Attualità di “Elena” di Euripide
Al teatro greco di Siracusa è stato l’evento della stagione 2019 dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Ora, lo spettacolo con interprete principale Laura Marinoni, viene riproposto al chiuso. L’Elena di Euripide affronta una prospettiva diversa del Mito, e sfugge a ogni categorizzazione: è un testo che ha più il gusto di un melodramma che non di una radicale tragedia. Eppure, ha la forza di affrontare temi di eterna e inquietante verità: l’inutilità delle guerre, le sfaccettature della realtà, il capriccio del destino, la crudeltà dell’esilio. O infine, la dolorosa condizione della migrazione, ben evocata nella fuga dall’Africa su una zattera di Elena e Menelao, il quale ha la dignità di affermare (e ricordare a tutti) che «i profughi sono cosa sacra». Proprio nell’acqua, allora, davvero come profughi, si muovono i protagonisti della storia, tra relitti di navi o di passate civiltà, nel riverbero costante del mare. Ma alla fine quell’acqua del teatro greco si tingeva di rosso, mentre un lontano lamento cantava gli errori di una Elena ormai anziana: serve ricordare, sempre di nuovo, per non commettere gli stessi errori. “Elena” di Euripide, versione italiana Walter Lapini, regia e scene Davide Livermore, costumi Gianluca Falaschi, disegno luci Antonio Castro, musiche Andrea Chenna, con Laura Marinoni, Sax Nicosia, Giancarlo Judica Cordiglia, Linda Gennari, Maria Chiara Centorami, Viola Marietti, Maria Grazia Solano, Simonetta Cartia, Federica Quartana, Bruno Di Chiara, Marcello Gravina, Django Guerzoni, Giancarlo Latina, Turi Moricca, Vladimir Randazzo, Marouane Zotti. Riallestimento Teatro Nazionale di Genova. A Genova, Teatro Ivo Chiesa, dal 29/9 al 12/10.
Viaggio nella quotidianità e nei destini
Lo spettacolo è ispirato a una vicenda vera e a vite concrete che il destino ha deciso di intrecciare sul pianerottolo di un condominio. Roma, oggi. Possedere una casa di proprietà o sostenere le spese per un affitto sono un lusso che Fabio, a causa delle precarie condizioni economiche e lavorative in cui versa, non può permettersi. E così, all’insaputa della compagna Patrizia, trascina il suo amico e cognato Stefano nel disperato tentativo di occupare abusivamente una casa popolare, ormai disabitata. A far loro da “guida” in questa avventura tanto illegale quanto inevitabile è Mario, il misterioso dirimpettaio amante della musica classica e della raccolta differenziata. “Cose popolari”, regia Nicola Pistoia, di e con Nicola Pistoia, Francesco Stella e Ariele Vincenti, Giordana Morandini,. La Bilancia Produzioni. A Roma, Teatro dè Servi, dal 24/9 all’11/10.
Voci di donne migranti senza posto
È dedicato ad Azucena la gitana migrante dell’opera lirica verdiana Trovatore il nuovo spettacolo diretto da Andreina Garella e da lei ideato insieme a Mario Fontanini. Come Azucena anche le donne protagoniste dello spettacolo Io non ho posto, donne di tutto il mondo, migranti, vecchie e nuove cittadine, che con grande fatica devono continuamente lottare per poter entrare nel nostro mondo e dimostrare di meritare tutte le opportunità che la nostra società mette a disposizione, cercano con coraggio “un posto dove stare”. Il testo, nato nel periodo del lockdown, parte proprio dalle voci delle donne coinvolte nel progetto dalle quali ne sono scaturiti frammenti di scrittura, registrazioni vocali. Tracce imperfette, come imperfetto è il tempo in cui viviamo, un tempo in cui bisogna ritrovare le parole. Tracce registrate, suoni, voci, parole, che accompagneranno lo spettacolo quasi come una sorta di unica voce narrante. “Io non ho posto”, di Andreina Garella e Mario Fontanini, a cura di Festina Lente Teatro e Vagamonde, commissionato da Verdi Off. A Parma, presso la Galleria San Ludovico, dalle ore 15.30 alle 19, il 3 e 4 ottobre.
