Avvento 2013

Il tempo della speranza arriva in mezzo a una sofferenza reale, che si proietta come una nube su tante situazioni personali, familiari e sociali. Cosa vuol dirci Gesù?
avvento

Si guarda avanti con preoccupazione o per curiosità o con speranza… e tanti altri sentimenti. In questo momento critico della società sembra prevalere la preoccupazione, se non il pessimismo. Anche senza leggere le analisi di esperti, basta andare a fare la spesa o scambiare qualche chiacchiera con i vicini per rendersi conto di una sofferenza reale – spesso mascherata pudicamente – che si proietta come una nube su tante situazioni personali, familiari e sociali. Molti interrogativi senza risposta si aggirano per l’aria, ammorbandola.

Comincia il tempo dell’Avvento, definito il tempo della speranza. Sarà un cammino parallelo, che non ha niente a che fare con la vita reale? Il nostro sguardo sarà ancora puntato fiducioso verso l’Atteso o si volgerà disilluso verso qualche altro punto? E attenzione! Ci sarà chi dirà di avere pazienza che poi Dio ricompenserà nell’altra vita i sacrifici e le rinunce di questa: parole ambigue, spesso pronunciate da chi ha la pancia piena e un sostanzioso conto in banca.

Ma Gesù che cosa vuol dirci in questo Avvento di fine 2013? Non sono il suo portavoce autorizzato e potrei rifugiarmi in un prudente silenzio. Ma voglio tentare una risposta con tutti i rischi che può comportare. Anzitutto Gesù vuole dirci che viene anche quest’anno, che Lui in prima persona si assume questa situazione, perché vuole di nuovo entrare nella carne dell’umanità e della storia e non svolazzare al di sopra dei nostri problemi e delle nostre sofferenze. C’è.

In secondo luogo dice a chi soffre o è avviluppato nei problemi, che in fondo al pozzo del suo essere c’è ancora acqua, che la sua dignità umana non è intaccata dai colpi della sfortuna, che lui è vivo.

In terzo luogo, ci prende tutti per mano per formare una catena di fraternità e solidarietà. Il suo stile di intervento non vuole sostituirsi a quello che noi possiamo fare, e non perché non possa, ma perché ci vuol convincere che noi possiamo. La sua prima soluzione è renderci fratelli e solidali, portando i pesi gli uni degli altri, diventando un cuore solo e un’anima sola.

Se l’Avvento è un cammino, basta munirci di buona lena e muoverci.

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