Attualità del sogno di Adriano Olivetti

Una fiction in due puntate in onda stasera e domani sera su Raiuno restituisce il cuore e il pensiero di un grande italiano
Luca Zingaretti interpreta Adriano Olivetti nella fiction di Raiuno

Adriano Olivetti è ricordato come l’inventore del primo calcolatore elettronico al mondo, il creatore della mitica Lettera 22, una macchina da scrivere ancora oggi esposta al museo d’arte moderna di New York, ma la correlazione tra fabbrica, territorio e Paese è la sua grande intuizione ancora oggi attuale. «Una fabbrica che funziona ‒ diceva ‒ in un Paese che non funziona è inutile». La fiction Adriano Olivetti: la forza di un sogno in onda il 28 e il 29 ottobre in prima serata su Raiuno cerca di restituire, nel linguaggio sintetico e in parte romanzato di una trasposizione televisiva, la figura di un grande italiano. Saverio D’Ercole è il produttore creativo di Casanova Multimedia che ha realizzato la fiction.

Qual è la differenza più evidente tra Adriano Olivetti e il personaggio della fiction?
«Le caratteristiche di Adriano Olivetti, una persona docile, mite, paciosa sarebbero state una forzatura con un interprete come Luca Zingaretti, dal carattere forte e “testosteronico”. Per cui il nostro Olivetti emerge con un carattere più deciso. Per il resto la fiction restituisce lo stesso entusiasmo e la voglia di guardare al futuro».

Qual è l’attualità di un imprenditore come Adriano Olivetti?
«Era convinto che per ottenere risultati economici con le proprie aziende era necessario che la qualità della vita dei propri operai fosse buona. Per questo è il primo ad inserire in fabbrica un presidio ospedaliero, una biblioteca, un cinema, la mensa, l’asilo nido, le colonie estive. Costruiva le case per i dipendenti, organizzava il trasporto con gli autobus affinché potessero arrivare prima a casa e fare vita di famiglia. Investiva gran parte degli utili, ma l’azienda continuava a guadagnare e crescere. Il suo non era un paternalismo patronale ma voleva costruire una vera comunità per inserire la fabbrica in un territorio e in un sistema Paese che funzionasse».

Il suo era anche un progetto politico?
«Si candidò anche in politica ma non andò bene perché non riuscì a parlare in modo semplice agli elettori. Nella fiction sono ricostruiti anche i conflitti che ebbe, ma senza la complessità della sua vicenda reale. Sono semplificati in due personaggi simbolo. L’imprenditore Dal Masso, interpretato da Francesco Pannofino, che rappresenta un modo di guardare al progetto industriale dell’Italia opposto alla visione di Adriano Olivetti. Affronta anche il tradimento di Mauro, l’amico di sempre che diventa suo antagonista e rappresenta la politica che gli ha voltato le spalle e ha condizionato il sistema bancario per ostacolare lo sviluppo delle sue aziende».

Che reazioni ci sono state alle varie anteprime?
«Gli eredi diretti, gli operai, i conoscenti sono rimasti molto soddisfatti. Siamo riusciti, nella sintesi di sole due puntate, a restituire il cuore e parte della complessità del pensiero di Adriano Olivetti».

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