Basta poco
Meraviglia la simpatia che in pochi giorni papa Francesco si è attirato da tutto il mondo e da tutte le specie di persone. Sorprende sentire persone indifferenti o lontane dalla Chiesa parlare di lui con entusiasmo. Mai prima i mezzi di comunicazione avevano dato al papa tanto spazio.
Come mai? Che cosa ha fatto di particolare? Poco. Gesti e parole semplici, essenziali, ricordi personali, eliminazione di distanze e di cose superflue. Basta poco.
Come Francesco d’Assisi, che si è spogliato davanti al vescovo.
Come Gesù alla fine della sua vita: “Svuotò se stesso” (Fil 2,7). È morto spoglio di tutto, ridotto all’essenziale, all’amore. Non ha fatto discorsi, né miracoli, non ha fatto gesti d’amore: è stato amore.
Poco o, meglio, niente. Che è tutto.
Che fare per vivere questi “giorni santi”? Preghiere? Certo. Sacrifici? Anche. Ma attenzione a non accumulare. Non dobbiamo addizionare, ma togliere: dal nostro essere, fare vuoto di noi stessi per mettere in evidenza l’altro, per lasciargli il primo posto, per servirlo.
Basta poco. Basta niente, il niente d’amore.