Attacco alla democrazia in Indonesia

Circa diecimila persone hanno firmato una petizione con la richiesta al nuovo presidente, Susilo Bambang Yudhoyono, di una nuova legge che non sottoponga a nuove regolamentazioni delle elezioni regionali: simina lo spirito democratico del Paese e la sovranità popolare
Susilo Bambang Yudhoyono

In Indonesia circa diecimila persone hanno firmato una petizione con la richiesta che la nuova legge che dovrebbe regolamentare le elezioni regionali – la Regional Elections Law (Pilkada) – venga abrogata. Per questo la Corte Costituzionale del Paese asiatico dovrà esaminare nei prossimi giorni le petizioni presentate da diversi gruppi e organizzazioni di attivisti sociali che contestano la procedura appena entrata in vigore che di fatto impedisce l’elezione diretta di amministratori e parlamentari che era in vigore da circa dieci anni.

Il nuovo presidente, Susilo Bambang Yudhoyono, eletto lo scorso luglio al termine di una campagna elettorale lunga e sfibrante e di proteste post-elettorali confuse e molto tese, si trova di fronte alla necessità di ripristinare di fatto la legislazione precedente introducendo due regolamentazioni presidenziali che correggano la legge contestata, che prevede l’elezione di amministratori (governatori e sindaci) a livello regionale e provinciale all’interno dei rispettivi consigli. Alcune fazioni e gruppi chiedono, invece, l’abrogazione completa della legge. In generale, si grida ad un attacco alla democrazia con un tentativo di ritorno al periodo di Suharto che per decenni aveva controllato il Paese in una sorta di democrazia di facciata.

«Non pensiamo assolutamente di ritirare la nostra richiesta alla Corte costituzionale – ha affermato un avvocato a nome di diversi gruppi civili –. Abbiamo il timore che il governo voglia mantenere la nuova legge». Quello a cui la gente non vuole più rinunciare è la possibilità di tenere elezioni che siano dirette, libere e segrete e che dimostrino a fatti il principio di sovranità popolare, come è affermato nell’art. 1 della Costituzione. La normativa contestata è stata votata a fine legislatura, il 26 settembre scorso, su proposta di un gruppo vicino a Prabowo Subianto, candidato alle elezioni presidenziali uscito sconfitto da Jakowi Widodo. Una legge così controversa approvata da un Parlamento uscente a quattro giorni dalla chiusura delle legislatura è stata percepita come un tentativo di eliminare lo spirito democratico del Paese. Da molte parti si chiede ora che la nuova gestione, appena entrata in Parlamento, possa restituire il diritto di scelta ai cittadini, cancellando una legge fonte di controversie e garantire il principio della sovranità popolare. 

Non solo il mondo della cultura, ma anche movimenti della società civile e semplici cittadini rilanciano la richiesta di "elezioni dirette" degli amministratori, quale migliore esempio di democrazia e di difesa del diritto. La coalizione del candidato sconfitto, quella bianco-rossa di Subianto, è ora accusata da intellettuali e attivisti indonesiani di sostenere una politica oligarchica che getta un'ombra oscura sul futuro democratico della nazione. D’altra parte le critiche non risparmiano nemmeno il Partito democratico (Dp) del presidente uscente Susilo Bambang Yudhoyono. Pubblicamente contrario alla nuova legge, il presidente ormai a fine mandato, al momento della votazione della legge in questione è uscito dall’aula parlamentare avvallandone di fatto l’approvazione. I sostenitori della nuova legge affermano che con questo si vuole impedire che la democrazia indonesiana resti in balia di eventuali astensioni da parte di elettori, che metterebbero a repentaglio una vera democrazia.

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