Avatar
Esce a gennaio il film-evento. Destinato a inaugurare un modo nuovo di fare cinema.
Il più atteso, il più costoso, il più tecnologico, il più spettacolare: Avatar, l’ultima fatica (e di fatica si può ben parlare, considerando i quattro anni di lavorazione, i quindici di gestazione e gli oltre duecento milioni di dollari di costo) di James Cameron, è uno di quei film destinatati a entrare nella storia. E non solo per gli straordinari e innovativi effetti speciali, ma perché di fatto inaugura un nuovo modo di fare cinema, dove la tecnologia si fonde con storia e personaggi per creare un’esperienza unica che consente allo spettatore di entrare, quasi letteralmente, nel film.
Siamo nel 2154. A Pandora, una luna fuori dal sistema solare, compagnie minerarie terrestri sono impegnate nell’estrazione di un raro minerale in grado di risolvere i problemi energetici della Terra. Per poter operare nell’atmosfera nociva di Pandora sono stati creati gli Avatar, degli ibridi uomo-Na’Vi (la razza di umanoidi che abita Pandora) controllati da “piloti” umani come fossero un’estensione del loro corpo, grazie a un collegamento con il sistema nervoso.
L’ex marine Jake Sully, da anni su una sedia a rotelle, viene inviato su Pandora proprio per guidare un Avatar e infiltrarsi tra i Na’Vi, che combattono contro le compagnie terrestri per difendere il proprio habitat dalla distruzione. Ma Jake, dopo essere entrato in contatto con questa civiltà, rimane a tal punto coinvolto da trovarsi si fronte a un bivio: proseguire nella sua missione o appoggiare gli indigeni nella difesa del loro mondo?
Cameron, nel concepire questa storia, ha attinto a piene mani a richiami e suggestioni dell’epica a stelle e strisce (dalla principessa Pocahontas al western della nuova frontiera), rilette in chiave ambientalista (chiari i riferimenti alla deforestazione della foresta Amazzonica), riuscendo a fondere tutti questi elementi in quella che è stata definita una «futuristica, fantascientifica ed eco-pacifista favola spaziale».
Se nel 1927 Il cantante di jazz, il primo film sonoro, «fece uscire il film dal regno della pantomima e lo fece entrare in quello della commedia», oggi Avatar proietta la settima arte verso una dimensione nuova di cui probabilmente non possiamo neanche immaginare le possibili evoluzioni.
Regia di James Cameron; con Sam Worthington, Sigourney Weaver, Zoe Saldana, Giovanni Ribisi, Laz Alonso, Michelle Rodriguez.