Bassetti: più Italia in Europa e nel mondo

I temi dell’intervento del cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nell’apertura della seconda giornata dell’assemblea generale dei vescovi italiani in corso in Vaticano.

Una relazione che valorizza il positivo degli italiani e incoraggia a ritrovare un’Italia smarrita, attraversata dal maltempo di populismi e sovranismi. Il problema non sono gli altri, ma il ritrovare l’identità perduta, l’umanesimo cristiano che ha portato in Europa e nel mondo una cultura dove l’uomo è il centro di ogni agire, prima della politica, del profitto, delle ideologie. Quella stessa cultura che aveva generato l’Unione europea come ultimo frutto dopo immense opere artistiche, sociali, educative, economiche.

«Oggi, noi italiani, ‒ si chiede Bassetti ‒ cosa abbiamo ancora da offrire? Penso alle nostre virtù, prima fra tutte l’accoglienza; penso a una tradizione educativa straordinaria, a uno spirito di umanità che non ha eguali; penso alla densità storica, culturale e religiosa di cui siamo eredi». C’è un orgoglio da rispolverare per portare l’essenza dell’italianità più autentica in Europa e nel mondo.

«Dobbiamo essere fino in fondo italiani – convinti, generosi, solidali, rispettosi delle norme – perché anche l’Europa sia un po’ più italiana. Dobbiamo essere fieri – sia detto senza alcuna presunzione –, di un Cristianesimo che ha disegnato il Continente con il suo contributo di spiritualità e cultura, di arte e dottrina sociale. Di umanesimo concreto. Come italiani dovremmo essere il volto migliore dell’Europa per dare più fierezza ai nostri giovani, ai nostri emigrati e a quanti sbarcano sulle nostre coste, perché siamo il loro primo approdo».

E nel fondo della nostra cultura ci sono le radici cristiane, che si possono ritrovare solo tornando alla fonte e recuperando «la freschezza originale del Vangelo» che genera «nuove strade e metodi creativi».

Il Vangelo come paradigma di una rinascita che passa in primo luogo dalla credibilità che parla nell’umiltà, nella gratuità e nella gioia. E da un metodo sinodale di vita e di governo «secondo la doppia modalità», come spiegata dal papa, secondo un movimento bidirezionale «dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso», in cui prevale lo stile della «stima vicendevole», della «gratitudine», della «cura delle relazioni». Un metodo capace di essere generativo, per «trasformare la nostra tradizione in spinta verso il futuro» ed «abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è sempre fatto così”» (EG 33).

Un incoraggiamento per affrontare «il futuro dei giovani, il lavoro, le famiglie provate dalla quotidianità, la persona migrante e le cause che l’hanno costretta a lasciare la sua terra, la custodia del creato e lo sviluppo sostenibile».

Il cardinal Bassetti individua tre questioni che destano preoccupazione. Innanzitutto l’attacco al Terzo settore con il raddoppio della «tassazione sugli enti che svolgono attività non commerciali». Migliaia di persone, associazioni, servizi di volontariato e impegno civile che colmano spesso lacune dello Stato nei campi sociali, assistenziali, socio‒sanitari, educativi. Ma «al Governo ‒ dice Bassetti ‒ chiediamo non sconti fiscali o privilegi, ma regole idonee e certe, nel rispetto di quella società organizzata e di quei corpi intermedi che sono espressione di sussidiarietà; risposta di prossimità offerta al bene di ciascuno e di tutti; risposta qualificata dall’esperienza e dalla creatività, dalla professionalità e dalle buone azioni».

Altra emergenza nazionale sono le zone terremotate del Centro-Italia. Migliaia di abitazioni ancora inagibili e ci sono 3 mila chiese danneggiate dal sisma. «È decisivo, dunque, che le ordinanze siano rese operative, che le procedure concordate per la ricostruzione trovino attuazione, che i fondi stanziati si traducano in interventi concreti».

Ultima questione il dissolversi dell’idea di Europa fino a far parlare di una «decomposizione della famiglia comunitaria», dove il primo semplice passo da compiere è non disertare e partecipare alle elezioni di domenica prossima. «Chiediamo a tutti di superare riserve e sfiducia e di partecipare al voto».

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