Bambini con problemi cognitivi
«Il mio bambino di 7 anni è affetto da insufficienza mentale lieve, con ritardo psicomotorio e del linguaggio. Cosa significa? E cosa posso fare per aiutarlo? Sono molto preoccupata per il futuro». Anna – Roma La domanda mi permette di parlare un po’ dei bambini affetti da insufficienza mentale lieve. Nonostante il fenomeno venga poco trattato, in realtà esso è molto più frequente di quanto si pensi. Infatti, la percentuale dei bambini con deficit cognitivo è circa il 2 per cento. In pratica, essi percepiscono la realtà e gli eventi in modo differente dagli altri, in quanto la capacità di collegamento dei concetti e la loro elaborazione astratta è debole. Ciò rende difficile la comprensione delle varie situazioni. Durante, per esempio, una conversazione fra coetanei, un dialogo con i genitori, o la lettura di un brano, essi riescono a comprendere solo l’evento o la parte principale, trascurando l’analisi e la comprensione delle parti secondarie. La difficoltà maggiore consiste in sostanza nella poca propensione all’astrazione, cosa che impedisce la comprensione completa di tutti gli stimoli presenti nell’ambiente. Il loro pensiero infatti risulta essere rigido, meccanico, e spesso ripetitivo. E allora, cosa si può fare per aiutarli? Chi vive con questi bambini impara pian piano ad esprimersi in forma semplice e concreta, in questo modo il dialogo è reciproco e comprensibile. È necessario poi tenerli costantemente stimolati, in quanto il loro punto di forza è la ripetizione meccanica e sono in grado di impegnarsi per molto tempo. A scuola, mentre presentano difficoltà soprattutto nella geometria e nella risoluzione dei problemi, sono particolarmente bravi, se seguiti e stimolati, nelle abilità di calcolo e nelle tabelline; nelle materie storiche ed umanistiche, è necessario semplificare i contenuti per permetterne l’apprendimento. Per questo, è importante fornire loro l’insegnante di sostegno (sarebbe utile richiedere il massimo delle ore previste dalla legge), che facilita la comprensione dei concetti, semplificando e attivando una continua stimolazione meccanica. Occorre inoltre aiutarli a mantenere alta l’autostima e la motivazione ad apprendere, attraverso una gratificazione costante. È molto utile che siano inseriti nel contesto sociale, e non importa se preferiscono stare con bambini più piccoli della loro età. In molti casi, è necessario anche un trattamento psicomotorio e logopedico da continuare per molti anni. Per concludere, vorrei tranquillizzare la signora Anna. L’amore per suo figlio, concretizzandosi nella cura, nell’attenzione e nella stimolazione, gli consentirà di sviluppare al meglio tutte le potenzialità. Imparerà a rispondere non solo impegnandosi fino in fondo, ma anche manifestando interesse per i bisogni degli altri. In tutte le situazioni dove questi bambini sono stati seguiti bene, la loro vita adulta è risultata perfettamente normale: sono diventati uomini semplici e liberi.