Assistenza sanitaria ai senza fissa dimora, una conquista di civiltà

Approvato alla Camera all'unanimità il disegno di legge che prevede l'assistenza sanitaria per due anni ai senza fissa dimora. Furfaro, primo firmatario del testo: "Oggi la politica riesce a dare di sé l’immagine più bella, quella che cambia la vita delle persone. In meglio". La proposta passa al Senato.
Una persona senza fissa dimora. Foto di Christoph Müller da Pixabay

Non succede spesso che, superando gli steccati ideologici, le forze politiche approvino all’unanimità un provvedimento legislativo. Eppure, è accaduto ieri, alla Camera dei deputati, dove con 227 sì è stata approvata la proposta di legge per l’assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora.

Il testo presentato da Marco Furfaro (Pd) adesso passerà al Senato. Se, come ci si aspetta, verrà approvato, prevedrà una sperimentazione di due anni (2025-2026) tesa ad assicurare a chi vive per strada – per scelta o per necessità – un medico di base in 14 città metropolitane: Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Roma, Torino e Venezia.

I fondi stanziati sono complessivamente 2 milioni di euro e dovrebbero permettere di fornire assistenza sanitaria a circa il 60% dei senza fissa dimora, il cui numero si aggira tra le 50mila e le 60mila unità. Parliamo di persone che spesso non accedono ai servizi pubblici e non riescono ad esercitare i propri diritti, come quello alle cure in caso di malattia. Il medico di base per coloro che non hanno una residenza è già presente in Emilia Romagna, Puglia, Abruzzo, Liguria e Marche, mentre il Piemonte prevede un tutor che segue chi non ha casa nelle necessità sociosanitarie.

“La mia legge per dare il medico di base ai senza dimora è stata approvata all’unanimità. Confesso – ha commentato Furfaro – che poche volte nella mia vita mi sono sentito così orgoglioso. Questa legge cambierà in meglio la vita di tante persone. Sto parlando di padri di famiglia che si separano e finiscono a dormire in macchina, donne vittime di violenza che scappano di casa e vanno a vivere da amici, persone che perdono il lavoro e finiscono in strada e non hanno un tetto sopra la testa. Persone che per vari motivi perdono la possibilità di avere una dimora propria e che purtroppo perdono conseguentemente anche la residenza. E questo comporta il venire meno di un pieno accesso al diritto alle cure perché senza residenza non si può accedere al medico di base (e ai Sert, a un consultorio, a un centro di salute mentale)”.

Non solo sei povero, commenta Furfaro, “non solo sei senza un tetto, lo Stato ti toglie pure il medico di base. E il pediatra ai bambini delle famiglie in difficoltà. Un dramma nel dramma insopportabile”.

Finita la sperimentazione, l’assistenza sanitaria dovrebbe estendersi ai senza fissa dimora di tutta Italia. Furfaro ha ringraziato Antonio Mumolo, presidente dell’organizzazione Avvocato di Strada, che per primo si è battuto per questo risultato ed ha spiegato che “con questa legge decine di migliaia di persone non solo avranno pieno diritto alle cure, ma finalmente sapranno che lo Stato non le ha abbandonate. E che uscire da una condizione di fragilità è possibile. Sono felice. Perché oggi la politica riesce a dare di sé l’immagine più bella, quella che cambia la vita delle persone. In meglio“.

Ad aiutare gli interessati ad iscriversi nei registri delle Asl ci saranno associazioni proprio come Avvocato di strada ODV, presieduta da Antonio Mumolo. “Oggi è un giorno di grande soddisfazione e orgoglio per l’Emilia-Romagna, prima regione ad aver approvato una legge regionale per garantire l’assistenza sanitaria ed il medico di base per le persone senza dimora. L’approvazione unanime della Camera – commenta Mumolo, consigliere regionale del Pd – è il risultato di oltre un decennio di impegno e sensibilizzazione nelle istituzioni e a fianco delle associazioni che hanno collaborato con me a questo traguardo. Questa legge rappresenta una grande conquista di civiltà, un passo decisivo verso un’Italia più giusta e inclusiva. Garantire l’accesso a un medico di base per tutti, indipendentemente dalla loro condizione abitativa, non è solo un atto di giustizia sociale, ma anche un investimento intelligente per ridurre i costi emergenziali a carico del sistema sanitario. Attendiamo con fiducia l’approvazione definitiva del Senato, consapevoli che solo con l’impegno comune e la collaborazione tra tutte le forze politiche potremo rendere effettivo questo importante diritto”.

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