Baricco e la scrittura ideologica

"Emmaus", ultima fatica dello “scrittore creativo”. Si fa fatica a terminare il libro. Perché tanto astio contro i cristiani?
Alessandro Baricco

Bello, indubbiamente, il titolo scelto. Bello, pure, l’incipit della spider rossa. Bello, infine, l’intrigante incertezza della trama iniziale. Poi il buio, o il vuoto. «Ma come – mi si dirà –, e cosa dire della fluida scrittura creativa di Baricco, il poeta della prosa? Come commentare il suo stile minimalista, senza fronzoli, senza gli orpelli di punteggiature troppo bloccate dai canoni letterari?». E via dicendo. Sì, forse qualche sprazzo di luce letteraria c’è, non lo nego.

 

Ma quel che dà sinceramente fastidio – non come cristiano, ma come lettore – è la sistematica lettura ideologica delle cose della Chiesa e dei suoi membri, il tentativo progressivo e programmato di distruzione non tanto della cristianità e dei suoi più profondi valori – ci mancherebbe, dopo venti secoli di guerre e persecuzioni! –, ma della sua caricatura, d’una banalità che solo certo sovietismo gretto e ignorante osava proporre.

 

Forse Baricco fa dell’autobiografia mascherata, forse scarica il livore accumulato contro preti e simil-preti, e qualche ragione ce l’avrà sicuramente, non posso entrare nel suo foro interiore. Ma dov’è l’onestà intellettuale? Dov’è la creatività che fa del minimalismo un approdo e non una partenza dal porto?

 

Sia. Come Baricco stesso accusa tanti di fare, forse anche la mia lettura di Emmaus è allora ideologica. Perché sarei cristiano. Lo ammetto, lo sono, anzi cerco di esserlo con scarso successo. Ma allora anche lui ammetta di essere anticristiano. Non lo farà, lo so. Ma io spero che almeno accetti il confronto (sereno) con tutti coloro che hanno fatto di Gesù un vero compagno di cammino – sì, verso Emmaus –, e non una via alla perversione, come sottintende troppo spesso il suo libro.

 

Chissà. Ma Baricco un merito ce l’ha, per aver scritto Emmaus: quello di dire ai cristiani che cosa non bisogna fare, indicando cioè quel che può generare un detestabile cristianesimo vissuto nell’apparenza ma non nella realtà. Un buon esame di coscienza collettivo, Baricco invita a fare tutti i cristiani. Grazie Alessandro, allora.

 

E grazie anche per averci dato la voglia di legge, rileggere e meditare l’episodio dei discepoli di Emmaus, al capitolo 24 del Vangelo di Luca. Un capolavoro di esattezza linguistica e di ricchezza simbolica (di scrittura creativa?), al punto da suscitare sentimenti di emulazione in quantità. Grazie ancora, Alessandro.

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