Bagnasco: Etica della vita prioritaria su quella sociale

Delusi quanti si aspettavano indicazioni sul «soggetto di interlocuzione con la politica». Chiesta attenzione al lavoro, alla giustizia sociale e ai principi non negoziabili
Bagnasco

L’appuntamento di Todi è finalmente in corso di svolgimento dopo una settimana di fibrillazione mediatica e di variegati pronostici. La domanda incombente era una sola: nascerà un nuovo partito a marcata identità cattolica o no?

 

Con un corollario: quale fisionomia dovrebbe assumere il preannunciato «soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica, che – coniugando strettamente l’etica sociale con l’etica della vita – sia promettente grembo di futuro, senza nostalgie né ingenue illusioni»?, come prospettato dal card. Bagnasco in apertura del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, lo scorso 26 settembre.

 

Il presidente della Cei, secondo le aspettative, avrebbe dovuto offrire risposte. Il porporato ha invece spiazzato tutti. O, meglio, tutti quelli che si aspettavano nette esplicitazioni dall’intervento del presidente della Cei che, questa mattina alle ore 9, ha aperto l’assise del Forum del mondo del lavoro riunito attorno al tema “La buona politica per il bene comune: i cattolici protagonisti della politica italiana” nello scenario del grande salone del convento francescano di Montesanto, alle porte di Todi.

 

Nessuna indicazione su una possibile formazione politica, dunque, e nemmeno suggerimenti relativi al soggetto di interlocuzione. D’altra parte, una parola di auspicio del presidente della Cei

sull’uno o sull’altro sarebbe stata immediatamente criticata quale manifestazione d’ingerenza nella vicenda politica nazionale o sconfinamento nell’autonomia dei fedeli laici organizzati.

 

Il cardinale di Genova ha inteso rimanere sugli elementi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa. «Il punto sorgivo della presenza sociale e civile dei cattolici è il primato della vita spirituale, è quel guardare fermamente al volto di Cristo che con la forza del suo Spirito sprigiona dinamismi virtuosi d’intelligenza e di dedizione», giungendo a dire parole forti: «Se per nessuno è possibile l’assenteismo sociale, per i cristiani è un peccato d’omissione».

 

Per il presidente della Cei occorre essere consapevoli che «la religione non è un problema per la società moderna ma, al contrario, una risorsa e una garanzia», e i cristiani «sono diventati nella società civile massa critica, capace di visione e di reti virtuose per contribuire al bene comune».

 

Egli ha aggiunto, rivolgendosi al qualificato uditorio, che «i fedeli laici sanno che è loro dovere lavorare per il giusto ordine sociale», ricordando l’impegno della Chiesa con tutta la sua «rete di vicinanza e di solidarietà» e l’attenzione ai temi del lavoro, della giustizia sociale della salute, della casa.

 

Ma attenzione! «La giusta preoccupazione verso questi temi – avverte il porporato – non deve far perdere di vista la posta in gioco che è forse meno evidente, ma che sta alla base di ogni altra sfida: una specie di metamorfosi antropologica». A cosa si riferisce? «Sono in gioco, infatti, le sorgenti stesse dell’uomo: l’inizio e la fine della vita umana, il suo grembo naturale che è l’uomo e la donna nel matrimonio, la libertà religiosa ed educativa che è condizione indispensabile per porsi davanti al tempo e al destino», tanto da sottolineare che «perché sono “sorgenti” dell’uomo, questi principi sono chiamati “non negoziabili”».

 

E ancora: «Senza un reale rispetto di questi valori primi, che costituiscono l’etica della vita, è illusorio pensare ad un’etica sociale che vorrebbe promuovere l’uomo ma in realtà lo abbandona nei momenti di maggiore fragilità».

 

Partito cattolico? Soggetto di interlocuzione? Il card. Bagnasco invece ha precisato temi e priorità dell’agenda per l’Italia ed anche della giornata di riflessione del Forum del mondo del lavoro. Quasi immaginando perplessità e distinguo dettati dalla crisi economica e occupazionale, il presidente Cei chiarisce: «A volte si sente affermare che di questi valori non bisognerebbe parlare perché “divisivi” e quindi inopportuni e scorretti, mentre quelli riguardanti l’etica sociale avrebbero una capacità unitiva generale». Si chiede perciò: «Ma è possibile perseguire il bene comune tralasciandone il fondamento stabile, orientativo e garante? Il bene è possibile solo nella verità e nella verità intera. Per questa ragione non sono oggetto di negoziazione».

 

I lavori a Todi proseguono nel pomeriggio. Alla fine, in conferenza stampa, saranno comunicati i risultati della giornata. “La buona politica per il bene comune” è il tema. Resta l’attesa di conoscerne lo svolgimento.

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