Avventura aspettando il Natale
“Ehi ragazzi, ma dove cavolo andiamo?” aveva chiesto annoiato Willy Bells, il solito piantagrane e piuttosto pigro, inforcando la sua fiammante mountain bike.
“Eddai! Sempre il solito che non si fida!” aveva apostrofato Harry Smith. “Non vedi? Stiamo andando su per la collina.”
“Non sono orbo” replicò Willy Bells, ma per nulla stizzito. Ad Harry Smith si poteva perdonare tutto: aveva la casa più attrezzata del mondo per giochi e ospitalità, un campo da baseball dietro casa, un garage pieno di mille attrezzi e pezzi con cui creare qualcosa. Questo e soprattutto un buon carattere, gli valeva la simpatia di molti.
“Dai Willy,” aveva spiegato Frank West, un tipo pratico e che metteva a posto subito i bulletti di turno, anche se era permaloso come un riccio. “Ti ricordi il cucciolo che abbiamo trovato nel fosso? Stiamo andando a controllare come sta, con i suoi nuovi padroni. Vieni anche tu? Stanno in qualche parte qui in mezzo ai boschi.”
“Ah sì, lo ricordo, era proprio un bel cucciolo, chissà da dove era sbucato fuori. Vengo anch’io, sì.” Confermò Willy Bells seguendo gli amici che sfrecciavano senza fatica anche in salita. Non era tardi, ma già il sole stava tramontando, in quelle giornate di inizio inverno, alle soglie del Natale, con un emozionante spettacolo rosso e dorato, che li obbligò a fermarsi per ammirarlo nel suo splendore.
Poi il sole lasciò il posto all’imbrunire, mentre i ragazzi stavano percorrendo l’ennesimo sentiero sterrato. Del casolare però nemmeno l’ombra.
“Abbiamo fatto male i calcoli di orario e di orientamento, gente!” aveva commentato Frank West.
“Qui si fa buio e abbiamo sbagliato strada vero? Insomma, ci siamo persi?” chiese quasi piagnucolando Willy Bells.
“Dai ragazzi, ho quel che serve per vederci meglio…” disse Harry Smith tirando fuori la grossa pila dallo zainetto tuttofare, da cui non si separava mai. “Certo la casa doveva essere proprio in questa zona, non so come abbiamo fatto a sbagliare sentiero. Capita. Anzi non dovrebbe succedere, ma ora bisogna pur che ci arrangiamo no?”
“Qui attorno è tutto buio, non si vede nessuna casa. Nessuno di noi ha un cell per chiamare qualcuno.” Avvertì Willy Bells preoccupato.
Ma preoccupati erano tutti e tre certamente. Sulla collina i boschi erano invitanti nel pomeriggio assolato, ma ora erano coperti di mistero e di freddo, che si faceva sentire soprattutto attraverso i loro modernissimi jeans bucherellati.
Poi un rumore lieve, ma ritmato.
“Sentito il fruscio?” chiese Frank West. “Qualcuno o qualcosa si avvicina. Fermi tutti!” Trattennero il fiato, poi la “cosa” si dileguò precipitosamente nella boscaglia buia, senza potersi far riconoscere. “Sarà una lepre. Qui è pieno di lepri” concluse Harry Smith, ma non ne era certo per niente.Willy Bells sussultò quando, con un grido rauco, qualcosa si levò dalla macchia e volò basso vicino a lui. “Tranquillo era un fagiano… mi pare…forse” bisbigliò Frank West.
E adesso cosa faranno i tre tipi in bicicletta nella sera buia, con una fioca luna, sorta pallida e tremolante fra il blu, a guardare quel che stava capitando?
Qui si fa notte… infatti ormai i tre si ritrovarono a prendere una decisione: cercare un riparo per la notte, che non si presentava tiepida di certo.
Tre ragazzi, con bici al seguito, si stagliavano fra le ombre di una notte però speciale, quasi alla vigilia dell’attesa di un Bambino. Un Bambino, Signore del mondo. Quell’anno il Natale che si stava preparando era però molto particolare: un’epidemia stava tracciando giorni complessi, di prudenze e chiusure, forse senza poter condividere con i propri cari la festa, che era da sempre festa dei cuori e degli affetti.
“Guarda cosa ci capita, ragazzi che facciamo? Ci giochiamo le vacanze di Natale così nel bosco? Qui ripari non se ne vedono” osservò sfiduciato Frank, “la tua pila, Harry, non so come ci possa aiutare.”
Harry Smith non rispose, era muto, con lo sguardo rivolto in lontananza, verso un punto preciso da dove proveniva un piccolo fascio di luce.
“Ehi, guardate, forse la casa che cerchiamo è là!” esultò Willy Bells, mettendosi le ali ai piedi e trascinando la sua mountain bike piuttosto provata dall’avventura, visto il fango raccolto. I tre si concentrarono seriamente e, già pregustando il successo e la possibilità di avvisare le famiglie, si avviarono convinti verso quel barlume di luce, superando notevoli ostacoli, dati dai cespugli e dai rovi che li separavano dalla luce. Ma cosa c’era laggiù, in fondo al bosco?
