Auguri, Città nuova
Questa volta la nostra corrispondenza è dedicata al 50° della rivista e riporta opinioni e attestati di stima di alcuni particolari lettori. Non tutte le persone che arrivavano nella Mariapoli di Fiera di Primiero erano pienamente consapevoli di dove fossero capitate ed a fare cosa. Uno di costoro ero io stesso che, sulla fine degli anni Cinquanta, invitato a fare una gita in montagna in compagnia di amici simpatici, mi trovai in un contesto per me paradossale, ad accorgermi, stupito, che i cristiani veri, quelli degli Atti degli apostoli – così pensai -, non erano del tutto estinti, ma ne esistevano ancora; e alcuni di loro si erano dati convegno fra quelle montagne. Ritornato nella mia città, mi aspettavo di ritrovarli, ma li cercai senza risultato. Sembravano svaniti nel nulla. A rassicurarmi che non avevo sognato, arrivò al mio indirizzo una rivista. Era Città nuova. Il collegamento era ristabilito. Forse fu proprio quella circostanza a mostrarmi l’importanza di quel foglio. Sulle sue pagine ritrovavo puntualmente ciò che quelle persone mi avevano dato con la loro presenza. Diventò chiaro, allora, anche per me il messaggio che portavano; avvincente la vita che proponevano; indispensabile quel tramite che Città nuova rappresentava. Mi trovai così con quella schiera di persone – erano già numerose – che nella rivista trovavano cibo spirituale per sé e stimolo per diffondere quell’ideale dell’unità che avevano conosciuto e che cercavano di vivere. Anche nella mia città era nata una comunità che dalla rivista traeva la linfa e che nel diffonderla consentiva ad essa di crescere. Città nuova arrivava ogni quindici giorni come un dono prezioso e noi sentivamo di potere offrire quello stesso dono a quanti incontravamo. È la storia nota di un’esperienza che si è ripetuta infinite volte. Certo non avrei pensato allora che quell’esperienza sarebbe durata per il resto della mia vita. Si può capire come sia quasi impossibile, per me, celebrare questo cinquantesimo anniversario di Città nuova, mentre compilo questa lunga serie di attestati di stima e simpatia per la rivista, senza ricordare i compagni di viaggio dentro la redazione, dei quali si parla nell’articolo che segue, senza ricordare che Chiara Lubich, da cui tutto è nato, non ci ha fatto mai, dico mai, mancare, oltre all’indirizzo e ai consigli preziosi, il suo contributo scritto per ogni numero. E insieme l’opera nascosta ma indispensabile di chi Città nuova ha diffuso, come ci racconta un abbonato con cui ho voluto aprire la serie di queste corrispondenze. Per chiudere col pensiero di un carcerato, lui pure abbonato fedele e riconoscente. Ugualmente, non posso dimenticare le trentadue redazioni delle Città nuova nel mondo, preziose collaboratrici del nostro lavoro e testimoni del compimento di un voto, quello di concorrere a diffondere l’ideale dell’unità fino agli estremi confini della terra. Giuseppe Garagnani Sono abbonato a Città nuova dal primo momento che ci si poteva abbonare. Sono uno dei tanti venditori della rivista alle porte delle chiese. Ringrazio tantissimo Città nuova perché attraverso quella esperienza mi ha formato sia all’unione con Dio sia all’amore verso i fratelli. Domenica mattina davanti alla porta della chiesa ero sempre in compagnia di un povero che chiedeva l’elemosina e tante volte veni- vo accomunato ad esso. Quanti rapporti con persone di ogni tipo! Io porgevo un giornale e nel contempo cercavo un dialogo. Quante persone vennero a conoscenza dell’ideale dell’unità in questo modo! Tante mattine di domenica mi alzavo alle 6 per prendere il treno da Milano per Novara per vendere Città nuova. Era faticoso alzarsi presto, era stancante tornare a casa alle 2 del pomeriggio, ma quanta gioia, quanta pienezza! Grazie, Città nuova, complimenti per come sei bella adesso, auguri