Atletica: magica Italia agli Europei indoor

La spedizione azzurra torna a casa con un bel bottino dalla trasferta di Apeldoorn in occasione degli Europei Indoor che la vedono seconda nel medagliere generale, dietro solo agli imprendibili padroni di casa.
Il traino dello sport italiano
«L’atletica si rinnova continuamente, credo che questa trasferta abbia dimostrato che l’atletica è il traino dello sport italiano», queste le parole di Stefano Mei, presidente della Fidal, ai microfoni della Rai, al termine dell’ultima giornata di Europei, proprio a dimostrazione dell’ottimo lavoro dei nostri azzurri nel corso di questi Europei.
Ma partiamo dall’inizio. L’Italia è arrivata ad Apeldoorn, in Olanda, con un’idea ben precisa: prendersi la scena con una nazionale con un’età media molto bassa e diversificata, dai campioni olimpici Andy Diaz e Mattia Furlani, a chi si sta affacciando adesso tra i senior.
E da uno di questi campioni emergenti iniziamo il racconto delle 6 medaglie che hanno portato l’Italia al secondo posto di questi Europei. Partiamo dal salto in lungo di Matteo Sioli che, alla prima esperienza tra i senior, non perde tempo e balza subito sul podio per portare a casa un meritatissimo bronzo. L’azzurro di appena 19 anni, infatti, sulla pedana dell’Omnisport Stadium della città olandese, arriva a ben 2,29 metri. Una misura che gli vale il primato personale (aveva fatto registrare 2,28 metri agli Assoluti Indoor) e lo piazza dietro solo all’ucraino Oleh Doroshchuk, che fa registrare la miglior prestazione mondiale dell’anno con 2,34 metri e al ceco Jan Stefela che raggiunge la stessa misura del nostro Matteo ma che, con un tentativo in meno, si prende l’argento. Ottimo debutto, quindi, il lombardo che, oltre a portare a casa la prima medaglia da “grande”, dimostra che ne ha ancora perché, come ricordato da Stefano Mei «Sioli ha sfiorato 2,32 e se l’avesse fatto non sarebbe stato normale», e chissà se non voglia saltare questi ormai pochi centimetri che lo separano dalla vetta già dal prossimo appuntamento.
E dai volti nuovi passiamo a quelli già noti con un fantastico Andrea Dellavalle che porta a casa il bronzo della rinascita nel salto triplo. Il piacentino, infatti, nella gara vinta dal nostro Andy, riesce a salire sul podio dopo due anni difficili a causa degli infortuni e dimostra che è finalmente tornato in carreggiata. «Sono molto emozionato perché sono reduce da due anni veramente tosti – afferma Andrea –. Per essere marzo e la seconda gara dell’anno non è male. Un titolo da dare alla mia gara? La rinascita. Può sembrare scontato, ma è così».
Altro volto noto è, sicuramente, anche il nostro Mattia Furlani che rompe il ghiaccio con il primo podio della rassegna continentale: un argento che, per quanto prezioso, sicuramente non soddisfa il nostro campione – secondo per un solo centimetro – che non vede già l’ora di dimostrare che le sue misure sono ben altre.
Salti d’oro e immensa Zaynab
E passiamo, infine, alle medaglie pesanti: i tre ori che hanno permesso agli azzurri di scalare il medagliere generale fino alla seconda posizione firmati, rispettivamente, da Andy Diaz, Larissa Iapichino e Zaynab Dosso.
Ad aprire le danze, poco prima di Larissa, è Andy Diaz Hernandez. L’italo-cubano si prende il gradino più alto del podio nel salto triplo toccando i 17,71 al penultimo tentativo. L’azzurro porta a casa, insieme all’oro – il primo nella sua carriera –, una serie di risultati importanti: è sua, infatti, la miglior prestazione mondiale del 2025 e diventa anche il terzo azzurro a conquistare un titolo in questa disciplina nella storia della manifestazione, dopo Fabrizio Donato – il suo attuale coach – a Torino 2009 e Daniele Greco a Goteborg 2013. «L’ansia mi ha ucciso! – queste le parole del campione azzurro – All’inizio rimbalzavo troppo e non tenevo il compasso, ma a ogni salto Dallavalle mi diceva: rilassati. Dedicato a mamma Milagros, che è a Cuba, dove per me non c’era futuro, e a tutte le donne».

E alle donne passiamo per il secondo oro della spedizione azzurra con una magnifica Larissa Iapichino che, finalmente, porta a casa il primo oro da “grande”. L’azzurra, classe 2002 è, infatti, d’oro nel salto in lungo con un fantastico 6,94 che è anche il season best. L’azzurra, sotto lo sguardo commosso di mamma Fiona May, oro a Valencia nel ’98, e papà Gianni che la allena, ripete ciò che la mamma aveva fatto 27 anni prima ma, come promesso, con una misura migliore. «Mamma è qui, ha vinto questo oro nel ’98 a Valencia con 6,91 e le avevo promesso che avrei fatto una misura migliore della sua», sorride Larissa sull’orlo delle lacrime.
E finiamo il racconto di questi fantastici Europei con una splendida Zaynab Dosso che trionfa nei 60 metri con un super 7,01, nuovo record italiano e miglior prestazione mondiale dell’anno. La 25enne azzurra di origine ivoriana, chiude alla grande l’ultima giornata di gare con il terzo oro della spedizione azzurra, precedendo di un centesimo la svizzera Mujinga Kambundji e di 5 centesimi la lussemburghese Patrizia van der Weken. Dopo un primo start annullato, la nostra velocista è stata brava a mantenere freddezza e concentrazione che l’hanno portata a raggiungere il suo obiettivo. «Quando entro in pista, voglio sempre arrivare davanti – ammette Zaynab, che poi continua – Sono molto felice, volevo questo oro».
E anche noi, insieme a Zaynab e agli azzurri dell’atletica, volevamo questi ori e queste medaglie di ragazzi che sognano in grande, di atleti che ci credono, di campioni che cadono, si rialzano e non mollano, mai.
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