Atrani. La fede nella tragedia
Il tempo delle lacrime è finito. Ora, è il tempo della preghiera. Parla un papà, Raffaele Mansi, costretto a riconoscere in un corpo senza vita sua figlia Francesca, 25 anni, trascinata via un mese fa da un fiume di fango ad Atrani, in provincia di Salerno, e ripescata nei giorni scorsi, in avanzato stato di decomposizione, nei pressi delle isole Eolie.
Da chi vive un dolore così grande ci si aspetta disperazione. Sfiducia. Non la serenità. Una pace, spiega don Michele Fusco, parroco della vicina cittadina di Amalfi che lo conosce bene, «che nasce dal suo percorso religioso. Questa tragedia non lo ha sconvolto, ha solo rafforzato la sua fede. Una fede grande, profonda, non di facciata».
Don Michele conosce il passato di questo papà, impiegato statale, puntellato da grandi dolori, come la morte della moglie, e la sua forza di volontà, mostrata soprattutto nella guida dei cinque figli. «Raffaele – spiega il sacerdote – ha trasmesso i suoi valori ai figli. Francesca aveva preso molto da lui: era una ragazza molto serena, solare, determinata. Laureata, aveva fatto anche uno stage in Spagna. Quello di barista era un lavoro stagionale, per aiutare la famiglia e poter continuare gli studi. Adesso, mi ha detto suo padre, Francesca farà compagnia alla mamma, in Cielo».
Il corpo della ragazza tornerà oggi a Salerno. Poi, dopo l’ok del giudice, si svolgeranno i funerali. Resta una tragedia che forse poteva essere evitata. Ecco perché, spiega don Michele, la Caritas ha avviato una raccolta fondi in tutta la diocesi per formare gli abitanti e prepararli ad affrontare calamità simili. Quanto è accaduto è frutto di una serie di eventi: il letto del fiume non era libero, c’è stata una pioggia torrenziale, gli abitanti non sapevano cosa fare quando il fango è calato sul paese.
«In quanto è accaduto – conclude don Michele – non ci sono state solo cose negative. Tanti giovani hanno lavorato fino a notte fonda per togliere il fango, dai paesi vicini sono accorse tantissime persone per aiutare la popolazione e sono stati organizzati degli incontri di sostegno per chi ne aveva bisogno. Per il futuro, però è importante puntare sulla prevenzione», per evitare nuove tragedie.