per il futuro, buon 50° anniversario, puoi ben vantartene per l’enorme bene che hai fatto e che continuerai a fare. Franco Leobono – Milano Faccio festa, insieme alla grande famiglia del Movimento dei focolari, per il felice anniversario del 50° della rivista. Il nostro rallegrarci non è di circostanza, perché davvero dobbiamo essere felici e grati per un periodico che per ben cinquant’anni ha cercato innanzitutto il bene nelle notizie e l’amore di Dio nelle pieghe delle vicende umane. Auguri a Città nuova perché possa raddoppiare gli anni, gli abbonati e la simpatia di tanti che vi riconoscono uno strumento di comunicazione che sinceramente tende all’Ideale del carisma di Chiara e si mostra capace di fraterno e sincero dialogo con tutti. Ennio card. Antonelli arcivescovo di Firenze Trovo che la rivista abbia il pregio di proporre persone, fatti e cose con il gran dono che accompagna i processi di conoscenza legati alla coscienza. E questa indiscutibile qualità si fa ricchezza, tanto per chi vive un rapporto di fede, quanto per chi, senza quest’ultimo dato, voglia sentire questa onestà intellettuale di parole sempre lucide, equilibrate, oneste. Di tale onestà intellettuale vibra qualitativamente la coscienza del lettore, fedele o di passaggio…. Eugenio Cappuccio, regista Città nuova è una rivista che con un linguaggio e con gli strumenti tipici del giornalismo, come l’inchiesta o le interviste, dà innanzitutto le notizie, il che non è affatto un’ovvietà: dà le notizie, non solo quelle cattive che fanno più scalpore, ma registra i segnali di cambiamento positivi che emergono nella società, le notizie positive che sono molto più difficili da cogliere e da raccontare. Città nuova, con la sua redazione giornalistica, è il segno che c’è speranza di fare un buon giornalismo senza tradire i propri valori. Ma Città nuova è anche una scuola di dialogo: ha anticipato ciò che 50 anni fa costituiva un’intuizione profetica e che ha fatto scuola: quella di parlare un linguaggio comune ad ogni essere umano, al di là delle differenze di nazionalità, di lingua, di razza o di religione. Dunque una rivista globale, con i lineamenti familiari di un giornale amico che parla ad altri amici, e porta un seme di unità in un mondo troppo spesso sfigurato dalla conflittualità. Giovan Battista Brunori vaticanista e redattore esteri del Tg2 Città nuova non catechizza, ma informa, non invade, ma dialoga, non impone, ma ascolta. In questo primo cinquantennio è riuscita ad unire popoli diversi, nonostante le differenze linguistiche, creando una rete internazionale ed aprendosi non solo a lettori di stampo cattolico, ma a tutti, attraverso la condivisione, la comunione. Importanti sono le tematiche affrontate nella rivista, in particolar modo, l’attenzione posta sui bambini e sulla famiglia. Un compito importante, riposto nei tanti articoli che rileggo sempre volentieri, articoli mai scontati e banali. Lo spirito dominante è proprio l’umanità, umanità nell’interpretare la cronaca e la politica quotidiana, umanità nell’attirare l’attenzione su tematiche importanti come la vita. Emanuela Baio Dossi senatrice della Repubblica Desidero esprimere l’apprezzamento per una rivista che ha saputo porsi a servizio dell’intera comunità ecclesiale, dando nuova forza agli ideali e alle radici dei credenti, stimolando l’amore per la Chiesa, servendo il cammino di santità laicale e accompagnando la vita di fede dei suoi lettori con proposte e testimonianze qualificate di vita cristiana. Con il suo servizio prezioso reso alla Chiesa e alla società, in questo arco di tempo Città nuova si è anche concretamente impegnata in un esercizio di discernimento delle sfide culturali e dei cambiamenti in atto, favorendo la maturazione di una visione della vita coerentemente ispirata ai valori del vangelo. Prof. Luigi Alici, presidente