Autismo e surf
Caro Giorgio, ritengo che aspettarsi qualcosa dal futuro possa essere pericoloso. L’universo è in evoluzione e la vita potrebbe essere paragonata a quel surfista trasportato da un’onda gigantesca. Lui non può opporsi alla potenza dell’onda, ma solo cercare di sfruttarla a suo vantaggio senza esserne travolto.
Di conseguenza, ritengo che non sia psicologicamente sano coltivare sogni o aspettative troppo strutturate e a lungo termine. Sarebbe forte il rischio di sfracellarsi sugli scogli della delusione e del rimpianto. Per questo io cerco di avanzare nel mio futuro con un bagaglio di desideri il più possibile leggero e a breve termine, con l’occhio rivolto alla potenza dell’onda che mi porta, cercando di scorgere in anticipo le sue imprevedibili mutazioni di direzione, per comportarmi di conseguenza.
Sintetizzando, le mie parole d’ordine per il futuro sono: carico leggero, strategia a breve e massima flessibilità. Nel concreto, oggi sono un piccolo scrittore, giornalista e opinionista nel mondo dell’autismo, il che risponde al desiderio di fare qualcosa per i fratelli autistici che devono uscire dal loro isolamento.
Altro mio impegno è ampliare ogni giorno il perimetro delle mie autonomie. Chi di noi poi non sogna l’amore? Mi piacerebbe innamorarmi di una ragazza autistica alta, magra, con i capelli neri e gli occhi chiari, che guardi fisso nel vuoto e si dondoli mentre io sfarfallo le mie dita davanti agli occhi. Soprattutto il dondolarsi con lo sguardo perso lo trovo molto carino.
federico.derosa@hotmail.it