Bentornata Serie A
“Fozza Indaa”
Con questa curiosa espressione di esortazione, Zhang Jindong, nuovo proprietario dell'Inter, si era presentato alcune settimane fa ai tifosi nerazzurri. Se non altro, il goffo tentativo di “operazione simpatia” del numero uno del colosso cinese Suning ai microfoni di Inter Channel aveva avuto il merito di dare per lo meno un volto alla nuova dirigenza della sponda nerazzurra del calcio milanese, rimpinguato di capitali estremo orientali, ma privato di un’anima appassionata legata ai colori della squadra. Il risultato dialettico però è parso magro almeno quanto l’esordio della Beneamata: il minuscolo, per caratura e forza finanziaria, Chievo Verona dei continui miracoli rifila un secco due a zero ai nerazzurri. In campo i capitali, l’alta finanza e la globalizzazione commerciale del prodotto di marketing “Internazionale Milano” sono stati spazzati via da due giocate dello sloveno Birsa, stipendiato meno della metà del giocatore nerazzurro meno pagato. Perché nel calcio in campo si va in undici e il denaro, in mancanza di organizzazione, motivazione e tenuta atletica, conta ancora meno di niente, per fortuna.
Chiedete alla Vecchia Signora
Il colpo a sensazione, con inevitabile brivido etico, era tuttavia stato senza dubbio nelle scorse settimane quello della Juventus: Gonzalo Higuain, recordman della storia della Serie A italiana con 36 reti, è stato acquistato a quasi 30 anni a fine Luglio dal Napoli per una cifra totale di ingaggio di circa 160 milioni. 90 quelli per pagare la clausola di svincolo alla società partenopea, 70 per assicurargli un contratto quinquennale da circa 14 milioni lordi a stagione. Per la serie, “contenti loro contenti tutti”, intanto il gol decisivo all’esordio in bianconero del centravanti argentino vale il 2-1 della Vecchia Signora contro l’acerrima rivale Fiorentina. E i bianconeri ricominciano da dove avevano finito: dominando, padroni del campo, squadra da battere…
Se passate da Napoli…
Resta da capire che Napoli sarà, non solo perché i soldi incassati con la cessione di Higuain potrebbero non fare la felicità, ma perché i nuovi arrivati sembrano rimpolpare una rosa competitiva abbastanza ma non troppo, quanto meno se si vuole tentare l’assalto ai primissimi posti. Guardare all’esordio per credere: il piccolo Pescara mette alle corde i ragazzi di mister Sarri per un’oretta, infilando un uno-due a rischio KO, prima di vedere i partenopei reagire e trovare il pareggio. Per Sarri l’organizzazione è invece un punto di forza, ma lo scorso anno a garantire il secondo posto sono stati soprattutto i mostruosi 36 gol del partito Higuain: come affrontare una lacuna simile?
Quali favole leggere?
Il modello Sassuolo del patron Giorgio Squinzi scrive, una pagina dopo l’altra, la favola senza dubbio più interessante: ossatura italiana, stadio di proprietà, bilancio sano, investimenti sui giovani con un allenatore stabile per qualche anno, nessuna follia né dialettica né finanziaria. Esordisce vincendo di misura a Palermo e gettandosi nell’avventura dell’Europa League guadagnata con l’ottima classifica finale dello scorso anno, nonostante appena 3 anni fa arrivasse dalla B: scommettiamo che il bello debba ancora venire? Occhi puntati anche sul giovane Empoli come ogni anno in Serie A, sul già citato Chievo che ormai non farebbe notizia, e soprattutto sulla neopromossa Crotone: i calabresi appaiono sulla carta il fanalino di coda, ma dopo la prima storica promozione in A dello scorso 29 aprile, per i rossoblù, comunque vada, sarà un successo.