Attenti allora di educazione fisica!
C’è un allenatore e un gruppo sgangherato di studenti. Condividono l’ora di educazione fisica della pallacanestro. Formano una squadra, legata da un rapporto di disciplina, di dedizione e di obbedienza incondizionata ai comandi del trainer. Da qui le similarità tra l’addestramento atletico e il training di un attore, il suo rapporto col regista, le analogie tra il “mettersi in gioco” nello sport e nella vita, come sul palcoscenico.
Temi intriganti da indagare e, ancora di più, da rappresentare, che aprono metafore ben più ampie. Quale, in generale, la responsabilità dell’educatore e l’abuso di potere. Raccontare le dinamiche pericolose che s’innescano nell’esercizio di esso è quanto hanno fatto Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, attori storici di Emma Dante e della Compagnia Sud Costa Occidentale, alla loro prima prova come registi, con un testo di Elena Stancanelli, “Educazione fisica”.
Risultato sorprendente pur con qualche parte, come il finale, non del tutto risolta. L’inizio è dato dall’ingresso di questi adolescenti giocherelloni, incapaci, disomogenei fisicamente e come personalità, ma ciascuno con una connotazione espressivamente manifesta nel vestire, nel modo di parlare, di muoversi, fino a formare un branco ammaestrato, composto da due formazioni antagoniste. Fortemente caratterizzato è l’allenatore (lo stesso Civilleri), con baffetti e posture alla Hitler e fanatico di Leonida, il guerriero spartano della battaglia delle Termopili che cita in continuazione.
Il grottesco dittatore sottopone i ragazzi a esercizi sfiancanti, umiliandoli all’occorrenza, spronandoli con lo slogan «Se non puoi, allora devi!», spersonalizzandoli con prove di sottomissione, soffocando ogni libertà di pensiero per condurli verso il gesto esemplare. Predica il sacrificio per il conseguimento di un fine collettivo mirando in realtà all’affermazione di sé stesso. Perpetua la menzogna e insinua la diffidenza alla ricerca della verità.
Nel rapporto che si andrà definendo tra il despota e i giocatori, emergeranno sentimenti e atteggiamenti contrastanti: paura del castigo, volontà di supremazia, soggezione, prevaricazione. Ma il meccanismo di manipolazione delle coscienze innescherà un sovvertimento dei ruoli. L’aggressività istillata si ritorcerà contro. E i ragazzi, palleggiando all’unisono, con un ritmo e un grido da tribù di guerrieri Maori, si ribelleranno al folle che sarà aggredito e abbattuto.
Se la gestualità esasperata, un certo dispositivo drammaturgico nello sviluppo dello schieramento caotico e nella figuratività delle scene tradiscono inevitabilmente la teatralità della pratica con Emma Dante, va riconosciuta alla coppia Lo Sicco-Civilleri l’originalità del tema trattato, la capacità di scrittura scenica, e il puntuale lavoro di definizione sugli attori, singolarmente e coralmente. Un inizio promettente che lascia sperare in nuove incursioni.
“Educazione fisica”, di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, testo Elena Stancanelli, luci Cristian Zucaro, scene Petra Trombini. Produzione CRT Centro di Ricerca per il Teatro. Al Palladium di Roma per il festival “Teatri di vetro”. www.teatridivetro.it