Balotelli coltelli
Alla fine della partita Inter Barcellona, Mario Balotelli si toglie la maglia e la scaraventa a terra
Uno strano gesto. Anzi inqualificabile. Il giocatore Balotelli al termine della trionfale vittoria dell’Inter sul Barcellona con il sonoro punteggio di 3 pallini a 1, getta la spugna, ovvero la maglia, che per un giocatore è la stessa cosa. Chiunque sa, sin da bambino, che la maglia è tutto. I colori, le strisce, diventano un tutt’uno con la pelle e il cuore di chi l’indossa. Si è rossoneri, biancocelesti, giallorossi, bianconeri fin nell’anima perché per alcuni il calcio è una fede, a volte, purtroppo, l’unica.
Se Balotelli abbia così reagito perché sia stato provocato, insultato, infastidito a noi non è dato sapere. Forse esiste una verità più profonda non ancora venuta a galla. Di certo, quello che appare in superficie, è che il calciatore, da come si poteva ben notare dal labiale delle immagini televisive, era molto arrabbiato e in pieno turpiloquio incontrollato. Il ragazzo si espone così a critiche abbastanza scontate e viene da tutti descritto come immaturo anche se è un grande talento che a vent’anni può solo migliorare. A patto che diventi un campione anche nella vita, nell’equilibrio, nell’umiltà. Altrimenti sarà un altro talento sprecato e non del tutto compiuto nella vita e nello sport. Vedi altri esempi celebri che è meglio non nominare.
Sarebbe un peccato e non importa se ci saranno provvedimenti disciplinari, se cambierà squadra, se il calcio non è più uno sport ma un affare economico perché gettare la maglia è come lanciare una sfida a singolar tenzone, un duello contro tutti: la squadra, i tifosi, i compagni di squadra, l’allenatore, se stesso. Balotelli coltelli, si potrebbe dire. E chi di spada ferisce di spada perisce. A meno che si impari dai propri errori.