Azione Cattolica Italiana Una rivista molto bella, che tratta gli argomenti con serietà e serenità. Nell’intervista che mi è stata fatta, ho constatato un atteggiamento di grande rispetto per come sono state riportate le mie parole. Uto Ughi,musicista Il miglior modo per festeggiare un anniversario è quello forse di trasformarlo in un’occasione per vivere ed esprimere la propria gratitudine. Ciò mi pare particolarmente vero pensando alla ricorrenza dei cinquant’anni di Città nuova. Una gratitudine, quella mia e dell’associazione che rappresento, che vale senz’altro per il passato della rivista ma ancora di più, mi permetto di dirlo, per il presente e per il futuro. Perché il contributo di Città nuova alla Chiesa, alla società, alla cultura, alla politica italiana è quanto mai prezioso oggi e lo sarà vieppiù domani. In un mondo sempre più globalizzato ma anche sempre più chiuso nei suoi egoismi e nelle sue contrapposizioni, appare un bene raro l’attitudine della rivista a vivere concretamente il valore della fraternità. Attraverso l’apertura, la disponibilità, l’attesa e persino la curiosità che si respira nelle sue pagine verso l’altro da sé. Senza illusioni, certo. Anzi con uno sguardo che sa farsi severo quando occorre. Ma anche senza quella paura e quel pregiudizio che spesso derivano dalla mancanza di fede. Per questo mi sento di ringraziare di cuore per i cinquant’anni di Città nuova, augurando a chi vi lavora di trovare la voglia, la forza e il coraggio per andare avanti. Sapendo che ogni compleanno, in fondo, è un nuovo inizio. Andrea Olivero presidente nazionale delle Acli Un giornale di raro spessore, con una sua completezza culturale e una precisa etica. Mi ha accompagnato nel mio percorso di crescita anche spirituale attraverso i fatti della quotidianità. Vincenzo Bocciarelli, attore Si può fare controinformazione senza forzare i toni e senza moralismi, con equilibrio e rispetto della propria identità. Questo è Città nuova. Uno stile che anche l’atteso, recente rinnovamento grafico ha confermato: fedeli all’ispirazione delle origini, senza scimmiottare le altre testate. E per questo originali. Città nuova non è solo una rivista è un progetto, una testimonianza viva, un’altra prospettiva da cui guardare il villaggio globale. Con umiltà e professionalità. Grazie. Continuate così. Ignazio Ingrao vaticanista di Panorama Hegel definiva un giornale la preghiera del mattino. Marcel Proust il pane spirituale. Come non ravvisare, in queste espressioni laiche, il bisogno insopprimibile dell’uomo di entrare in rapporto profondo con le cose e di comprendere il senso degli avvenimenti quotidiani? Che grande servizio all’uomo e al bene comune è, pertanto, l’impegno costante dei cattolici negli aeropaghi della nuova evangelizzazione (Giovanni Paolo II), rappresentati dai variegati mezzi di informazione. Tra questi, da cinquanta anni, si segnala per profondità di pensiero e maturità di giudizio la rivista Città nuova. A quanti hanno segnato il felice destino di questo prezioso quindicinale, desidero rivolgere il mio sincero apprezzamento per questo traguardo giubilare e un fraterno augurio per un futuro ancora più ricco di intuizioni spirituali e di novità espressive. Salvatore Martinez coordinatore nazionale del Rinnovamento nello Spirito 50 anni sono un traguardo importante che iscrive la rivista nella storia dell’informazione. Non è tempo di bilanci, ma di prendere sempre più coscienza della necessità di trasmettere un messaggio positivo di pace e di unità, che aiuti la società intera a vivere i valori evangelici. Allo stesso tempo siamo grati perché Città nuova ha offerto uno spazio per ascoltare le voci di chi spesso è dimenticato, debole, di chi, come i giovani, ha da dare un messaggio di speranza. Molte notizie da tutto il mondo hanno trovato posto tra le sue pagine, anche dal continente africano, cui si dedica in genere troppo poca attenzione nei mezzi di informazione. Attorno alle pagine di Città nuova giorno per giorno, abbiamo imparato a sperare che venga presto la città futura nella storia bella, triste, complessa, degli uomini e delle donne. Continuate così!. Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant’Egidio … guardare il mondo con gli stessi suoi occhi ha detto Benedetto XVI rivolgendosi il 2 giugno ai media Cei. Gli occhi che il papa richiama, sono quelli del Risorto. Per mezzo secolo Città nuova con questo sguardo ha ascoltato e raccontato fatti, problemi, persone, popoli… Città nuova, che ho conosciuto fin da ragazzo, ha un respiro di comunione nel mondo e nella Chiesa. È cresciuta nella tumultuosa mediasfera con la professionalità di chi, rispettando le regole del mestiere, non è disposto a subirle quando si pongono nella logica del consumo e dello spettacolo piuttosto che al servizio della verità, della bellezza, del bene. Mi ha sempre colpito l’essenzialità e la limpidezza del linguaggio. Uno stile sereno e fecondo che esprime fiducia nei lettori perché li considera persone attente, capaci di interpretare i problemi e le attese dell’uomo di oggi alla luce del Vangelo. Paolo Bustaffa direttore Agenzia Sir Il mondo si accontenta di mettere in ordine la superficie delle cose. La Chiesa cerca di rigenerare le profondità stesse del cuore. Prendo in prestito le parole del cardinale Newman per fare gli auguri a Città nuova. Una rivista che, nel solco della spiritualità dei Focolari, impegnati nel vissuto umano, legge, con profondità d’analisi, rigore e pluralismo di voci, la realtà dei tempi. Con l’aggiunta, consentitemi da giornalista a giornalisti, di quella qualificata e moderna professionalità che serve, sempre più, alla stampa cattolica. Per incidere, senza complessi di inferiorità con le corazzate laiche, nel tessuto sociale e culturale del nostro paese. Con quella forza della verità che viene da lontano e alimenta una informazione con l’anima. Grazie, Città nuova, cinquanta volte grazie. Massimo Milone presidente Unione Cattolica Stampa Italiana Parlo da lettrice ed anche come persona che, nella sua qualità di parlamentare, ha più volte partecipato dall’interno, con interviste e spiegazioni, alla informazione sui problemi incontrati nel proprio itinerario politico, il più possibile volto alla realizzazione del bene comune ed al superamento degli infiniti scogli che si pongono sul cammino dell’affermazione dei diritti dei più deboli, soprattutto bambini. Città nuova mi ha seguito sul mio cammino e le sono infinitamente grata perché spesso in politica ci si sente soli. La notizia è ritenuta tale solo se sensazionale e scandalistica. Il relativismo etico, è la misura dell’importanza di uomini e cose. Città nuova invece cammina sulla sua strada di faticosa ricerca e ricostruzione di una nuova civitas a misura d’uomo, di rispetto del diritto naturale e soprattutto nel rispetto di un Gesù che, abbandonato tra i rifiuti e le aggressioni giornaliere, diviene invece pietra angolare per costruire e ricostruire. È piacevole sapere che tanti, in ogni luogo del mondo condividono la tua fatica e tifano per il lavoro che cerchi di fare nel tuo piccolo per portare una pietra almeno per la ricostruzione di una storia umana deprivata di valori certi e condivisi, dove la Vita è Vita, la Famiglia è Famiglia, la Persona è Persona. Grazie, Città nuova, grazie amici lettori. È bello proseguire insieme e riposare sotto un’unica tenda. Maria Burani Procaccini senatrice della Repubblica Una rivista bella. Esula da dinamiche confessionali per offrire uno sguardo che rintraccia nel panorama caleidoscopico della società contemporanea una visione del mondo e dell’uomo orientata in senso cristiano. Dario E.Viganò, presidente