In cima alla collina, a cielo terso, coronata dalle cime dietro di lei stava una casa, anzi forse una baitina, una capanna.
“Ragazzi non è il casolare dove è stato ospitato il cucciolo” spiegò Frank West.
“Vero, ma lì qualcuno ci sarà e ci ospiterà per la notte” aggiunse Harry Smith.
“Spero abbiano un cellulare, così avviso il papà. Sarà in pena e mi buscherò un bel castigo” chiarì dispiaciuto Willy Bells.
Il pensiero corse ai genitori in pena e tutti ebbero qualche momento di silenzio carico di apprensione e desiderio. “Mi verrà a cercare Toby, il mio cagnolone…” pensò Harry Smith.
Arrivarono vicini alla casetta. Dal camino un fumo leggero rassicurava i ragazzi che un po’ di calore lo avrebbero trovato.
Bussarono. Nessuno rispose. Harry Smith per primo spinse l’uscio e rimase come impietrito e immobile. “Dai entra no? Ma guard………..” Ma anche a Frank West e a Willy Bells le parole morirono in gola alla vista di una donna che teneva un neonato fra le braccia. Un uomo barbuto, dallo sguardo sereno, stava sistemando la paglia per terra per riposarsi e stava curando il fuoco nel camino. Per primo si alzò e andò loro incontro. “Salve ragazzi, vi aspettavamo. Avete bisogno di scaldarvi? Vi siete persi vero?”
Nessuno riuscì ad annuire. Davanti a loro stavano Giuseppe, Maria e il Bimbo Gesù. C’era l’asino e c’era il bue. Era un presepe. Vivente.
Gesù era lì, piccino e li guardava. E sorrideva.
E dentro a quel sorriso e a quelle braccine tese verso Willy c’erano tutte le preoccupazioni di Willy Bells, il suo timore per la matematica, per il prof di storia, per la partita andata male, per il litigio con suo cugino e tutto quel che aveva nel cuore.
E dentro a quel sorriso e a quelle braccine tese verso Frank c’erano la delusione che provava per l’amico che lo avevano ingannato, la paura del covid, degli esami che doveva fare, del compito in classe che era andato male.
E dentro a quel sorriso e a quelle braccine tese verso Harry c’era tutta la sua vita, le sue rabbie, le antipatie e la fatica di scegliere il bene sempre. Gesù si portava tutto nel cuore di bambino, perché anche lui era stato un bambino e un ragazzo e sapeva tutte queste cose.
“Dormite ora, domani mattina ritroverete la strada verso casa” li rassicurò Giuseppe.
“Certo, non vi preoccupate” aveva detto Maria, “qui siete al sicuro, lasciate tutti i vostri pensieri al mio Bambino. Ci penserà Lui ad aiutarvi.”
Si addormentarono subito per la stanchezza.
Poi sentirono delle voci concitate e un cane che abbaiava disperatamente. Una voce di donna diceva: “Toby abbaia come un forsennato, vediamo qui dentro. Questa casupola non l’avevo mai vista! Guardiamo qui dentro!”
I tre ragazzi si svegliarono ben bene quando una massa nera e calda si tuffò su di loro e con un gran lavoro lavò a leccate i loro visi, decisamente stravolti dal lungo sonno ristoratore.
Toby li aveva ritrovati.
“Harry! Willy! Frank! Che meraviglia siete qui e siete sani e salvi! Oh che gioia!” Era la mamma di Harry che aveva abbracciato tutti e tre, poi entrarono correndo tutti gli altri genitori.
“Vi abbiamo cercato tutta la notte…”
“Tranquilli ci hanno ospitato loro…” stava dicendo Harry voltandosi verso il camino…
Ma non c’era nessuno. Giuseppe, Maria e il Bambino non c’erano più.
Neppure l’asino e il bue.
Eppure nel camino c’era la cenere.
Willy, Harry, e Frank si guardarono in silenzio. Uno sguardo di intesa diceva: e chi lo dice adesso che Gesù ci ha salvato stanotte?
“Chi loro? Qui non c’è nessuno” chiedevano.
“Erano Giuseppe, Maria e Gesù. Davvero.”
In un angolo la paglia fresca era un segno tangibile: lì avevano incontrato Gesù Bambino e a Lui avevano dato tutti i loro pensieri difficili.
“Mamma, tu lo credi vero?”
“Sì, tutto è possibile a Dio”.
E Toby fece un gran balzo di gioia e lasciò ancora una leccatona di festa sul naso di Harry… fino a quando fu distratto da un guaito: “Ehi guardate” aveva osservato Willy “il cuccioletto che avevamo trovato! Sarà fuggito…”
Era un batuffolo marrone, con due occhi vispissimi, che rotolò fra i tre con aria supplichevole.
“Teniamolo noi ragazzi” propose Harry. “Un mese ciascuno, vi va?”
“Ok, una vera trovata, un regalo di Natale!”
I genitori si guardarono complici e finalmente rilassati.
Buon Natale a tutti!