Aumentano i lavoratori stranieri, camioneros immigrati in Spagna

Come mai un Paese come la Spagna, con un tasso di disoccupazione che si aggira intorno al 15%, ha bisogno di manodopera straniera? Il fatto è che per certi lavori non c`è più manodopera nazionale
ph Pixabay

Fanno paura le cifre sulle persone senza lavoro in Spagna, informazione che ogni trimestre fornisce l’Inchiesta sulla popolazione attiva: oltre 2,8 milioni di disoccupati nell’ultimo trimestre del 2023. Sono più persone di quelle registrate all’inizio del 2008 (2,1 milioni), quando è scoppiata la crisi economica, ma certamente la prospettiva è relativamente confortante rispetto al tasso di disoccupazione del primo trimetre del 2013: 26,94%, cioè 6,2 milioni di disoccupati. Si direbbe che oggi, con un tasso del 12,29%, la cosa vada bene. Eppure… Eppure c’è chi non si accontenta delle statistiche, guarda dietro le cifre e si pone certe domande. Ad esempio: come mai un Paese con un tasso di disoccupazione che si aggira intorno al 15% ha bisogno di manodopera straniera? Il fatto è che per certi lavori non c`è più manodopera nazionale.

Tra le ragioni che adducono gli esperti c’è una che attira tutta l’attenzione, anche se è certamente discutibile: quando lo Stato mi offre un sussidio equivalente allo stipendio di un lavoro da apprendista, allora mi conviene restare a casa. In altre parole: se il livello retributivo di molti settori compete con i sussidi statali, questo scoraggia i lavoratori. Un secondo e più interessante argomento è che in molti lavori sembra essere scomparsa la figura dell’apprendista, cioè quello che per un periodo impara un dato lavoro. Gli apprendisti certamente non sono redditizi per l’azienda, giacché questa deve assorbire tutti i costi di lavoro per una persona che non produce, o produce meno di un professionista. In altre parole: non si investe nella formazione perché non è redditizia. E allora… Allora si cerca manodopera all’estero. Infatti, sempre secondo i dati dell’Inchiesta sulla popolazione attiva, il numero di persone che hanno trovato lavoro durante l’anno scorso è salito a 615 mila, e di queste persone la metà erano stranieri. A livello settoriale, l’occupazione è cresciuta nell’industria e soprattutto nella costruzione e nei servizi. Nell’industria e nell’edilizia tutta la crescita registrata è dovuta alla manodopera straniera, mentre nei servizi gli stranieri hanno occupato il 43% dei nuovi posti di lavoro.

Si sa che gli immigrati occupano posti di lavoro meno qualificati. I dati indicano che il 70% dei posti di lavoro creati dalla fine del 2021 è stato occupato da stranieri, e più della metà si è concentrata nelle occupazioni di base e nei servizi. Alcuni casi, però, sono sconcertanti, come i tosatori di pecore uruguaiani e argentini o i camionisti marocchini. Sono anni che ogni mese di aprile i tosatori vengono in Spagna per svolgere un compito per cui non c’è più chi lo sappia fare, o sono pochi. Il caso dei camionisti marocchini è più recente, notizia di pochi giorni fa nella stampa spagnola: «Il Marocco festeggia la possibile assunzione da parte della Spagna di 26 mila dei suoi camionisti». Sembra che il governo spagnolo sta studiando la possibilità di modificare il riconoscimento reciproco delle patenti di guida con il Marocco, eliminando la necessità di fare un test teorico. Così i camionisti marocchini potranno inserirsi più rapidamente nel mercato del lavoro spagnolo. Perché in Spagna mancano camionisti.

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