Attesa piena
Una riflessione per iniziare a vivere l'Avvento, nella prima settimana di questo percorso
Puoi attendere guardando continuamente l’orologio, sbuffando, sentendo aumentare sempre più in te la tensione, camminando avanti e indietro, guardando verso un punto fisso… Attesa vuota, dove la persona che aspetti ti sembra sempre più lontana e meno probabile l’eventualità che venga.
Oppure resti calmo, con una gioia diffusa nel cuore, per la certezza che lui viene, che già…è presente. Attesa piena.
È quella della madre, di Maria. Lui non è nato ancora, ma è presente, non in stato iniziale, ma tutto. Lo sente, è vivo, comunica: è Lui.
Tempo di attesa, pieno di sogni, di vuoti sonori, di progetti, di presente che si lascia plasmare dal futuro e di futuro che si lascia costruire dal presente. Tempo di attesa che soffre, di una storia iniziata ma non ancora compiuta, di un mondo ancora in costruzione, di lacrime di uomini e di donne, di bocche aperte a un grido spesso inarticolato.
Lui c’è e non c’è. Attesa piena è incontrarlo quando c’è e quando non c’è: due modi diversi di esserci e di abbracciarlo.