Benigni porta la Costituzione in tv
L’appuntamento è per la prima serata del 17 dicembre su Rai Uno. In pieno clima pre-natalizio, Roberto Benigni torna in tv con una trasmissione speciale, “La più bella del mondo”, dedicata alla Costituzione italiana. L’annuncio al TG1 delle 20 di lunedì sera. Come dire: quando un grande artista vuole parlare agli italiani, sceglie la Rai e il telegiornale più seguito e più rappresentativo della collettività. Anche perché il neo-sessantenne Benigni ha l’età e la storia personale giusta per essere specchio fedele e coscienza parlante di un Paese smarrito ma alla ricerca e alla riscoperta, non convenzionale, delle sue radici morali, culturali e politiche.
Dopo aver scritto tante pagine memorabili al cinema e in tv, anni fa Benigni ha voluto iniziare un suo personalissimo percorso di “pedagogia civile”, affrontando prima di tutto e nientemeno che la Divina Commedia: rendendo Dante, il padre della lingua italiana alla portata di tutti, in un grande abbraccio scenico fra alta cultura, sentimento popolare e ironia squisitamente toscana. Poi, al Festival di Sanremo del 2011, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia Benigni ha ricordato agli italiani la storia e il significato del Tricolore, ma soprattutto la preziosità espressiva e la densità tematica ed emotiva dell’Inno nazionale, colonna sonora del Risorgimento e di ogni Risorgimento. Ora, l’attore e regista toscano si pone davanti a una nuova sfida: portare nelle case degli italiani l’insospettabile fascino della nostra Carta costituzionale, pietra angolare e spina dorsale della nostra Repubblica. Anche qui, con lo stesso sanissimo “odio” per la polvere: quella polvere che si deposita sulle fondamenta stesse della nostra democrazia e che ci fa dimenticare quanto i versi di Dante e Mameli siano attuali ed esplosivi, appassionanti e coinvolgenti, capaci ancora oggi di “urlare” un messaggio d’amore, un’esigenza morale, un afflato di speranza.
Benigni ha dichiarato guerra alla smemoratezza. Non basta conoscere Dante e il Risorgimento a scuola. Bisogna “incontrarli”, farne una cosa viva. E in questa chiave, la tv si offre come uno strumento docile e di enorme impatto educativo nelle mani (e nel sorriso) di un artista eclettico, imprevedibile, magnificamente leggero e profondo come Roberto Benigni che osa trasformare un elenco di articoli costituzionali in un grande spettacolo popolare, un appuntamento con noi stessi e con la storia, un pezzo essenziale della nostra vita.
È facile prevedere che la serata-evento del 17 dicembre farà grandi ascolti, come per tutte le altre partecipazioni televisive di Roberto Benigni. E questo grazie al suo talento istrionico e comunicativo, naturalmente, ma anche grazie alla Rai, che qui esercita la sua funzione di servizio pubblico ai più alti livelli. Ecco che cosa trascina milioni di italiani davanti alla tv pubblica quando c’è Benigni: la voglia di riconoscerci in un ideale condiviso, di ritrovare le sorgenti della nostra identità, di sentirci cittadini orgogliosi e responsabili di un passato che ci ha donato la poesia, la cultura e la democrazia come motori del nostro futuro.