dell’Ente dello Spettacolo Città nuova propone idee che non invecchiano, alimentate da una fede profonda e da sana utopia. Alla prova dei fatti credo proprio che abbia mantenuto le promesse, soprattutto diventando strumento di collegamento e di relazione tra persone di etnie, religioni, condizioni economiche e sociali differenti. Mi pare che Città nuova sia oggi un organo di informazione, di conoscenza, di dialogo tra le idee, un vero e proprio laboratorio di socialità e di solidarietà che concorre a costruire una città dell’uomo più giusta e che, comunque, vuole più umana, rispettosa, pacifica. Per queste ragioni il cinquantesimo compleanno di Città nuova merita l’augurio più sentito da parte di tutti noi, anche del Sindacato dei giornalisti, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che si occupa essenzialmente dei temi del lavoro di tutti i giornalisti, che crede profondamente nel valore del pluralismo e della libertà dell’informazione. Franco Siddi, presidente Federazione nazionale della stampa italiana Sono un cultore di storie di vita e Città nuova ne ha sempre, per questo la leggo abitualmente. Confesso che sorvolo sul resto. Alcune delle storie sono straordinarie, ma anche quelle ordinarie mi incantano. Scoprire quella casa famiglia piena di figli, quella pensione o quell’agriturismo gestiti nello spirito dell’Economia di Comunione. Ma soprattutto le storie delle vite convertite: quando e come uno o una che hanno magari la mia età si sono aperti al mistero. Molti giornali oggi fanno questo. Città nuova lo fa con l’atteggiamento più ospitale che conosco: cioè più aperto alla varietà dei paesi, delle fedi e delle persone. Luigi Accattoli, vaticanista del Corriere della Sera L’incontro tra Legambiente e il Movimento dei focolari – e quindi con Città nuova – è recente: abbiamo promosso insieme nel 2003 a Roma la Giornata mondiale dell’Interdipendenza, e da allora abbiamo proseguito insieme un cammino di ricerca e approfondimento per affrontare i grandi problemi umani, sociali, ambientali del mondo attuale. Per me e per tutta Legambiente è stato un incontro di grande arricchimento: abbiamo trovato persone che, pure incamminate su un sentiero diverso dal nostro, condividono con noi la stessa voglia irriducibile di capire le cose che accadono, d’interrogarsi su come cambiarle, senza fermarsi agli stereotipi così spesso dominanti nell’informazione ufficiale. Auguro a tutti noi ancora tanti anni di questa ricerca comune, con gli occhi aperti sul mondo e con lo sguardo sempre ben fermo sull’uomo. Roberto Della Seta, presidente di Legambiente Città nuova ha accompagnato e accompagna passo dopo passo, con i suoi servizi giornalistici, la vita del Movimento dei focolari e costituisce per me un modo semplice ma efficace per rimanere in contatto anche quando i ritmi della vita moderna non consentono di partecipare alle numerose iniziative. Aggiungo che la rivista ha lo stesso grande orizzonte del movimento stesso, riuscendo in particolare a far parlare tra loro lingue, culture, esperienze diverse. E ben sappiamo che oggi – in epoca di scontri di civiltà – è questo l’obiettivo più grande che ci si possa dare. Gianpiero Gamaleri, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi a Roma Tre Città nuova è l’occhio di una collettività che guarda il mondo abbracciandolo con attenzione, curiosità e rispetto. Giovanni Scifoni, attore Ho ricevuto come sempre Città nuova e in questo numero mi ha colpito l’articolo psicologo tra i detenuti, molto bello e devo dirle che anche per me vale la cura Dio; ogni mattina che mi alzo ho al mio fianco una scritta che mi sono messo per sentirmi amato da Lui: Dio stesso ha detto: Io non ti lascerò e non ti abbandonerò. Così inizio ogni mia giornata. Sento la vita come dono suo. Lui è intervenuto nella mia storia. Un detenuto abbonato