Banche e debiti delle famiglie, una bomba da disinnescare

Allarme per le nuove regole sui conti correnti in vigore dal 2021. La nota anti panico della Banca d’Italia non rassicura il Forum delle famiglie che chiede un intervento urgente delle istituzioni italiane ed europee.
Famiglia Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

Si può mettere una famiglia sul lastrico se non ha i soldi per coprire 100 euro di debito con la banca? Sembra assurdo anche solo pensarlo, soprattutto nel pieno di una pandemia e di crisi gravissima dove il dibattito è concentrato sui 209 miliardi di euro destinati dall’Unione europea per finanziare il piano del Next generation Ue.

Continua a sembrare una bufala che corre sul web, ed invece per cercare di porre un rimedio in extremis è intervenuta la Banca d’Italia il 28 dicembre per precisare le conseguenze della nuova definizione di default (inadempimento) che entrerà in vigore il primo gennaio 2021 in base al “Regolamento europeo relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento”.

L’istituto di via Nazionale conferma che il cliente privato è considerato inaffidabile se “in arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di un’obbligazione rilevante”. E a cosa corrisponde questo “debito rilevante”? A “100 euro per le esposizioni al dettaglio” e 500 euro se si tratta di un’impresa.

Ritardano le entrate in famiglia? Non arrivano i pur contenuti “ristori”? Bisogna fare delle spese improvvise oppure semplicemente lo stipendio mensile non basta?  È purtroppo fisiologico andare sotto zero grazie ad un “fido” che la banca può concedere, facendosi pagare il servizio, ai singoli come alle imprese. In casi estremi si può concordare con l’agenzia di superare il limite dello scoperto nella previsione ragionevole di nuovi soldi in arrivo. Il bancomat continua a funzionare e si va avanti seppur precariamente. In caso contrario si bloccherebbero la trattenuta dei prestiti come delle utenze con l’attivazione delle società specializzate nel recupero crediti.

Molte storie familiari sono segnate da questo meccanismo rimesso alla discrezione delle banche. L’applicazione letterale delle nuove regole comporterebbe, invece, oltre i 90 giorni di conti in rosso di 100 euro e oltre, la segnalazione alla “Centrale Rischi” con lo stigma di “cattivo pagatore”. Un marchio difficile da togliere e che impedirebbe alle persone di chiedere un prestito, comprare a rate, ecc… Una dannazione che, senza solide reti di mutuo aiuto, apre la porte alla disperazione e ai criminali dell’usura.

La Banca d’Italia ha invitato tutti a non entrare nel panico: «Non è vero che basta uno sconfinamento o un ritardo nei pagamenti per somme anche solo di 100 euro per dar automaticamente luogo a una segnalazione di sofferenza». La precisazione inviata a tutti gli intermediari finanziari ci tiene a confermare che «la nuova definizione di default non introduce un divieto a consentire sconfinamenti: come già ora, le banche, nel rispetto delle proprie policy, possono consentire ai clienti utilizzi del conto che comportino uno sconfinamento oltre la disponibilità presente sul conto ovvero, in caso di affidamento, oltre il limite di fido».

Ma siccome si tratta di una scelta discrezionale del singolo istituto di credito o intermediario, è necessario andare a controllare le regole vigenti e recuperare le comunicazioni periodiche, scritte in maniera tecnica e poco comprensibile, che arrivano via mail o attraverso la posta. È difficile, in tempo di Covid, precipitarsi nella propria agenzia. I tempi di attesa di un appuntamento sono variabili. Resta il canale dei numeri verdi, dell’accesso a conto on line o del tradizionale amico che lavora in banca.

Non c’era veramente bisogno di immettere altra incertezza nella vita di milioni di persone che assistono quotidianamente ai bollettini delle vittime del contagio e cercano di cogliere segnali di ripresa e non di depressione. Il distacco tra i partiti, intenti a definire nuovi equilibri per il “rimpasto” del Conte 2 o la sua caduta, e la vita concreta delle persone non potrebbe essere più evidente.

È, perciò, significativa e importante l’iniziativa presa dal presidente del Forum delle associazioni familiari di scrivere a tutte le fonti di informazioni per sollecitare l’immediato interessamento del presidente del Consiglio, ministro delle Finanze, Parlamento e Commissione dell’Unione europea, nonché a tutte le istituzioni bancarie italiane ed europee per bloccare o riformare l’applicazione di un regolamento che avrebbe “effetti letali” per tantissime famiglie esposte a gravissime difficoltà.

Per Gigi De Palo non sono, perciò, sufficienti le rassicurazioni offerte dalla nota della Banca d’Italia secondo la quale «gli intermediari segnalano un cliente “in sofferenza” solo quando ritengono che abbia gravi difficoltà, non temporanee, a restituire il suo debito. La classificazione presuppone che l’intermediario abbia condotto una valutazione della situazione finanziaria complessiva del cliente e non si sia basato solo su singoli eventi, quali ad esempio uno o più ritardi nel pagamento del debito».

La normativa resta complessa e aperta a troppe interpretazioni discrezionali per liquidare tutto come un falso allarme. Ci si aspetterebbe una chiara presa di posizione da parte da quelle stesse forze politiche molte attente ai nuovi equilibri di potere nel controllo dei vecchi e nuovi gruppi bancari alle prese con masse di crediti concessi a soggetti inaffidabili. Non certo alle famiglie in carne e ossa che mandano avanti il Paese nonostante tante difficoltà e che non possono essere esposte ad un pericolo grave in caso di un “debito rilevante” di 100 euro.

Qui il comunicato del Forum delle associazioni familiari.

Qui l’intervento della Banca d’Italia

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