Bari è contro il femminicidio
In questi giorni a Molfetta sono stati posti agli arresti domiciliari quattro giovani tra i 18 e i 24 anni per uno stupro di gruppo su una ragazzina di 14 anni, avvenuta nella primavera del 2013. In tutto i colpevoli sarebbero dieci ma i carabinieri sono riusciti ad identificarne solo sette. Gli altri sono minorenni, di 16 e 17 anni ancora indagati. La violenza si è consumata all’aperto in un anfiteatro alla periferia della città. La causa involontaria è stata lo scherzo di un’amica che le ha aperto un profilo Facebook falso, con scritto «disponibile a tutto». Prima di chiedere aiuto ad amici e parenti, la ragazza è stata torturata per mesi con messaggi e telefonate anonime che l’hanno terrorizzata.
Il 25 novembre è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite la Giornata mondiale contro la violenza di genere, data scelta in onore delle sorelle Mirabal, tre giovani attiviste politiche della Repubblica Domenicana che lo stesso giorno di 14 anni fa, nel 1960, furono uccise dagli uomini del dittatore Truijllo.
Durante la Giornata mondiale in Italia si sono svolte numerose manifestazioni, così pure in tutta la Puglia. A Bari l’assessorato al Welfare del comune di Bari e il garante regionale dei diritti dei minori del Consiglio regionale della Puglia hanno promosso numerosi eventi partiti il 18 novembre. Laboratori, seminari e performance per sensibilizzare giovani e meno giovani alla conoscenza del fenomeno della violenza sulle donne e diffondere una cultura della non violenza. Nella giornata del 25, la cittadinanze e le associazioni sono state invitate a partecipare al corteo partito alle 17 da piazza Umberto, sfilando insieme vestite e vestiti di rosso, e far sentire le tante voci contro la violenza di genere. Al lungo corteo hanno partecipato anche i familiari di Caterina Susca, la donna uccisa a Torre a mare nella sua villa due settimane fa, lo scorso 11 novembre, per mano del diciottenne nigerianoDonald Nwajiob, attualmente in carcere accusato per omicidio.
Gli eventi nel barese si sono conclusi con un evento finale sul rapporto tra i generi, svoltosi nella prestigiosa sala del Circolo Unione di Bari, organizzato dall’ordine degli avvocati, da Giraffa Onlus e dai ragazzi del liceo scientifico Scacchi di Bari, dedicato a Paola Labriola, una psichiatra aggredita e uccisa a Bari il 4 settembre 2013 mentre era in servizio nel Centro di Salute Mentale di via Tenente Casale, nel quartiere Libertà, durante una visita finita con 28 coltellate, per mano di un paziente. Paola, definita dal parroco che ha celebrato i suoi funerali «madre per gli ultimi e i deboli, per coloro che hanno ferite nella mente e nel cuore, unguento di tenerezza e umanità», è morta lasciando il marito Vito Calabrese, psicologo, i due figli dodicenni gemelli della coppia e due ragazze avute da precedenti matrimoni di entrambi.
I ragazzi del liceo Scacchi hanno svolto una rappresentazione teatrale ricordando alcune tra le donne vittime della violenza nel mondo (Emily Dickinson, Ada Merini e Nadia Anjuman), sottolineando la forza che le ha contraddistinte, pur nello squilibrio economico, fisico e culturale che il più delle volte le rende vittime indifese.
Un flashmob si è svolto a Molfetta con giovani vestiti di rosso per gridare «basta alla violenza sulle donne». La giornata ha visto una grande partecipazione delle province pugliesi con iniziative anche a Foggia e Taranto.