Azzardo e politica. Il muro da abbattere
Mentre è appena terminato lo Slot Mob numero 110 che si è svolto a Verona, il caso serio dell’azzardo in Italia sembra arrivare al centro del dibattito politico. In attesa di ulteriori approfondimenti, mettiamo in fila alcuni fatti che possono aiutare la comprensione della situazione attuale
Il risveglio del cane da guardia della democrazia
Finalmente anche il Corriere della Sera ha rotto l’embargo sull’invasione in Italia del gioco d’azzardo con il suo giornalista di punta, Gian Antonio Stella. Nell’edizione del 19 ottobre, di fronte alle ambiguità contenute nella legge di stabilità che fanno intravedere la concessione di nuove 22 mila sale slot per il 2016, si chiede: «Cosa ne pensa, il ministro della Salute, dell’alluvione di punti gioco? Dobbiamo preoccuparci solo della varicella o anche dei «tossici» delle slot machine o delle scommesse sul calcio che rappresentano ormai 4 miliardi e 250 milioni?». È quanto mai significativo che una tale denuncia arrivi dal giornale corazzata del gruppo editoriale Rcs, lo stesso che ha ceduto recentemente il settore libri alla Mondadori e, in precedenza, promosso il sito di scommesse on line Gazzabet assieme a Playtech, tra le più grandi società specializzate nello «sviluppo di piattaforme software unificate e contenuti per il settore del gioco e delle scommesse, di tipo online e classico». Una manovra che ha portato i giornalisti della Gazzetta dello Sport a scioperare contro l’inglobamento della storica testata sportiva in un sito di scommesse.
La penetrazione delle mafie
Onestamente Stella riconosce l’impegno coerente, e quasi solitario, assicurato sul campo dal quotidiano Avvenire diretto da Marco Tarquinio. E proprio la testata cattolica è quella che, con Toni Mira, fa presente che nella Legge di stabilità del governo Renzi «è prevista la riapertura del condono dei centri scommesse illegali scaduto a gennaio. Allora, infatti, ne vennero sanati "solo" duemila e 200, mentre ne mancano altri 5mila. E la 'ndrangheta è già pronta». Il riferimento è all’importante operazione di polizia guidata dalla Procura di Reggio Calabria che ha svelato, nel luglio scorso, una colossale rete di gioco d’azzardo in mano alla ‘ndrangheta arrivando al sequestro di beni per 2 miliardi di euro, confermando quanto affermano le recenti relazioni della direzione nazionale antimafia sulla capacità di infiltrazione delle mafie nell’azzardo “legale”.
Il gesto del presidente della Repubblica
Con lo stile ormai riconoscibile di chi si esprime con i fatti, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scelto di riconoscere l’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana a 18 cittadini italiani e stranieri per il loro impegno civile e solidale. Tra questi ha voluto premiare Maurizio Fiasco «per la sua attività di studio e ricerca su fenomeni quali il gioco d'azzardo e l'usura, di grave impatto sulla dimensione individuale e sociale». È bene ricordare che lo studioso (esperto della Consulta nazionale antiusura e presidente di Alea, Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e dei comportamenti a rischio) è stato, tra l’altro, oggetto di attacchi offensivi da parte del rappresentante del sistema Gioco di Confindustria.
L’affare della pubblicità
Considerando la complessità della materia, come sa chi segue il movimento Slot Mob, a livello parlamentare ci si è resi conto che, per colpire la ragnatela delle lobby che sostengono l’incentivazione dell’azzardo, bisogna puntare al divieto assoluto di pubblicità e promozione di una pratica dannosa almeno come il fumo. Si tratta di smontare tutto quello che gira intorno alla pubblicità dell’azzardo, con la pressione indiretta verso la libertà di stampa esercitata con i soldi delle sponsorizzazioni. Esistono, in merito, due brevi, chiare e identiche proposte di legge presentate rispettivamente dal gruppo interparlamentare sull’azzardo coordinato dal deputato democratico Lorenzo Basso e dal gruppo M5S rappresentato dal senatore Giovanni Endrizzi. Non esiste tuttavia un sostegno massiccio dei parlamentari in grado di imporne la discussione che resta affidata alla discrezionalità dei presidenti di commissione. Anzi esiste un progetto di legge del senatore democratico Franco Mirabelli che mira, in sostanza, a limitare la totalità del divieto di pubblicità.
In attesa del botto
Nel frattempo, mentre a Roma si discute, nel quartiere Stadera di Milano, la notte del 12 ottobre, è saltato in aria un bar che aveva aderito alla campagna contro le slot. Un botto così violento da far dirottare le linee del tram sulla strada. Le indagini, forse, accerteranno il collegamento tra questo atto doloso e la scelta del barista di rifiutare l’ingresso delle sale slot nel suo locale. Sarebbe, tuttavia, una forma iniziale di risarcimento sentire il rumore della caduta del muro che in Parlamento ha impedito finora l’accesso del buon senso e del bene comune.