Bassetti e “l’istinto del cuore”

Nella prima affollata conferenza stampa nel foyer dell’aula Paolo VI in Vaticano a conclusione della 70° Assemblea generale, il nuovo presidente della Cei spazia su tanti temi di attualità: migranti, pedofilia, politica, eutanasia, accesso ai sacramenti per divorziati risposati, terremoto, gender.
Don Mazzolari, don Milani, La Pira, il cardinale Dalla Costa, Dossetti. Le radici della chiesa fiorentina sono il terreno in cui è cresciuto, sviluppato, maturato, il percorso umano, spirituale e culturale del nuovo presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. Nella prima affollata conferenza stampa nel foyer dell’aula Paolo VI in Vaticano a conclusione della 70sima assemblea generale della Cei spazia su tutti i temi di attualità, con semplicità e la sapienza di un pastore di lungo corso.
Nella sua prima dichiarazione si è definito un improvvisatore «nel senso del contrario di un calcolatore». Preferisce «l’istinto del cuore» più della ragione per «scelta evangelica» e per intervenire rapidamente sulle necessità, ma «non senza pensare». Naturalmente non si aspettava la nomina, perché «confidavo ‒ scherza ‒ sulla mia giovane età», anche se la sua candidatura era tra le più evidenti. Ha provato «sgomento» dopo la sua elezione, ma è stato incoraggiato «dall’affetto dei vescovi, dei fratelli, del papa».
Il suo metodo è “comunionale” e conta molto sul lavoro comune, «insieme potremo fare qualcosa di bello», «camminando non solo insieme, ma sulla stessa strada» di comunione e sinodalità. Gli sembra che al papa stia a cuore «una conversione pastorale» prima dei cuori e poi «delle mani», concreta, verso una Chiesa inclusiva «per accogliere tutti e per andare verso le periferie». La Chiesa «come ospedale da campo» è la stessa intuizione che ebbe «don Mazzolari 60 anni fa quando parlava di una Chiesa come un’ambulanza che raccoglie i feriti».
Le domande dei giornalisti presenti, come sempre, vertono sulle posizioni della Chiesa cattolica italiana su spinose questioni di attualità: migranti, pedofilia, politica, eutanasia, accesso ai sacramenti per divorziati risposati, terremoto, gender e altre ancora. Fornisce risposte semplici – impossibile argomentare in poco tempo e su tutto -, ma efficaci, evangeliche, di buon senso. Alla provocazione sulla posizione della Chiesa sul Movimento 5 stelle risponde che «punterà sulla politica con la P maiuscola e sul bene di tutti» e non sui singoli schieramenti dei partiti.
Sui migranti apprezza l’iniziativa della Cei “Liberi di partire, liberi di restare” perché «le persone non devono essere costrette a lasciare la loro terra e bisogna creare le condizioni per poter restare». La pedofilia è aberrante, «mia nonna mi diceva sempre che i bambini non si toccano. Sono sacri». Tuttavia «la Chiesa sta facendo tutto il possibile e se c’è ancora qualche caso non è colpa di nessuno».
Per l’eutanasia sottolinea di far «sentire l’affetto e la vicinanza» alle persone malate perché avvertano che «hanno un valore». E, in ogni caso, «la legislazione dovrebbe tenere più conto del parere del medico, che deve essere più coinvolto per sostenere il malato». Sull’accesso ai sacramenti dei divorziati risposati sottolinea un passaggio importante: «Non fare una omologazione tra situazioni irregolari e peccato mortale». L’Amoris laetitia, dice «non è un documento opinabile, è magistero della Chiesa, come quello di tutti gli altri papi».
L’importante non è l’ammissione ai sacramenti, ma il discernimento, il cammino, anche penitenziale, di ogni singola coppia. Alcune conferenze episcopali regionali hanno già elaborato delle linee guida. Interessante anche la risposta sul dialogo assolutamente necessario con il mondo di oggi, «anche se ho paura del pressapochismo e di una identità non chiara». La conclusione è sui poveri. Sempre la Chiesa ha parlato di loro, ma ritiene che papa Francesco abbia introdotto un nuovo concetto, «quello dello scarto perché siamo in una società che emargina. Anche chi arriva ultimo nel Giro d’Italia ha una sua dignità». È inserito in una classifica, mentre oggi, «nella nostra società i poveri sono esclusi, diventano spazzatura».

 

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