Attenti al presente, capaci di futuro
Il 2010 Anno internazionale della gioventù. Cosa bolle in pentola tra i Giovani per un mondo unito.
Una sigla, Nmc, dall’esperanto Ni, mondlokaj civitanoj, ovvero “Noi, cittadini globali locali”, per indicare una piattaforma Internet ed esprimere un modo di sentire il mondo.
Stiamo parlando di quello che vuole essere un supporto virtuale (dal momento che i giovani vivono su Internet) ad uno spazio di protagonismo (che è alquanto reale e concreto).
Per chi non lo sapesse il 2010 è stato proclamato dalle Nazioni unite Anno internazionale dei giovani e non pochi di loro stanno cogliendo l’occasione per rilanciare nuove forme di partecipazione a tutti i livelli. Alcuni appuntamenti internazionali sono già in programma, come il quinto congresso mondiale dei giovani promosso dall’Onu che si svolgerà a Istanbul dal 31 luglio al 13 agosto e la Conferenza mondiale prevista a Città del Messico dal 24 al 27 agosto.
In vista di questi eventi, nei giorni scorsi 1600 giovani arrivati da 160 Paesi si sono trovati a Bari per discutere sul loro futuro. Fra loro Edward Jeune Joseph, di Haiti, che si trova a studiare negli Stati Uniti, che commuove tutti con il suo intervento: «Il terremoto è la punta di un iceberg, l’ennesima catastrofe dopo anni di sfruttamento, tensioni, miseria estrema; vi chiedo di fare tutto ciò che potete per aiutare il mio Paese ora, nell’emergenza. Ma vi chiedo anche di non dimenticare che c’è qualcosa di più grande da fare da domani, a partire da noi stessi. Cambiare davvero le cose alla radice».
Un bisogno, quello del giovane haitiano, che, sicuramente molto di più di quanto possiamo immaginare, mobilita energie, forze, menti di tanti altri suoi coetanei desiderosi di non subire il mondo che verrà, ma di costruirlo.
Così succede ai Giovani per un mondo unito (Gmu), da anni impegnati a promuovere progetti che loro racchiudono sotto il titolo di “Molte vie per un mondo unito”. Perché, se unica è la meta, cioè la fraternità universale, molte sono le vie percorribili. Quella dell’unità tra ricchi e poveri, con le vittime di calamità e di guerra, tra generazioni, popoli e religioni diverse, a favore della pace, della natura, dello sviluppo, per i diritti umani, a fianco di persone sole, ammalate, anziane…
Nelle Filippine, ad esempio, i Gmu nutrono mensilmente 500 bambini di quartieri poveri e stanno costruendo un complesso abitativo “Paga sa Sulyap/ Sguardo si speranza” con una trentina di case; a Berlino attraverso i “Cafè international” creano spazi dove persone di culture diverse possono incontrarsi ed entrare in dialogo. Vi partecipano soprattutto cristiani, ma anche persone senza convinzioni religiose, e si intrecciano nuovi rapporti.
Nello Zimbabwe l’impegno è rivolto ad una casa per persone con handicap mentali che hanno bisogno di assistenza continua. I Gmu le visitano con regolarità e quando per mancanza di fondi gli infermieri hanno fatto sciopero, causando la morte di alcuni ricoverati per la scarsa assistenza prestata, loro si sono rimboccati le maniche. Oltre a cercare nuove entrate economiche, sono andati a lavorare nella casa e si sono occupati delle necessità dei pazienti. Colpiti da quest’azione, alcuni infermieri sono tornati a lavorare.
A Trieste il “Caffè for Africa” produce e vende pacchetti di caffè orientando gli utili a sostenere Paesi svantaggiati.
La maggior parte di quelli che portano avanti il progetto “Molte vie per un mondo unito” forse hanno la sua stessa età o addirittura non erano ancora nati. Esso infatti venne lanciato nell’85 durante il Genfest che vide radunati al Palaeur di Roma 20 mila giovani. In quell’occasione Chiara Lubich, che l’anno precedente aveva fondato il movimento Gioventù nuova (più tardi Giovani per un mondo unito) si chiedeva: «Siete voi giovani preparati per lavorare a stabilire l’unità nel mondo?». La risposta fu positiva perché «in ogni giovane ci sono esigenze positive, che quasi sorprendono. È la natura umana che riaffiora nella nostra gioventù con le sue bellezze e con i suoi valori». E concluse: «Ecco il Movimento Gioventù nuova. Quale il suo scopo? Concorrere a unire il mondo. Quale il suo metodo? Seguire tutte le vie dell’unità possibili».
A distanza di 25 anni è forte l’esigenza di un rilancio di queste vie facendo tesoro dell’esperienza vissuta. Anche l’85 era un Anno internazionale dei giovani, e fu un’exploit. Un buon auspicio?
Meeting dei Giovani per un mondo unito
Si svolgerà a Castelgandolfo ed è rivolto a tutti i giovani: di varie denominazioni cristiane, di altre religioni, a chi non ha un riferimento religioso e crede nei valori più alti dell’uomo; a chiunque insomma è interessato al Progetto Mondo Unito. L’arrivo è previsto per la sera di giovedì 18 Febbraio e la conclusione sarà domenica 21 alle ore 13.00. Per maggiori informazioni www.mondounito.net.