Bergamo Brescia 2023: un ideale che illumina la città
«Qualcosa di più di una vetrina e di una lunga rassegna di eventi». Molto prima dell’inaugurazione, avvenuta lo scorso 20 gennaio, Giorgio Gori, sindaco della città dei Mille, con quella manciata di parole aveva alzato l’asticella delle ambizioni di Bergamo Brescia Capitale della cultura 2023. Bisognerà attraversarlo tutto quest’anno così speciale per dire se l’auspicio avrà trovato realizzazione, ma la sfida è aperta e a raccoglierla c’è anche il Movimento dei Focolari. «Un’occasione davvero importante per proporci con un nostro specifico contributo – spiega Manuela Orsini, che ha preso parte al lavoro del gruppo che ha pensato e realizzato il programma – consapevoli dell’identità che il Carisma ci ha dato. Il titolo di Bergamo Brescia 2023 è La città illuminata. Per l’insieme delle iniziative che abbiamo progettato come Movimento lo abbiamo riformulato così: Un ideale che illumina la città. Il riferimento è ovviamente all’Ideale all’origine dell’esperienza del Movimento dei Focolari, quella nuova comprensione della presenza e dell’azione di Dio nella vita dell’uomo e della sua storia scaturita dal carisma di Chiara Lubich».
La fraternità ci realizza come cittadini
Otto gli appuntamenti programmati, distribuiti tra le due città nell’arco dell’anno. Il primo sarà sabato 25 febbraio, a Brescia, nella sede municipale di Palazzo della Loggia. Ai due sindaci, Emilio Del Bono e Giorgio Gori, verrà chiesto di confrontarsi sui problemi della ricomposizione sociale, ambientale e urbanistica. Guiderà la discussione Lucia Fronza Crepaz, da anni impegnata sui temi della cittadinanza attiva e della fraternità come paradigma di un nuovo modo di fare e stare nella politica. «È la fraternità che ci realizza pienamente come cittadini delle nostre città – sottolineano Agostino Gandelli e Luciano Sulis – ed è la città il luogo in cui la fraternità può essere concretamente vissuta».
Un dibattito che potrebbe diventare seme di un percorso per andare oltre il confine temporale dell’anno da Capitale della cultura. Ne è convinta Anita Franceschini, già consigliere comunale di Brescia: «Entrambe le amministrazioni prevedono nei loro regolamenti lo strumento della consulta territoriale: associazioni e gruppi delle nostre due città attraverso il dialogo con le rappresentanze istituzionali nelle loro diverse espressioni potrebbero articolare una mappa, un decalogo, dei valori e dei principi generali, ispiratori di un cammino su cui innestare l’idea dei capoluoghi come hub di un unico sistema, un’unica Area metropolitana che ne valorizzi le specificità. Una modalità concreta di fare cultura per gli anni a venire». Un secondo incontro su questi temi è in calendario per l’11 novembre, a Bergamo. Un appuntamento per gli amministratori – “100 sindaci per la fraternità” il titolo – nel ventiduesimo anniversario dell’intervento di Chiara Lubich all’incontro di Innsbruck “1000 città per l’Europa”, occasione in cui la fondatrice del Movimento dei Focolari parlò di politica come vocazione: «E la risposta […] è anzitutto un atto di fraternità: non si scende in campo, infatti, solo per risolvere un problema, ma si agisce per qualcosa di pubblico, che riguarda gli altri, volendo il loro bene come fosse il proprio».
Urgenza di senso più che di cose
Vale per la politica e vale per quella economia rinnovata nei modi e nei fini che papa Francesco ha affidato in modo speciale ai giovani e che mette a sistema intuizioni ed esperienze come l’Economia di Comunione. «Bergamo e Brescia sono realtà economiche e produttive fortemente consolidate – osserva Giuliana Zubani Bertagna – ed anche per questo abbiamo voluto pensare tra le nostre proposte due momenti di confronto e di coinvolgimento del territorio, partendo dalla provocazione dell’economia civile come risorsa e cura della società contemporanea. Lo faremo con l’aiuto di Stefano Zamagni, a Bergamo (15 aprile: “Fare economia, far contare le persone”) e con Luigino Bruni a Brescia, in dialogo con il vicepresidente degli industriali Roberto Zini (23 settembre: “Per una economia solidale e sostenibile”), mettendo l’accento sulla necessità di comprendere l’urgenza del post pandemia, che non è urgenza di cose ma di senso».
E i cattolici?
Impegnativa e stimolante vuole essere un’altra pagina delle proposte del Movimento per Bergamo Brescia 2023. «Ci siamo interrogati – spiegano Silvana Platto e Franca Capponi che l’hanno curata – sul ruolo del cattolicesimo nella costruzione della identità più profonda delle nostre due città e ci siamo chiesti cosa ne è di quella eredità così importante. Affronteremo il tema muovendo certamente dalla realtà delle cose, che è complessa e problematica, ma anche cercando di mettere in luce il positivo di tanto lavoro da parte di singoli, gruppi, associazioni che avendo memoria della straordinaria generatività delle nostre radici guardano al presente e al futuro con una responsabile carica di fiducia».
Il 30 settembre a Concesio, ospiti dell’Istituto internazionale Paolo VI, (“Coscienza credente. Custodi delle ceneri o ancora capaci di fuoco?”) parleremo con il vescovo di Brescia mons. Pierantonio Tremolada, il presidente di Acli Bergamo Daniele Rocchetti, il direttore di Città Nuova Editrice Luca Gentile e il segretario della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali Saverio Todaro. Il 2 dicembre a Bergamo (“Tutto nelle nostre mani. Testimonianze e riflessioni sulle scelte che contano”) a dialogare con i giovani saranno il vescovo mons. Francesco Beschi, l’iniziatore del Movimento Mezzopieno Luca Streri e la responsabile del Centro giovanile internazionale dei Focolari Paola Pepe.
Lo spirituale nell’arte
Vanno nella stessa direzione, quella di non smarrire gli aggettivi fondamentali che ci costituiscono, due itinerari guidati dallo storico e critico delle arti Mario Dal Bello sulle tracce del genio di Lorenzo Lotto, passando da una chiesa all’altra di Bergamo (6 maggio) e alla stupefacente “Sistina dei poveri” di Girolamo Romanino a Pisogne, in provincia di Brescia (3 giugno). «Non vogliamo solo perderci nello scrigno della bellezza che Bergamo e Brescia custodiscono – sottolinea Marilena Merati che ne ha curato l’organizzazione – ma guardare all’espressione artistica e al senso del sacro che la sottende».
L’Italia ci guarda
«Un anno di ripartenza, dopo il lungo e difficile periodo della pandemia – conclude Ezio Zibetti del Focolare delle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova – con il desiderio di metterci in gioco, condividere esperienze, costruire relazioni, cogliere un’occasione destinata a segnare a lungo la vita delle nostre comunità e magari essere di ispirazione per quelle che in questo anno ci guarderanno, da vicino e da lontano».
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