Attacchi xenofobi in Sudafrica
La violenza è scoppiata nella notte tra lunedì e martedì nella cittadina di Alexandra, vicino a Johannesburg, che confina con il distretto finanziario di Sandton. Diversi negozi sono stati bruciati e saccheggiati nel quartiere, dove la calma è poi tornata solo il martedì mattina. La natura xenofoba degli attacchi lascia pochi dubbi, in un Paese che subisce regolarmente ondate di violenza contro le comunità di immigrati. Su Twitter, il ministro degli Esteri nigeriano Geoffrey Onyeama non ha mancato di deplorare l’attacco ai negozi di cittadini del suo Paese.
Il presidente Ramaphosa ha condannato «gli attacchi contro i commercianti stranieri, che sono totalmente inaccettabili, cosa che non può essere consentita in Sudafrica. Siamo un paese totalmente impegnato contro la xenofobia. Non permettiamo e non possiamo tollerare attacchi contro persone di altri Paesi», e ha annunciato una riunione ministeriale di emergenza. Gli attacchi hanno anche suscitato critiche da altri Paesi africani durante la settimana in cui i leader politici ed economici di almeno 28 nazioni si sono riuniti proprio a Città del Capo per l’edizione africana del World Economic Forum.
I conducenti di camion di origine straniera (spesso confinanti con lo Zambia o lo Zimbabwe) che operano nel Paese, spesso privi di documenti e sottopagati, sono stati inseguiti sulle strade e accusati di aver rubato il lavoro ai cittadini sudafricani. Delle barricate sono state installate su diverse strade in Sudafrica e carichi di autisti immigrati sono stati bruciati. Più di 110 persone sono state arrestate, secondo gli ultimi dati delle autorità, che hanno anche riferito dell’uccisione di un civile in circostanze che rimangono poco chiare.
Il Sudafrica, l’economia più sviluppata del continente, è regolarmente scosso dalla violenza xenofoba, che è alimentata dall’alta disoccupazione e dalla povertà endemica di diverse regioni del suo grande territorio in cui gli stranieri si accontentano di stipendi più bassi e fanno così crescere la disoccupazione locale. Nel 2008, le rivolte xenofobe hanno ucciso ben 62 persone nel Paese.