Auguri famosi
La Lubich il nome Chiara lo aveva scelto per predilezione, per la vicinanza alle radici della spiritualità di comunione che avevano trovato humus in quella francescana. E così Silvia, aveva scelto di chiamarsi Chiara ed ogni 11 di agosto – giorno della santa d’Assisi -, tante erano le lettere, bigliettini e telefonate che riceveva. Tra questi due in particolare, sono raccontati nel libro Lo Spartito scritto in cielo scritto da Giulia Eli Folonari, segretaria di Chiara per 50 anni e nel libro Io ho tutto. I 18 anni di Chiara Luce Badano di Michele Zanzucchi.
Il papa
E poi c’erano le telefonate, spesso impreviste (di papa Wojtyla, ndr.)
«Arrivavano di solito per la ricorrenza di santa Chiara d’Assisi, in agosto, quando trascorrevamo le vacanze a Mollens, nel Vallese. «Dovevamo aspettarcela», ha commentato Chiara una volta che papa Wojtyla ha telefonato solo il giorno seguente. Nelle telefonate lei gli rivolgeva anche il saluto di tutti i movimenti: sentiva forte quest’aspetto del profilo mariano della Chiesa dopo la Pentecoste 1998».
Una ragazza
«Data al 9 agosto di quell’anno l’ultima affettuosa lettera di Chiara Luce, firmata col “nome nuovo” (Chiara Luce, ndr.). Sono proprio gli auguri per la festa di Santa Chiara: “Avrei voluto donarti un cestino ricolmo di funghi di Sassello, ma nonostante le ricerche, come avrai notato, ne abbiamo trovato uno soltanto (vero): sembra sia nato proprio per te. Sono con te ed offro tutto, i miei fallimenti, i dolori e le gioie a lui, ricominciando ogniqualvolta la croce fa sentire tutto il suo peso. Non potendo infilarmi nel cestino per farti gli auguri personalmente, te li rinnovo per iscritto”».