Bandiera della pace, tra esoterismo e segno biblico

Qual è il significato della bandiera arcobaleno? E che differenza c’è con quella delle istanze lgbtq+? Le remore verso un simbolo considerato, in alcuni ambienti, di origine gnostica o comunque portatore di una cultura del relativismo assoluto. Una traccia di ricerca che arriva fino al 1912 e alla proposta del pastore cristiano metodista Van Kirk
Bandiera pace (AP Photo/Gregorio Borgia)

Le carovane umanitarie dirette in Ucraina sanno che non devono esporre le bandiere arcobaleno, considerate un simbolo ambiguo come il termine pace d’altronde, se inteso come messaggio di resa. Nel 2003 l’Italia fu inondata di vessilli multicolori come espressione del rifiuto della guerra in Iraq, decisa comunque dal presidente statunitense George W. Bush e dai suoi consiglieri.

Quell’atto di dissenso pubblico rispose ad un appello lanciato dal missionario comboniano Alex Zanotelli e compare ancora in alcuni siti istituzionali ed è associato a simboli di partito che nel frattempo hanno maturato una posizione che è difficile definire “pacifista”, anche se la parola come tutti gli “ismi” si presta a banalizzazioni e retoriche.

Ad oggi la bandiera arcobaleno è molto più nota per le manifestazioni dei gay pride che rappresentano i raduni più assidui nel richiamare adesioni e presenze istituzionali. La differenza della bandiera è minima oltre al fatto che su una c’è la scritta “pace” e in quella dell’orgoglio  lgbtq+ la striscia sulla sommità è rossa e non viola.

Di solito si fa risalire l’origine della bandiera della pace a quella fatta cucire da Aldo Capitini per la prima marcia della pace indetta a Perugia nel 1961. Questo filosofo liberalsocialista si dichiarava portatore di una visione religiosa esplicitamente non cristiana anche se intrisa di quel francescanesimo che pervade la terra umbra e Assisi in particolare. Un personaggio mite che non aveva remore nell’attaccare duramente la dottrina di papa Pio XII e quindi si comprende il timore dei frati del tempo nei confronti della marcia della pace che pareva mescolare reminiscenze di dottrine astrattamente umanitarie assieme alle manovre del partito comunista di stampo sovietico intento a usare a fini egemonici l’operato di “utili idioti” di ogni risma.

Secondo una certa narrazione tradizionalista la bandiera della pace è invece un simbolo satanico inventato da una teosofa ucraina, tale Helena Petrovna Blavatsky, che avrebbe invertito l’ordine dei colori dell’arcobaleno, che ha il rosso all’inizio (come quella del gay pride), proprio per sovvertire il cristianesimo con dottrine che riconducono la pace non alla conversione che riconosce in Gesù il “principe della pace”.

La teosofia, abbastanza diffusa nel secolo scorso, quale dottrina gnostica, riservata solo agli “illuminati”, ha avuto diverse declinazioni, da quella filosofica neo platonica a vere e proprie interpretazioni esoteriche comuni ad alcune credenze massoniche.

Il simbolo arcobaleno che pure compare spesso in ambito cattolico, per diventare anche stola del celebrante o tovaglia per l’altare, è stato condannato nel 2008 dall’agenzia Fides con un comunicato dove si  afferma che «al di là di chi sia stato il primo a ostentare tale simbolo, resta il fatto incontestabile che si presenta come il più adatto a rappresentare un’idea, oggi molto in voga, secondo la quale non ci sarebbe alcuna verità assoluta: tutte le opinioni hanno la medesima dignità e quindi meritevoli di spazio».

Un simbolo cioè del relativismo eretto a sistema di pensiero, con venature di carattere new age, espresso dalla canzone di John Lennon Imagine dove il mondo di pace si realizza provando a immaginare un globo dove «non c’è alcun paradiso o inferno sotto di noi. Sopra di noi solo il cielo. Immaginate tutta le gente che vive solo per l’oggi». Appartiene alla visione new age la convinzione di un cambiamento d’epoca dall’era dei Pesci, definita dal cristianesimo e altre religioni considerate portatrici di guerre, a quella dell’’Acquario, definitta come nuova era di pace e unità. In questo senso anche la bandiera del modo lgbtq+ usata per la prima volta nella gay freedom day parade di San Francisco del 1978, pare in linea con questa sensibilità.

Non sembra estranea a queste suggestioni la decisione di alcune realtà ecclesiali, come il Sermig, che hanno elaborato e usano altri simboli per esprimere la pace.

Una più compiuta ricostruzione dell’origine della bandiera della pace è quella che ha compiuto  Gabriele De Veris, bibliotecario presso la biblioteca di San Matteo degli Armeni a Perugia, luogo dedicato alla memoria di Capitini.

De Veris rintraccia le prime immagini della bandiera legate al movimento pacifista contemporaneo all’uso compiuto dai Partigiani della pace, movimento internazionale che ha avuto una grande diffusione nell’immediato dopo guerra tra il 1949 e 1956. Una realtà complessa e interessante da riscoprire per l’autorevolezza delle personalità che vi aderirono e la strumentalizzazione che riuscirono a compiere i diversi partiti comunisti di obbedienza sovietica facendo perdere il valore delle istanze di pace in un mondo segnato dal vero passaggio di epoca, quello dell’era atomica.

Lo studioso perugino è riuscito ad andare ancora di più nel profondo, scovando una prima bandiera della pace proposta con l’arcobaleno dei sette colori, con il rosso in altro, nel 1912 dal pastore metodista James Van Kirk, in vista della Conferenza mondiale della pace del 1913 che si tenne a Londra per cercare una composizione a quella che è stata definita la “prima guerra balcanica” combattuta contro l’impero ottomano da una lega composta da Serbia, Grecia, Romania, Montenegro e Bulgaria.

L’esito di quella conferenza portò alla nascita dell’Albania, segnata da contrasti sulle regioni legate alla Grecia e soprattutto sul Kosovo ceduto alla Serbia.

Tracce di una storia che pare non cambiare molto nei suoi nodi irrisolti, considerando che quella conferenza di pace si tenne alla vigilia del 1914, anno di inizio della prima guerra mondiale, punto di frattura della storia. Un conflitto originato da una questione di sovranità nei Balcani valutata inizialmente di poco conto e destinata a restare locale.

La bandiera arcobaleno del pastore Van Kirk è posta in un cielo stellato, che la contiene assieme ad un mappamondo stilizzato.

Appare evidente che per il cristiano Van Kirk l’arcobaleno rimandava al racconto biblico di Noè. Al nuovo patto tra Dio e l’umanità che non può essere distrutto dopo il diluvio universale. Nel vangelo del “discorso della montagna” (Matteo 5-7) il bilancio della storia avverrà in base alle scelte compiute nella propria vita: «Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio».

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