Bauman: ascoltare i perdenti
Zygmunt Bauman se n’è andato. L’uomo che viaggiava in autobus («molto più interessante del taxi»), se n’è andato a 91 anni, in silenzio. Serenamente, «ho vissuto una vita interessante» soleva ricordare. Fioccano le celebrazioni di ogni tipo, soprattutto da parte di coloro che non l’avevano mai letto, riassumendo il suo pensiero nell’espressione “società liquida” che tanta fortuna ha fatto.
Ricordo allora alcune altre sue espressioni che riassumono in qualche modo il suo pensiero, che si basava su analisi sociologiche rigorose, ma con la libertà di inventare continuamente espressioni atte a spiegare il presente. Teorizzava il presente, Bauman, e questo ha fatto la sua fortuna. Ad esempio, per lui il pluralismo era «irreversibile» e il dialogo «irriducibile». Non c’era più spazio per “ismi” atti a giustificare la lotta contro l’avversario di turno. L’uomo è condannato a vivere insieme ai suoi simili, e «può trarne grande giovamento».
Se, come amava ripetere, «l’insicurezza ora è per sempre», non è più sentimento passeggero, le risposte non possono che essere complesse e molteplici. Soprattutto serve «l’ascolto dei perdenti» per riuscire a trovare le vie «per una rinnovata convivenza tra umani».