Attori, giovani, testimoni

Se non l’avessi fatto così Loreto, l’avrei fatto da pellegrino. Eccome se non mi sentivo parte di quei 500 mila giovani!. E io avrei partecipato volentieri anche in mezzo alla folla. Stiamo parlando con gli attori ai quali era stato affidato il compito di presentare i brani della veglia durante l’incontro dei giovani col papa a Loreto, nei primi due giorni di settembre. Qualcuno li aveva definiti un po’ troppo patinati, altri ancora ne avevano denigrato la performance troppo teatrale, altri ne avevano apprezzato la professionalità. Ma a sentirli, a distanza di tempo e spenti i riflettori, si capisce il dietro le quinte, l’esperienza fatta da questi attori, giovani, biondi (le ragazze) e belli. Chi a Loreto sarebbe andato comunque, da pellegrino, è Manolo Martini, attualmente conduttore per uno dei canali di Sky. E a partecipare tra la folla sarebbe stata Mary Petruolo che vedremo prossimamente su Raiuno nei panni di santa Chiara. Eravamo tutti giovani tra i giovani, il bello era proprio quello, conferma Martina Pinto, impostasi al grande pubblico televisivo come protagonista del film Maria Goretti. Davanti allo spettacolo di tutti quei giovani – continua – mi sono emozionata. E poi stare sul palco con il papa…. Anche per Mary Petruolo è stata un’emozione forte. In quel momento penso che nessuno di noi si sia reso conto della folla che c’era e dell’importanza della persona che avevamo accanto, il papa; e forse è stato un bene, perché siamo rimasti un po’ più tranquilli. Poi ho visto la registrazione a casa e a vedere tutta quella folla, mamma mia che panico. Fabrizio Bucci, anche lui attore televisivo, porta con sé il ricordo di un incontro forte, emozionante, per le persone che c’erano e per il fatto di trovarsi sul palco a pochi metri dal papa. È stata un’opportunità unica poter recitare davanti a 500 mila giovani, penso che capiti a pochissimi attori – dice da parte sua l’attrice tv Pamela Saino -. Quando lavoro sul set ho la possibilità di sbagliare e di ripetere la scena, mentre lì era una diretta e quindi l’emozione era moltiplicata. A Vincenzo Bocciarelli, attore di teatro e televisivo, è rimasta a lungo una sensazione sulla mano destra, quella con cui ho stretto la mano al papa. Lui si è fermato, mi ha fatto un gran sorriso e mi ha salutato. È stato così disponibile con tutti, così generoso, proprio un grande padre. Non era previsto che noi lo salutassimo, ma io ho proprio sentito il bisogno di farlo, avvertendo tutta la sua forza e allo stesso tempo la sua fragilità di uomo come noi. Certo questo papa è così fuori da ogni immaginazione!. Che la conduzione di un momento di preghiera fosse affidata a degli attori è stato certamente uno degli elementi di novità dell’Agorà. In fondo cosa c’entravano degli attori con un discorso di fede? C’entravano a far capire che il mondo dello spettacolo non è lontano dal discorso della religione. Io ho sempre detto che non bisogna vergognarsi di essere credenti. Questo è uno dei messaggi che abbiamo dato, afferma Martina Pinto. C’entrano tantissimo – secondo Manolo Martini -. È stata una novità che la produzione di quest’evento ha voluto proporre per dare un’immagine fresca della Chiesa, giovane, solare, armoniosa, curata nei dettagli, nei vestiti, nel look. Hanno scelto degli attori forse per rendere più accessibile ai 500 mila giovani la Parola, perché noi abbiamo letto quasi esclusivamente brani della liturgia. Noi siamo stati il punto mediano – dice Mary Petruolo -. Spesso c’è stato un distacco fra la platea e il palco. Noi eravamo in mezzo perché comunque abituati a calcare il palcoscenico, ma siamo sempre dei giovani. Io poi sono stata cresciuta con certi princìpi. È il mio modo di testimoniare la fede in un mondo che ne sembrerebbe lontano. Noi eravamo stati scelti forse per rispondere all’esigenza di saper gestire certe emergenze, anche per garantire il risultato, sostiene Fabrizio Bucci. E in qualche modo rappresentiamo la nostra generazione nel mondo della tv e del cinema – aggiunge Pamela Saino -. È bello poter vedere come dei volti noti in tv possano coniugarsi con la Chiesa. Sicuramente è stata più di una semplice performance professionale. Quello era un fatto personale, l’ho vissuto in modo più intimo, confida Mary Petruolo. E Vincenzo Bocciarelli: Per me è stata quasi una chiamata. A cominciare dal modo singolare in cui mi sono ritrovato a fare questa parte, tramite una segnalazione di mio padre, il quale aveva saputo che facevano dei provini per l’Agorà 2007. Quello stesso pomeriggio mi sono presentato insieme a tanti altri e alla fine è andata in porto. Ho cercato di metterci l’anima, il cuore, e il complimento più bello che ho ricevuto è stato: Si vedeva che ci credevi. È importante non vergognarsi, non nascondersi. Spesso c’è una certa paura vuoi per motivi politici o culturali, anche fra noi attori. Adesso va di moda essere buddhisti, atei o agnostici. Siate coraggiosi, diceva il papa. Essere attore cattolico non vuol dire essere bigotto, significa vivere tutto con ardore e con grande generosità. Ai provini ci hanno chiesto di non fare sfoggio di tecnica, ma di sentire quello che leggevamo – spiega Manolo Martini -. Forse per questo sono stato scelto per leggere il brano del Vangelo. Al provino, infatti, a un certo punto mi si sono spente le telecamere intorno ed ero immerso in quel passo dell’annunciazione. È che il Vangelo per me è una guida, qualcosa che nel mio piccolo cerco di mettere in pratica, a cui mi rifaccio per le mie scelte. Lo tengo sul comodino e quasi ogni sera ne leggo qualche brano; mi accompagna in maniera costante dalla Gmg del 2000.

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