Ascanio Celestini tra narrazione e musica
Dopo il successo di Barzellette, Ascanio Celestini torna al Romaeuropa Festival, in un confronto con Tonino Battista e il PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble. Loro l’idea di portare in scena Pierino e il lupo di Prokof’ev e Pulcinella di Stravinskij per dare vita a un confronto tra tradizione musicale e tradizione popolare. Narrazione e musica si fondono in uno spettacolo in cui le due storiche composizioni divengono strumento per indagare con ironia gli archetipi sottesi ai personaggi che le abitano. A Roma, Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, il 29 e 30/9.
Tra le linee della danza di Simona Bertozzi
«La coreografia intende affermare la potenza di un incontro in cui coreografia e musica dialogano tra densità e svuotamento, tra apparizioni e fughe. Sulla scena cinque danzatori e un quartetto d’archi, a comporre una architettura di fisicità tra gesto danzato e sonoro che si dipana sulla dimensione del limite»: così la coreografa e danzatrice Simona Bertozzi introduce la sua nuova creazione. «Nell’andamento coreografico così come nella struttura musicale (dalla Grande Fuga di Beethoven, attraverso la tessitura elettronica di Riccardo Perugini fino all’intermittenza di Wolfgang Rihm) il limite appare come una esperienza di sconfinamento, di libertà, ma anche di vulnerabilità, che mobilita le prospettive di accordo e relazione tra i corpi» aggiunge Bertozzi in merito alla creazione progettata insieme al musicista e compositore Claudio Pasceri. “Tra le linee”, coreografia Simona Bertozzi, danzatori: Giulio Petrucci, Manolo Perazzi, Sara Sguotti, Oihana Vesga, Simona Bertozzi, librettista Leonardo De Santis, luci e set spazio Giuseppe Filipponio, costumi Katia Kuo. A Torino, Fonderie Limone di Moncalieri, 2 e 3/10, nell’ambito del Torinodanza Festival; Milano, Teatro Elfo Puccini il 6/10, nell’ambito del Festival MilanOltre.
Gli homeless di Enzo Cosimi
La creazione, di natura coreografica/performativa e installativa, nasce da una indagine sui temi della marginalità sociale, sulla figura dell’homeless e sulla sua regale solitudine nella società contemporanea. Il lavoro, sviluppatosi attraverso studi precedenti, è realizzato in collaborazione con Associazioni di persone senza fissa dimora, un mondo sotterraneo, abitato da figure borderline che scelgono o si trovano a vivere drammaticamente ai bordi della società odierna. L’esperienza di vita degli homeless rappresenta il fulcro drammaturgico del lavoro, ispirato dall’opera di Joseph Beuys. Una sfilata visionaria, video ritratti di persone senza fissa dimora nei loro luoghi di vita, diventano un tableau vivant, un unico piano sequenza che prende le sembianze di un racconto fiabesco immerso in un’inquietudine sospesa e rarefatta. In questo modo, la sensibilità contemporanea “sporca” l’aurea intoccabile del Principe – homeless, attraverso uno sguardo allo stesso tempo estetico e socio-politico, realizzando una coreografia politica, scevra da comune retorica. Lo spettacolo è la prima tappa della trilogia “Ode alla Bellezza, tre creazioni sulla diversità”. “La bellezza ti stupirà”, regia, video, coreografia Enzo Cosimi, disegno luci Giovanni Magnarelli, violoncello Flavia Passigli, con la partecipazione di persone senza fissa dimora. Organizzazione Anita Bartolini, produzione Compagnia Enzo Cosimi. A Firenze, Teatro Studio di Scandicci, il 2/10 per il festival Fabbrica Europa.