Beni della mafia dati alla comunità

La Lombardia è la quinta regione per numero di beni tolti alla criminalità organizzata (oltre 800). A Milano sono finora 300 e 130 di questi sono stati trasferiti al Comune che li ha assegnati ad organizzazioni che aiutano chi è in difficoltà. Un festival per scoprirli  
beni confiscati alla mafia

Oltre 90 gli eventi ospitati in 19 immobili confiscati alla criminalità organizzata: da ex appartamenti a laboratori ed esercizi commerciali un tempo utilizzati per il traffico di stupefacenti, il riciclaggio di denaro sporco, l’usura, lo sfruttamento della prostituzione e altre attività illecite.

Tutti spazi, questi, dove si sono svolti spettacoli musicali, performance teatrali, proiezioni cinematografiche, presentazioni di libri (12 i titoli dedicati alle mafie), incontri e intrattenimento per i bambini che sono stati anche protagonisti, con le scuole, delle visite guidate organizzate dall’associazione Libera. I 19 immobili sono stati trasferiti dallo Stato al Comune che li ha assegnati con un bando in comodato d’uso gratuito a enti e associazioni del no profit. In questi immobili si realizzano progetti con finalità sociali: ci si occupa di anziani, adulti in difficoltà, famiglie, giovani, ragazze vittime della tratta, persone con disabilità. In totale in Lombardia sono più di 800 i beni sequestrati e confiscati alle mafie: di questi, 300 sono sul territorio di Milano e 130 unità immobiliari sono state trasferite al Comune per l’assegnazione.

«Credere che le mafie non possano esistere a Milano è una tragica idiozia. Si deve chiudere definitivamente il tempo in cui Milano ha fatto finta di niente pensando di essere immune alla criminalità organizzata. Nessuno è immune e gli ultimi fatti di cronaca ce lo hanno ancora una volta drammaticamente ricordato», ha detto l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. In molti questo fine settimana hanno visitato gli immobili utilizzati dalla criminalità organizzata scoprendo che cosa si faceva prima che venissero confiscati dallo Stato e affidati al Comune e quali attività ospitano adesso che sono stati assegnati per finalità sociali ad associazione ed enti no profit. Hanno seguito la presentazione dei libri con storie di mafia e di mafie, alcune delle quali legate proprio a Milano. Hanno partecipato ai concerti di Fondazione Milano e agli spettacoli nella "discoteca delle cosche" all’Ortomercato e alla eccezionale partita di rugby con una trentina di bambini temerari che sotto l’acqua si sono sfidati nel riconquistato
centro sportivo comunale di via Iseo, più volte danneggiato per ritorsione.

Presenti il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, Nando Dalla Chiesa, presidente onorario di Libera, e Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano, che dall’Aula consiliare di Palazzo Marino hanno riaffermato l’impegno delle istituzioni e della società civile contro la criminalità organizzata, in favore della promozione della cultura della legalità a Milano e nel resto del Paese. Ancora l’assessore alle Politiche sociali Majorino ha lanciato l’idea di un evento a livello nazionale: «Questa tre giorni ci ha mostrato l’interesse della gente per le vicende legate ai beni confiscati alla criminalità organizzata e per tutte le attività che oggi si svolgono negli immobili sottratti alle mafie. La loro partecipazione, che ha coinvolto moltissimi anche tra bambini e ragazzi, è il messaggio migliore che la nostra città può dare a sé e al resto d’Italia. È l’affermazione di un sistema organizzato di legalità emerso da questo primo Festival che potrebbe diventare, con la partecipazione di tutti, un evento condiviso dall’intero Paese».

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