Bentornato Belpaese del calcio
Prima le donne…
«Questo tricolore ci porterà fortuna, l’ho portato dalla mia città, Reggio Emilia. Siamo partite male ma con ragazze così andremo lontano. E a tutti gli italiani che ci sono stati vicini, dico di seguirci anche alla prossima». Aveva parlato così “donna” Milena Bartolini, ct della Nazionale di calcio femminile, donne, esultando avvolta nella nostra bandiera dopo la vittoria all’esordio al Mondiale, 2-1 sull’Australia. Un esordio che sancisce già una certezza: le nostre azzurre, dopo 20 anni nuovamente a un mondiale, sono competitive e all’altezza delle più quotate e, soprattutto, considerate e finanziate colleghe di USA, Germania, Brasile e via discorrendo…
La soddisfazione che si leggeva sul volto delle nostre ragazze era comprensibile anche per qualche inopportuna dichiarazione australiana della vigilia, in base alla quale l’incontro non sarebbe neanche stato da giocare visto il carattere “non professionistico” del calcio femminile italiano. La nazionale italiana ha risposto pagando certamente uno scotto emotivo, leggibile soprattutto nel primo tempo, ma sfoderando una grinta e un cuore nel secondo, oltre a qualche interessante cifra tecnica, che potrebbero sorprendere non poche avversarie. L’appuntamento per continuare a seguire come meritano le nostre ragazze è per le 18 di venerdì 14: Giamaica-Italia varrà la seconda gara del girone di qualificazione, vincendo la quale praticamente ci si assicurerebbe l’accesso agli ottavi, obiettivo già lusinghiero alla vigilia ma già diventato il minimo sindacale per un gruppo animato da cuore e sana ambizione di non venire a fare solo passerella.
…e i ragazzini
In effetti no, meglio non chiamare così i nostri ventenni rampolli under 20: eliminati ieri in semifinale più da un clamoroso svarione arbitrale che da un’Ucraina pur compatta e cinica. A buttarli fuori dal Mondiale polacco è ufficialmente l’1-0 maturato per il gol di Buletsa a metà del secondo tempo, ma forse più che altro la mancanza di freddezza sotto porta, viste le numerose occasioni fallite. Vana perciò in fin dei conti anche la perla insaccata da Scamacca allo scadere: una girata da cineteca sotto la traversa che aveva fatto gridare lo stadio all’1-1, prima di essere annullata per un braccio largo che andava a toccare il volto del capitano ucraino, per di più dopo un controllo VAR che francamente non lasciava molti dubbi sulla lievità del contatto. Amarezza a parte, i ragazzini di mister Paolo Nicolato scrivono una pagina comunque importante soprattutto in prospettiva, in attesa di giocarsi la “finalina” per il terzo e quarto posto il prossimo venerdì sera contro l’Ecuador: finalmente i nostri settori giovanili sono tornati competitivi ai più alti livelli! C’è futuro, per il calcio azzurro: dirlo in questo periodo del Belpaese serve e come…
Infine gli uomini
Quattro vittorie su quattro: per l’Italia assemblata da Roberto Mancini un cammino verso gli Europei 2020 pressoché impeccabile sul piano dei risultati, ma anche del gioco. Sebbene le avversarie incontrate, Finlandia, Liechtestein, Grecia e, ieri sera, Bosnia, non fossero irresistibili, la nostra nazionale è tornata a mostrare un’identità finalmente ben definita in tema di schemi, approccio e giocatori. Impostata con un 4-3-3 che punta sul possesso palla, la nostra nazionale punterà almeno fino agli europei sull’asse difensivo composto da Bonucci e Chiellini e su quello, a centrocampo, composto da un’inedita accoppiata di registi: Jorginho e Verratti, affiancati solitamente da Barella, uno dei giovani di maggiori prospettiva insieme a Chiesa e Bernardeschi, che insieme con il capitano partenopeo Insigne sono stati i componenti di un tridente “alla spagnola”, ossia privo di un effettivo centravanti di ruolo ma anche per questo in grado di offrire maggiore movimento e minori punti di riferimento ai difensori avversari.
Molta la concorrenza comunque tra i terzini, così come anche a centrocampo, dove brillano molte promesse tra le quali Zaniolo e Pellegrini e, sebbene ci manchino i Vieri o i Vialli, anche all’attacco, dove il “sempreverde” Quagliarella continua a stupire dopo avere vinto persino il titolo di capocannoniere della Serie A con ben 26 reti. Abbondanza anche tra i portieri: fra Donnarumma, Sirigu, Cragno e altri, mister Mancini potrà assicurarsi ricambi di alto livello. Il Belpaese del calcio, rosa come le sue donne, verde come i suoi giovani, ma in fondo azzurro per tutti, sembra davvero tornato per restare un bel po’ di anni ai vertici del calcio mondiale.