Auguri nel nome di Fausto
La lettera al direttore di Unità e Carismi di Mariella Giannini hsc che ricorda Fausto Tentorio, missionario italiano del Pime, ucciso a Mindanao l'ottobre scorso
Auguri da molto lontano giungono alla redazione di Unità e Carismi. È una lettera dalle Filippine di Mariella Giannini hsc con il ricordo di Fausto Tentorio del Pontificio Istituto per le Missioni Estere (PIME) assassinato a fine ottobre davanti alla sua parrocchia di Arakan, North Cotabato, Mindanao. Religioso impegnato per 32 anni con gli indigeni del luogo spesso oppressi dai latifondisti locali. Padre Luciano Benedetti così lo ha ricordato alla stampa: «Lavorava in quella zona da tempo, era amato e benvoluto. Mangiava come loro, vestiva come loro. Parlava la stessa lingua».
«Carissimi amici e amiche,
vi giunga il mio augurio natalizio più sincero e fraterno nel ricordo di padre Fausto Tentorio, missionario italiano del Pime, ucciso nel Mindanao. L’accostamento non sembra opportuno, se anche noi, come fanno molti, viviamo questo Natale ormai alle porte con occhi distratti, cuore affannato e stanco. Ma non possiamo non domandarci come cristiani cosa significhi il Natale del nostro Dio che continua anche oggi a farsi piccolo e povero per incontrare ciascuno di noi, nella propria condizione e in questa nostra storia.
«Volutamente allora ricordo questo testimone del nostro tempo, qui nelle Filippine, perché, leggendo la sua vita, padre Fausto ha percorso con grande consapevolezza e generosità le tappe della vita di Gesù fino alla morte in Croce. Anch’egli, alla scuola del Maestro, ha donato giorno per giorno la sua vita, per la sua gente, fino alla morte cruenta.
«In questo Natale, accolgo come eredità, posta da lui stesso sotto l’albero di questo 2011, alcuni valori: proveniente dal seminario maggiore di Milano, ha scelto la missione del Mindanao nel sud delle Filippine, una zona molto conflittuale per la presenza di cristiani e musulmani, una zona poverissima dove la gente ancora oggi vive nelle capanne di paglia, occupandosi di alcune tribù che contano un’altissima percentuale di analfabetismo.
«Padre Fausto è rimasto lì, con quella povera gente per quasi quarant’anni, imparando e parlando la loro lingua e i loro dialetti, mangiando e dormendo come loro, facendosi uno con tutti e con ciascuno di loro. Lo hanno dimostrato le migliaia di persone presenti al suo funerale che per giorni, di giorno come di notte, non hanno lasciato la sua bara, dormendo e mangiando accanto a Lui.
«È solo l’amore per Gesù e per Lui nel fratello che ha guidato padre Fausto e lo ha fatto rimanere lì tra la sua gente per così lungo tempo. La sua vita, donata e consumata con laboriosità, intelligenza, gioia, forza e sacrificio, oggi si colora di senso, la sua fine tragica si ammanta di luce e come una cometa conduce dritti dritti tutti noi davanti alla grotta del Bambino Gesù. Ma ecco che giunti a quella grotta la luce del piccolo Bambino s’infrange, lasciandoci intravedere le varie facce dell’Amore, ci rivelano l’Amore totale consumato sulla Croce, nell’offerta del Figlio al Padre. Così come per padre Fausto e per ogni figlio e fratello di Gesù che vuole seguire il Maestro e Signore.
«Ancora oggi, anche per noi, solo l’Amore può continuare a illuminare la nostra strada, un Amore che per rivelarsi, così come per la luce, deve infrangersi, spezzarsi. Allora nella Croce di Gesù tutte le croci, i dolori, le morti si ammantano di senso, di luce e di amore.
Grazie padre Fausto per la tua vita, ma soprattutto perchè con la tua morte ci hai illuminati sul senso vero del Natale di Gesù che ancora oggi ridiscende tra noi per farsi Bambino.
«È solo accogliendo l’Amore di Gesù in mezzo a noi, mettendo e sperimentando la Sua presenza nelle nostre famiglie, comunità, società, parrocchie…. potremmo far rifiorire l’Amore, celebrare il Natale!
Vi auguro con tutto il cuore Buon Natale e felice Anno 2012!