Le forze politiche si erano presentate all’appuntamento fortemente divise: il Pdl facendo quadrato attorno al proprio leader e sostenendo la non applicabilità della legge Severino sulla non eleggibilità dei condannati,perché al momento in cu i fu commesso il reato quelle norme non erano ancora in vigore; il centrosinistra, Scelta Civica , Sel e il Movimento 5 Stelle orientati invece per un voto favorevole alla decadenza.

Il cammino verso la decadenza di Berlusconi sembra oramai tracciato, salvo il verificarsi di colpi di scena al Senato ove, grazie alla votazione a scrutinio segreto, si può verificare (questa è la speranza di Berlusconi) un ribaltamento del verdetto. 

Prevedibile del resto anche la reazione di Berlusconi, che non accetta di certo in silenzio la decisione:"E' un'eliminazione dell'avversario per via giudiziaria". Così, infatti, l’ex premier commenta il voto della Giunta favorevole alla sua decadenza da senatore. "Quando si viola lo stato di diritto si colpisce al cuore la democrazia", ha aggiunto il leader del Pdl, sottolineando come "violando i principi sulla imparzialità dell'organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto".

I legali dell’ex premier hanno già preannunciato il ricorso alla Corte di Giustizia Europea per l’accertamento delle violazioni lamentate  da Berlusconi. E’, ovviamente, l’ultimo disperato tentativo di opporsi a tutti i costi ad un destino oramai segnato. 

Intanto entro il 15 ottobre Berlusconi, a seguito della condanna definitiva per il caso Mediaset, dovrà decidere se depositare la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali su cui si dovrà pronunciare Il Tribunale di Sorveglianza di Milano, previo parere della Procura milanese; se entro il 15 ottobre non dovesse essere presentata alcuna istanza di misura alternativa, in tempi rapidi il magistrato di sorveglianza Beatrice Costi – e non il Tribunale collegiale – deciderà sulla misura detentiva che, quasi certamente non sarà il carcere ma quella domiciliare.

Intanto il 19 ottobre davanti alla terza sezione della Corte d’Appello di Milano comincerà il processo per ridurre i cinque anni di interdizione dai pubblici uffici inflitti in secondo grado. Come ha stabilito la Cassazione lo scorso agosto, la pena accessoria dovrà essere riconteggiata tra un minimo di un anno e un massimo di tre.

Infine lo stesso 19 ottobre andrà in scena l’ultimo “strascico” del procedimento penale a carico di Berlusconi con al centro le irregolarità nella compravendita dei diritti tv e i cui atti, 513 faldoni, sono stati trasmessi ai primi di settembre dalla capitale.

Insomma, se da poco ci siamo lasciati alle spalle il caldo clima dell’estate, la stagione torrida delle vicende giudiziarie dell’ex premier non accenna a smorzarsi. Anzi.

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