Aveva capito la tv
Si è spento ieri a Montecarlo il noto presentatore televisivo. Tra i pionieri della tv italiana, compagno d'avventura di Berlusconi (l'imprenditore), a 85 anni era pronto per approdare a Sky.
L’intuizione di Mike Bongiorno nasce dalla realtà. Proveniva da New York dove la tv e la pubblicità erano già nate. Il suo ritorno in Italia coincise, nel 1953, con i primordi della nascente televisione italiana. Anche se non era esperto, il fatto di aver respirato il clima culturale e la novità dell’avvento dell’era della tv, lo facevano adatto ad essere il pioniere di uno strumento che doveva essere popolare e democratico. Sollecitato da Vittorio Veltroni, uno dei primi dirigenti Rai, Mike propose il quiz, perché già ne aveva sperimentato, come telespettatore, la capacità penetrativa in tutte le categorie sociali. La novità è talmente sconvolgente che la sera del sabato, quando va in onda, il Paese si ferma, i cinema sostituiscono la pellicola con un televisore, il Parlamento chiude.
E a ben vedere anche tutta la sua vita è stata affrontare il rischio continuo, quel Lascia o raddoppia, sembra in filigrana anche l’esperienza della sua vita, amante della sfida e della novità, a costo di perdere tutto. Già negli anni della Seconda guerra mondiale sfidò la vita. Tornato a Torino, città natale di sua madre, viene impiegato come staffetta tra gli alleati e i partigiani. Catturato dai tedeschi, è destinato alla fucilazione, ma si salva perché scoprono che ha passaporto americano. Si salva, scontando sette mesi nei campi di concentramento. La fede, maturata e sofferta in quegli anni, lo accompagnò e sostenne sempre.
Raggiunto l’apice del successo in Rai alla fine degli anni Settanta con Rischiatutto, non esita a mollare tutto e ricominciare nella sconosciuta Tele Milano, guidata da un anonimo imprenditore: Silvio Berlusconi. Mike intuì che la televisione sarebbe diventata, come aveva già visto a casa sua, un commercio, sarebbero arrivati gli sponsor, le pubblicità e soldi per tutti, anche per lui, che passò dal misero, in confronto a quanto guadagnavano gli attori, compenso Rai di 26 milioni all’anno ai 600 milioni che incassò dalla nuova tv, prodromo di Canale 5. Il mestiere del presentatore è, del resto condotto, economicamente, sempre sul filo del rasoio, senza nessuna certezza, né economica, né lavorativa. Mike, sicuramente, rischiò, ma raddoppiò, e, per la prima volta, si sistemò anche economicamente.
«Oggi vedo solo telegiornali, eventi sportivi e documentari. Credo che la tv abbia dato tutto quello che poteva dare – ha dichiarato Mike Bongiorno». Da pioniere della tv sapeva bene che tutti i generi sono ormai stati esplorati, che non ci sono più vere novità da dieci anni. L’ultima è stata la nascita dei reality, del Grande Fratello & company, che hanno ancor di più svuotata e portato al nulla pneumatico una tv che era nata per conoscere, per capire e per volgarizzare il patrimonio culturale.