Bentornato “Zac”

Zaccheroni torna a vincere alla guida della nazionale giapponese. Un trionfo sofferto e meritato
zaccheroni

Dalla Romagna al Qatar passando per il Giappone. Non male, come viaggio. È quello compiuto da Alberto Zaccheroni per tornare a sentirsi importante grazie al proprio lavoro. Che, per inciso, sa fare benissimo. Perché un allenatore capace di portare l’Udinese al terzo posto in serie A e a vincere lo scudetto alla guida di un Milan non certo trascendentale è un grande allenatore. A maggior ragione se, dopo una serie di esperienze sfortunate, decide di andare lontano, molto lontano, «per tornare a insegnare calcio», come ha più volte ribadito nelle ultime settimane.

 

Così, lo scorso 30 agosto, “Zac” ha risposto affermativamente alla richiesta della federazione giapponese, che gli aveva offerto la panchina della Nazionale maggiore, lasciandosi alle spalle il patinato e litigioso calcio italiano per affrontare una nuova avventura. Squadra giovane, quella nipponica, estromessa dal Mondiale 2010 solo dopo i calci di rigore (al termine dell’ottavo di finale contro il Paraguay) e con una serie di giocatori dal talento sopraffino. Perché i vari Nagatomo, Kagawa, Honda e Okazaki sono già noti al grande pubblico, e perché il gol di Tadanari Lee che ha permesso al Giappone di aggiudicarsi la Coppa d’Asia 2011 è da vedere e rivedere. Senza mai abbandonare l’amato 3-4-3, Alberto da Meldola ci ha messo poco a tirare fuori il meglio dai propri giocatori.

 

Lo dimostra il successo in amichevole sull’Argentina di Messi, lo conferma la splendida cavalcata in Coppa d’Asia. Un successo maledettamente sofferto, con due vittorie ai supplementari (ai danni dei padroni di casa del Qatar nei quarti e dell’Australia in finale) e uno ai rigori (in semifinale contro la Corea del Sud), e per questo ancora più bello. Un trionfo meritato, quello di “Zac”, che si prende la rivincita contro chi non aveva creduto in lui e nelle sue idee (non solo tattiche, vedasi il difficile rapporto con Berlusconi ai tempi del Milan). Gli occhi lucidi del romagnolo al termine della finale di Coppa d’Asia raccontano la sua gioia più di ogni parola. Bentornato, “Zac”, e complimenti.

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