Benedetta economia

A metà percorso della seconda stagione della trasmissione “Benedetta economia!” - in onda la domenica alle 19.000 su Tv2000 con la conduzione di Eugenia Scotti - abbiamo rivolto alcune domande a Dario Quarta, coautore del programma insieme a Luigino Bruni.

Seconda stagione di “Benedetta economia!”, un talk show inedito a cavallo fra Bibbia ed economia. Quali sono le sfide che un programma come questo pone ad un autore televisivo?

Fin dall’inizio, con Luigino Bruni, abbiamo capito che dovevamo lavorare soprattutto su due fronti: rendere visibile, concreta, evidente l’attualità della Bibbia e semplificare il linguaggio con il quale si rischia spesso di affrontare i temi economici. Era importante per noi proporre brani del Vecchio e del Nuovo Testamento in grado di illuminare le contraddizioni dell’economia dei nostri giorni e di indicare prospettive nuove e alternative. Pagine in grado di mettere in discussione i comportamenti personali e collettivi e di aiutare i telespettatori a riflettere sul modo in cui oggi lavoriamo, spendiamo, risparmiamo, consumiamo. Con le altre autrici del programma, Elena Di Dio e Francesca Mancini, e con la conduttrice, Eugenia Scotti, abbiamo poi lavorato a semplificare il linguaggio, evitando tecnicismi e scegliendo ospiti e storie capaci di mostrare che è l’economia è molto di più della finanza, dei bilanci, delle borse e che con l’economia, volendo o non volendo, tutti noi facciamo i conti ogni giorno.

Come si riesce a costruire un programma che lasci spazio alla diversità di opinioni senza scadere nella polarizzazione che spesso osserviamo in molti format?

Il tema non riguarda solo “Benedetta economia!”, direi che è al centro degli obiettivi di tutti i programmi di Tv2000.  Tutta la Rete ha lavorato in questi anni tenendo presente un disegno comune: costruire occasioni e luoghi di incontro, di confronto, di condivisione. La scelta degli ospiti, da questo punto di vista, è decisiva. Trovano le porte aperte a “Benedetta economia!”, come in tutti gli altri programmi di Tv2000, le persone davvero disposte a dialogare, che vuol dire saper ascoltare oltre a saper parlare. Persone capaci di sostenere una posizione senza rifugiarsi nella semplificazione di uno slogan a effetto. E anche per questo gli ospiti di Tv2000 sono spesso ospiti diversi da quelli che solitamente animano quei dibattiti televisivi che spesso finiscono in uno scontro di posizioni che non lascia spazio alla comprensione della complessità che ci circonda. E, tuttavia, la scelta degli ospiti non è sufficiente. Si tratta poi di creare, in trasmissione, un clima di dialogo e di confronto, anche attraverso la disponibilità di tempi adeguati di intervento. Rinunciare alla spettacolarizzazione del confronto televisivo, non vuol dire rinunciare al ritmo che un programma televisivo deve saper mantenere né, tanto meno alla qualità, del dibattito. E la conferma del valore di questa possibilità di dialogo arriva dagli stessi ospiti, magari proprio quelli così spesso impegnati in confronti televisivi al limite dello sconto: messi in una condizione diversa, riescono a cambiare passo e ad offrire tutta la ricchezza delle proprie posizioni. E spesso escono dallo studio ringraziando per questa opportunità.

Sappiamo da una tua intervista televisiva che vivi alla Collina del Barbagianni, una comunità dove si vive assieme ad altre famiglie, e si condividono addirittura gli stipendi: ognuno prende ciò di cui ha bisogno. Quanto di personale hai portato o ritrovi nei temi e nelle storie di “Benedetta economia!”?

In questi anni Tv2000 mi ha dato la possibilità di mettere in sintonia la mia vita privata e familiare con quella professionale. Prima che a lavorare insieme per “Benedetta economia!” con Luigino Bruni ci siamo incontrati proprio lungo percorsi di riflessione sulle forme di vita comunitaria e sul valore anche economico di queste esperienze. La Collina del Barbagianni, è una delle esperienze di vita condivisa, sono più di 35 in Italia, che fanno parte della rete di Mondo di Comunità e Famiglia e che sono nate sull’esempio della Comunità di Villapizzone a Milano. Vivere insieme, mettere in comune gli stipendi, sostenersi tra famiglie, provare a rispondere insieme a qualche richiesta di aiuto del proprio territorio di riferimento è una grande opportunità e una grande sfida. Ci proviamo con tutti i limiti e le fatiche che abbiamo come famiglie e come persone, ma con la consapevolezza che la nostra esperienza racconta che un altro modo di vivere il nostro tempo è possibile. Anche da un punto di vista economico. Mettere insieme gli stipendi è solo un strumento per allenare la fiducia reciproca, per interrogarci sull’uso personale e famigliare dei soldi e per creare le condizioni giuste attraverso le quali aiutarci reciprocamente, in caso di difficoltà familiare, o essere di aiuto in qualche situazione di bisogno di cui riusciamo a prenderci cura. È evidente che la ricchezza di questa esperienza ha incrociato più volte le riflessioni che abbiamo sviluppato nel lavoro di preparazione delle puntate di “Benedetta Economia!”

Qual è il bagaglio più prezioso e la prospettiva che ti porti dopo due cicli di programma?

Sono davvero grato a Luigino Bruni per aver messo la sua competenza e la sua passione di economista e di biblista al servizio di questo progetto. Su Tv2000, grazie a “Benedetta economia!” ha offerto a tutti noi la possibilità di scoprire ancora una volta che le pagine del Vecchio e del Nuovo Testamento sono una fonte viva di riflessione e di cambiamento. E mi ha molto colpito il suo desiderio di offrire sguardi nuovi e letture inedite anche alle storie o alle parabole più conosciute. Non accontentarsi, andare oltre il già detto, aver il coraggio di rischiare: è sempre bello costruire un programma televisivo con queste premesse. L’altro dono, frutto del lavoro di tutta la redazione, è la consapevolezza che anche per quel che riguarda il mondo dell’economia, delle imprese, del lavoro c’è una Italia straordinaria, che, nonostante tutte le difficoltà e i racconti depressivi, sta già costruendo un futuro diverso. Gli ospiti che abbiamo accolto in studio in questi due anni, i servizi realizzati in giro per il Paese, sono la testimonianza di un’economia alternativa a quella “dell’esclusione e dell’iniquità’ condannata da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium.  Imprenditori, lavoratori, soci di cooperative, operatori del terzo settore disposti a mettersi in gioco, a rischiare, ad unirsi per andare oltre la logica del profitto, per mettere al centro le persone e per provare a coniugare crescita e bene comune.  Per quel che riguarda le prospettive, sarà il nuovo direttore di Tv2000, Vincenzo Morgante, a valutare l’opportunità di una terza stagione di “Benedetta economia!”. Nel caso dovesse esserci questa opportunità, con Luigino Bruni ci siamo già detti che ci piacerebbe non dare nulla per scontato e rimettere in discussione tutto. Da un punto di vista degli ascolti, anche questa seconda stagione sta andando molto bene, ma questo non è sufficiente per non provare a percorrere strade nuove.

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