Bellas Mariposas

Tantissime le nuove uscite cinematografiche. Abbiamo scelto per voi: L'uomo dai pugni di ferro, 20 anni di meno, No. I giorni dell'arcobaleno, Mi rifaccio vivo e l'ultimo bellissimo film di Salvatore Mereu
Film Bellas Mariposas di Salvatore Mereu

L’uomo dai pugni di ferro.
Una “tarantinata” in piena regola, dato che il produttore del movie- action kung-fu è appunto Tarantino. Siamo in Cina fra ieri e oggi e la banda dei cattivissimi traditori sequestra l’oro che andrebbe al governo. Il guerriero Zen Yi, aiutato da un misterioso fabbro di colore e da uno strano personaggio – tipo Far West – che è un ingrassato Russell Crowe sgominerà (ci si mette anche un nugolo di bellissime e tremende cortigiane) i ribelli. Sangue ce n’è a torrenti e fa anche ridere, alla fin fine, tanto è esagerato. Ammazzatine a non finire, ritmo frenetico, un po’ di sesso e di magia nera, arti marziali a dismisura ed effetti speciali da far saltare sulla sedia. Insomma, siamo nel più fulgido folclore alla Tarantino in salsa cinese. Per gli amanti del genere, il film molto furbo e commerciale, diretto da Rza.

20 anni di meno
Strizza l’occhio alle commedie americane, ma è francese doc il film diretto da David Moreau con la bella Virginie Efira e il nuovo astro francese Pierre Niney. Brillante, scherzosa, spumeggiante e dolce, la storiella del giovane universitario ingenuo dal nome impossibile, Balthazar, che s’innamora di Alice, 38 anni, algida redattrice della rivista di moda Rebelle funziona, eccome. Nulla di nuovo, ovviamente, ma il ritmo è divertente, leggero, fresco, e i due interpreti, lei – nei panni della donna che lentamente si sgela -, lui in quelli del giovane pazzo d’amore e un po’ arruffato, sono perfetti. Ironie sul mondo della moda, sulle donne-manager che trascurano la famiglia per il lavoro, sui giovani con la testa per aria sono disseminate qua e là con quel gusto frizzante molto francese. Vincerà l’amore sopra tutto e tutti come nelle favole? Andare a vedere il film, per saperlo.

No, i giorni dell’arcobaleno
La storia del referendum in Cile del 1988 su Pinochet “sì o no”, è rivissuta dal lavoro di Pablo Larra con una passione travolgente che si legge sotto le righe di una sceneggiatura dall’andamento teatrale, misurata e sintetica. Gael Garcia Bernal interpreta con assoluta convinzione il giovane pubblicitario René Saavedra che ha inventato gli spot dell’arcobaleno che si sono poi rivelati vincenti su quelli “statali” del dittatore: il sorriso ha vinto sull’ottusità della dittatura. Vincitore nel 2012 alla Quinzaine des Réalizateurs a Cannes, il film è teso, stringente e non risparmia nulla del conflitto interno sia fra gli oppositori che fra gli aderenti al regime, ma lo fa con calma. Anche se il film ha una fibrillazione sotterranea che si legge soprattutto nel volto espressivo di Bernal e dell’ottima schiera di attori. È un’opera di rivisitazione storica, di riflessione mirata, ma evita il rischio del docu-film perché punta anche al clima di affetti, di dolori, di speranze dei personaggi e ciò lo rende umano e credibile, non ideologico. Da non perdere.

Mi rifaccio vivo
Sergio Rubini torna alla regia, la sua decima, con una commedia che una volta tanto punta al positivo, alla Frank Capra. Ma è ovviamente altra cosa. Il povero Biagio Bianchetti, umiliato da una vita dal rampante Ottone Di Valerio, si suicida, ma non muore del tutto perché dal paradiso – che non c’è, dice beffardo Rubini – lo rimandano in terra per aggiustare alcune cosette in sospeso. Così Biagio scopre che il rivale (un eccessivo Neri Marcorè) è in realtà un poveraccio, come essere umano… Ci si mettono Margerita Buy a fare la moglie frustrata e nervosa (un ruolo fin troppo consueto), Vanessa Incontrada, Valentina Cervi, Emilio Solfrizzi che recita sé stesso alla grande…e il panorama attoriale nostrano è quasi completo.

Il film non è brutto, scorre tiepidamente con gags viste e riviste, ma non trasuda quel minimo di felicità promessa all’inizio con la trovata divertente di Karl Marx al posto di san Pietro in paradiso… Poi scivola sui soliti noti (come la scena coi cardinali… e così via). Rubini vorrebbe esser leggero, surrealmente felliniano, ma ci riesce – purtroppo – solo a metà. Forse lui non è convinto del tutto che si possa un poco essere felici?

Bellas Mariposas
Salvatore Mereu firma un’opera intrigante e misteriosa con la piccola Cate che intuisce un possibile omicidio nella periferia di Cagliari. Ma interviene una strega che può leggere il futuro delle persone… Incantato e magico, il film mostra un giovane autore maturo che scava nei personaggi senza leziosità e presunzione, ma sa operare in profondità e leggerezza. L’isola regala ancora dei talenti nel cinema. Un gioiellino da non perdere.

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