Avatar e Gesù
Il sacerdote risponde.
«Nel film “Avatar” il protagonista si trasferisce in un corpo virtuale sul pianeta Pandora, dove vive per portare a termine la sua missione. Il tema del doppio, di essere contemporaneamente in un luogo e in un altro, trattato anche in film come “Matrix”, ha qualcosa a che vedere con il tema dell’incarnazione. Gesù era sulla terra, ma allo stesso tempo anche nella Trinità. Cosa dice la teologia? E cosa c’è di diverso rispetto ai film in questione?».
A.A.
Quando ero parroco, nelle sepolture amavo spesso ripetere che noi siamo partiti dal “cuore” di Dio e il nostro unico destino è tornare al “cuore” di Dio. La nostra esistenza ha un arco molto più ampio di quello che va dal momento della nascita o del concepimento al momento della morte. La morte, nella luce di Gesù risorto, non è la fine della vita, ma piuttosto il suo “spalancarsi”. Anche nel nostro cammino storico noi siamo nel “cuore” del Padre: la nostra esistenza gli è oltremodo preziosa. Non abbiamo una “doppia” esistenza: quella “di qua” e quella “di là”, ma un unico arco di esistenza che, lo possiamo dire, prende forme diverse.
Ora la nostra esistenza è fatta a “immagine” di quella di Gesù: «Tutto è stato fatto in vista di lui». Gesù è il “Verbo incarnato”, non è la maschera con cui il Verbo si è presentato nella storia. La storia dell’uomo-Gesù è stato il modo di esistere del Verbo nel mondo.
Proprio in questa mancanza di “duplicità” sta la differenza con la questione che lei pone: non due esistenze parallele, ma un’unica esistenza distesa nel tempo e nell’eternità.
Già nei primi secoli del cristianesimo si poneva l’interrogativo del modo di esistere del Verbo nella storia, e Nestorio l’aveva risolto pensando alla coesistenza di due persone, la persona divina del Verbo e la persona umana di Gesù. Ma il Concilio di Efeso, nel 431, affermò chiaramente: «Non è duplice l’unico e solo Cristo».