Bentornati, fratelli d’oro d’Italia!
Di nuovo lassù, più in alto di tutti, dove osano le aquile… e le promesse azzurre. Mantenute con rabbiosa determinazione: promesse, non più giovanissime, forse, ma ancora più affamate, se possibile. Sono quelle di Gianmarco Tamberi da Civitanova Marche e Daniele Garozzo da Acireale, due storie memorabili da annoverare tra le più belle pagine sportive, che rimarcano un copione che li ha accomunati, prevedibile solo per chi li conosce da vicino: quello di un calvario inatteso e provante, risalito con determinazione e concluso con una gioia da dividere tra l’oro ottenuto e una prospettiva tornata rosea anche in vista delle prossime olimpiadi di Tokyo 2020.
Il ritorno dello spadaccino delle aci
Daniele Garozzo, campione olimpico di fioretto maschile a Rio 2016, vince una strepitosa medaglia d’oro nella gara individuale di Coppa del Mondo al Cairo: il fiorettista acese arriva infatti sul gradino più alto del podio suggellando una prestazione sontuosa, nel suo stile, quello di sempre, apprezzatissimo e inconfondibile, assalto dopo assalto. Daniele affonda i suoi colpi letali nel corso di una lunga giornata che lo vede battere 15-6 lo statunitense Moelis, prima di superare 15-7 il connazionale Nista nei 32. Vinti in sequenza i due coreani Heo, 15-8 agli ottavi, e Lee Kwanghyun, 15-12 ai quarti, in semifinale l’etneo centra il successo nello scontro con il compagno di nazionale Giorgio Avola, sconfitto 15-10, cui segue il trionfo in finale contro il francese Le Pechoux per 15-13. «Sono felice come una Pasqua – dichiara a fine gara l’atleta etneo del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle – perché volevo fortemente questa vittoria. Quest’anno ho fatto vedere una grande scherma, centrando dei bei risultati, ma mancava la mia firma sul gradino più alto del podio e sono felice di essere riuscito a metterla».
Poi un sensibile pensiero nei confronti di una disgrazia che ha sconvolto le aci nell’ultima settimana: «In questi giorni ho vissuto a distanza e con grande apprensione l’evolversi di quanto è accaduto a Santa Maria La Scala (suo quartiere d’origine ad Acireale, ndr) con la scomparsa in mare dei tre ragazzi acesi, che si è verificata proprio pochissime ore prima della mia partenza da casa. Voglio approfittare di quest’occasione per rivolgere un pensiero a questi ragazzi e alle loro famiglie, così come alla mia città».
Ora sì che quel brutto sogno iniziato il 10 ottobre 2017 in palestra, quando Daniele si sentì quasi improvvisamente affannato, col respiro corto, a malapena in grado di stare in piedi, è finito. Quel suo polmone destro, collassato per uno pneumotorace, aveva tenuto l’Italia sportiva col fiato sospeso: capita a una persona su 250 mila… capitò a Daniele. Tornato a vincere, alla grande, come ci aveva abituato. Inoltre, la festa azzurra della scherma non finisce qui: anche per il suddetto Giorgio Avola, salito sul terzo gradino con un prezioso bronzo al collo, e Alice Volpi, atleta delle Fiamme Oro, battuta solo in finale 15 a 7 dalla russa Inna Deriglazova, storica avversaria delle azzurre, che raggiunge però un ottimo argento.
La rinascita dorata di Gimbo!
Due anni e diversi mesi dopo quel maledetto infortunio di Montecarlo, che raccontammo anche sulle nostre pagine, Gianmarco Tamberi torna a volare, cogliendo a Glasgow il titolo continentale indoor nel salto in alto… proprio quella vetta che gli era sempre sfuggita. L’aggredisce con una vittoria chiara e mai messa in discussione, con un 2,32 di misura che eguaglia la leadership europea già realizzata agli assoluti di Ancona alla vigilia. “Gimbo” è tornato a volare, sì: è finito anche il suo, di incubo sportivo, materializzatosi beffardamente alla vigilia dei Giochi di Rio 2016, quando il tendine della caviglia fece crac e lui era già uno degli assi della spedizione del mazzo azzurro.
Ma stavolta, alle olimpiadi bisogna andarci, con le suddette carte in regola. Gimbo è primo senza rivali, senza errori o pensieri, e ora vede quanto una sorte paradossale gli negò: «tra otto mesi ci sono i Mondiali ma nel 2020 ci sono le Olimpiadi e ci vediamo lì» il suo annuncio a fine gara. «Ho passato due anni e mezzo impossibili tra frustrazioni e lacrime», aggiunge commosso questo ragazzo dalla barba a metà che adora tutti gli eccentrici dello sport come lui, talvolta ammicca il pubblico e mostra una cura maniacale per le diete e le misure in gara. Il 2,39 fatto prima del crac alla caviglia tornerà a essere uno di quei numeri da superare, ma intanto anche Gimbo si è ripreso l’oro, gli applausi e la sicurezza di essere tornato lì, dove osano i più determinati.
Bentornati, fratelli d’oro d’Italia!