Autunno difficile in Grecia
In Grecia, come in Italia, questo autunno preoccupa non poco. I costi energetici e gli affitti sono alle stelle, i prezzi di molti prodotti sono aumentati del 35-50%.
Secondo un recente sondaggio dell’opinione publica, il costo della vita risulta come il primo problema che preoccupa la gente, mettendo da parte lo scandalo delle intercettazioni, la guerra in Ucraina e la criminalità, e anche i femminicidi e la violenza sui minori. Questo però non succede con la questione di profughi, migranti e rifiugiati e con le provocazioni turche, che vengono al secondo posto: vengono cioè percepite come gravi pericoli che toccano la sopravvivenza e la sicurezza nazionale.
Il governo cerca di applicare delle agevolazioni, come sconti sulle bollette e un carrello speciale per la famiglia (il carrello include 51 categorie di prodotti di base, individuati dal governo e offerti a prezzi più bassi nei grandi supermercati che fatturano oltre 90 milioni di euro l’anno). Misure che però non sono sufficienti. Si dice che è come curare la polmonite con l’aspirina.
L’opposizione propone misure più drastiche, come la riduzione dell’Iva su molti prodotti e carburanti (soprattutto sul gasolio per autotrasporti). Avranno anche ragione sui singoli provvedimenti, ma d’altra parte la questione vera rimane se la situazione economico-finanziaria dello Stato se lo possa permettere.
Allo stesso tempo le provocazioni turche continuano e diventano giorno dopo giorno più assurde. Fonti ufficiali del governo e lo stesso presidente turco Erdogan dichiarano che il nuovo missile Tayfun, di fabbricazione turca, può arrivare facilmente ad Atene.
L’assurdità delle minacce è arrivata al punto di bloccare il presidente della Regione della Macedonia Centrale, Apostolos Tzitzikostas, l’accesso a Izmir, dove era atteso per presiedere una Conferenza delle regioni euro-asiatiche. Lo hanno trattenuto più di sei ore ad un posto di controllo, e dopo la reazione del Ministero degli Esteri greco, la spiegazione fornita è stata che il suo cognome assomiglia a quello di una persona non gradita in Turchia.
E questo nonostante sapessero qual era la ragione della sua visita e che fosse arrivato in Turchia con la nave della nuova linea che collega Salonicco a Izmir. Anche il sindaco di Istanbul, in un incontro con il sindaco di Atene, ha ammesso che questo trattamento riservato ad una personalità pubblica, e per di più ben nota, è inaccettabile.
Sul fronte dei profughi provenienti dalla Turchia, i naufragi nel mar Egeo continuano. Di recente ha fatto molto scalpore la scoperta di 92 migranti, tutti uomini, completamente nudi, provenienti dalla Siria e dall’Afghanistan, intercettati dalle guardie greche di confine sulla sponda del fiume Evros, che separa Grecia e Turchia. La notizia ha scioccato profondamente l’opinione publica in Grecia.
Dopo un’indagine approfondita condotta sia dalle autorità greche che dai funzionari di Frontex sulle circostanze dell’accaduto, è emerso dalle testimonianze degli stessi rifiugiati che erano stati trasportati dalle guardie di frontiera sulla riva turca del fiume, poi è stato loro ordinato di consegnare vestiti e documenti prima di salire sui gommoni e raggiungere la riva greca.
Non c’è dubbio che siamo di fronte ad un trattamento degradante e umiliante per le persone, e ad un’offesa inferta volutamente non solo alla dignità umana, ma anche alla Grecia e alla Comunità europea. Il ministro greco per l’Immigrazione, Notis Mitarakis ha parlato di “una vergogna per la civiltà” ed ha presentato un esposto all’Onu. I turchi negano ed accusano Frontex e i greci di non rispettare i diritti umani.
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