«Aurelio Visalli è morto da eroe»
Aurelio Visalli è morto per un trauma causato da un’onda gigantesca e non per annegamento. È stato travolto dalla furia del mare e l’impatto violento gli avrebbe causato un forte shock alla colonna vertebrale. Non ha avuto neanche il tempo di annegare e si sarebbe spento in pochi secondi. È quanto emerge dalla autopsia condotta dal medico legale, Elvira Ventura Spagnolo, su disposizione della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto. I funerali previsti per martedì scorso sono stati rinviati a venerdì 2 ottobre alle ore 11 nel Duomo di Milazzo.
«Milazzo è una città molto legata al mare e al corpo della Capitaneria – ha dichiarato il sindaco Formica all’AGI – e questo evento ha davvero commosso l’intera comunità cittadina. Il fatto che il giorno della scomparsa e delle ricerche ci fosse tutta la città schierata nel lungomare di Ponente nella speranza di riuscire ad avvistare il giovane militare, la racconta lunga su come sia stata vissuta questa tragedia. Aurelio Visalli è morto da eroe ed è stato un uomo che ha fatto un giuramento e lo ha onorato fino alla fine. Ora bisogna stare molto vicini e sostenere la famiglia».
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto, ammiraglio Giovanni Pettorino, un messaggio di cordoglio: «Sono rimasto particolarmente colpito dalla tragica scomparsa del secondo capo Aurelio Visalli, caduto in mare durante una generosa operazione di salvataggio di alcuni bagnanti. La prego di far giungere ai familiari di Visalli, così dolorosamente provati, e a tutto il personale del Corpo i miei sentimenti di cordoglio e di solidarietà», scrive il capo dello Stato.
Aurelio Vissalli è morto il 27 settembre per salvare due ragazzi, un 13 enne e un 15 enne, che nonostante il mare molto agitato hanno deciso lo stesso di fare il bagno. La Guardia Costiera di Milazzo è intervenuta. Uno dei due ragazzi è riuscito ad aggrapparsi ad una boa ed è tornato a riva da solo. Il secondo stava per affogare. Aurelio Visalli, liberandosi della divisa, si è buttato in mutande , ma non è più riemerso. La magistratura ha aperto un’inchiesta sul caso, ma le onde erano alte più di sei metri e lo hanno risucchiato.
«Le lascio immaginare il dolore ‒ ci dice il padre di Aurelio Visalli al cellulare ‒, non ci sono parole». Piange, si interrompe, singhiozza. È un dolore immane. «Mio figlio era un ragazzo dolcissimo, attaccato alla famiglia. Non se lo meritava. Più ci penso e meno me ne faccio una ragione. Se ne è andato per colpa di due idioti». Moltissime le telefonate di solidarietà e di vicinanza che sta ricevendo. «Mi ha chiamato anche il vescovo di Messina mons. Accolla. Mi ha incoraggiato, prega per me e ha detto che mi vuole incontrare».
Sconvolti anche i colleghi della Capitaneria di porto. «Per me ‒ racconta un militare ‒ Aurelio Visalli era un fratello e una persona eccezionale. Umile, mito, pacifico e un grande professionista sempre disponibile e affidabile. Mi scusi, non mi lasci dire altro, è troppo acuto il dolore».
Matteo Di Flavia, presidente della Stella Maris di Milazzo lo ricorda come «un bravo ragazzo, un padre di famiglia». «Il mare non perdona ‒ ci spiega ‒, sono questioni di istanti in cui devi decidere cosa fare per salvare la vita ad una persona. E lui non ha esitato. Al largo le onde sono meno alte e più lunghe, invece sotto costa, appena ci si avvicina alla spiaggia, diventano più alte e violente. Probabilmente un’onda grossa lo ha scaraventato verso il fondale e poi lo ha risucchiato portandolo al largo. Ha donato la sua vita e ha salvato una persona». Lascia moglie e due figli in tenera età. Aveva solo 40 anni.