Beffardo, comico e tragico Ivanov

Tra leggerezza e dolorosa umanità la commedia di un piccolo mondo senza speranza, nell’allestimento del regista Filippo Dini al teatro Eliseo di Roma fino al 15 novembre
Ivanov di Filippo Dini

La noia intensa che pervade i personaggi di Čechov, sempre in attesa che succeda qualcosa, c’è tutta. Ma l'”Ivanov”, la prima delle grandi commedie dove sono presenti già tutti i temi che verranno svolti nelle opere maggiori dal grande drammaturgo, nella versione di Filippo Dini, regista e anche protagonista, ingrana subito un ritmo veloce dal quale non esce più nei quattro atti della commedia, con tempi comici ben dosati e scoppi di gaiezza che non tolgono nulla anche al dramma che si consuma.

 

Cioè quello di Ivanov, un personaggio dolorosamente negativo: un intellettuale deluso, un proprietario terriero che ha dilapidato entusiasmo, giovinezza e patrimonio in progetti di riforme il cui fallimento l'ha lasciato moralmente e sentimentalmente inaridito. Dietro il suo spleen, la sua indifferenza, il suo egoismo, s'intravvedono i resti della nobiltà, delle generosità e del fascino di un tempo. Tempo che non è il nostro, ma che con Cechov continua a parlarci. Non per l'accurata quotidianità che descrive, per noi lontana; o per le sue descrizioni inequivocabili di uomini e donne e delle loro azioni; ma perché coglie aspetti eterni dell'esistenza, caratteristiche dell'animo e del cuore umani. Ovvero la passione della vita, quella che palpita sotto l'involucro delle parole.

 

Dini ne fa un allestimento “centrifugo”, con i personaggi che esplodono a contatto col protagonista. C'è Lebedev, il sovrintendente della tenuta, un materialista logorroico e volgare, e la sua avida consorte; L'vov, il medico idealista che odia Ivanov rimproverandolo di irresponsabilità e disamore nei riguardi della moglie Anna malata di tisi, la quale invece lo ama e sembra costantemente impegnata a salvare l'anima del marito più che la sua salute; c'è la giovanissima Sasha innamorata di Ivanov e ricambiata, relazione che, una volta scoperta, causa il peggioramento della malattia di Anna; e l'anziano conte Sabel'skij a cui piace gozzovigliare, che non crede più a niente e ciò nonostante desidera vivere e divertirsi fino a lasciarsi corrompere dal piano escogitato dall'intraprendente Borkin, di sposare la giovane e sensuale vedova Babakina per riordinare le economie personali.

 

La regia di Dini riesce a mescolare e a fondere naturalismo psicologico, espressionismo, vaudeville, comicità, e a restituirci il fascino del linguaggio cechoviano nel continuo trapasso dalla conversazione alla lirica della solitudine. Basta appena qualche accenno per spostare il tiro, e torna a infondere al linguaggio di Čechov una leggerezza rara. Basta anche una scenografia mobile, con le pareti che si allargano e si restringono nei quattro atti aprendo e chiudendo spazi, a dare respiro al pulsare delle parole e dei pensieri dei protagonisti e alle loro inquietudini. Si passa dalle luci in platea, avvolta nel tramonto della scena iniziale, al salotto borghese rutilante di colori, grottesco e onirico; dal piccolo studio di Ivanov, dove tutti entrano a chiedere conto della sua inoperosità, al salone desolato e deserto, svuotato di umanità, dove infine, in un concitato epilogo mentre fervono i preparativi per le nozze di Ivanov e Sasha, si consuma la tragedia del suicidio di un uomo all'origine onesto e retto, ma che poi ha fallito come se qualcosa, dentro la sua coscienza, si fosse rotto.

 

Lo spettacolo ha la sua carta vincente nella grande coralità e bravura di tutti gli attori messi in campo dal regista, costruita attraverso trame, gesti dettagliati, maniacalità e scarti d'umore, che ne delineano fortemente i caratteri.

“Ivanov”, regia  Filippo Dini, con Filippo Dini, Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Gianluca Gobbi, Orietta Notari, Valeria Angelozzi, Ivan Zerbinati, Ilaria Falini, Fulvio Pepe, scene e costumi Laura Benzi, luci Pasquale Mari, musiche Arturo Anneccino. Produzione Fondazione Teatro Due e Stabile di Genova. A Roma, Teatro Eliseo, fino al 15 novembre. In tournée.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons